Perchè gli ebrei americani sono liberal? L'analisi di Norman Podhoretz
Testata: Il Foglio Data: 18 settembre 2009 Pagina: 2 Autore: Amy Rosenthal Titolo: «Perchè gli ebrei americani dovrebbero piantarla di essere così liberal»
Riportiamo dal FOGLIO di oggi, 18/09/2009, a pag. 2, l'articolo di Amy Rosenthal dal titolo "Perchè gli ebrei americani dovrebbero piantarla di essere così liberal".
Norman Podhoretz, storico direttore della rivista Commentary, ha pubblicato il suo dodicesimo libro – intitolato “Why Jews are Liberals?” (Doubleday 2009) – che è dedicato a un tema sul quale, come dice lui stesso al Foglio, “ha meditato per molti anni, come minimo trenta”. Podhoretz, uomo della sinistra poi approdato al neoconservatorismo, spiega perché la stragrande maggioranza dei suoi concittadini ebrei non soltanto vota regolarmente per il Partito democratico ma ne condivide l’agenda liberal, che, a suo giudizio, “cozza contro il loro stesso interesse”. Che cosa ha spinto Podhoretz a scrivere questo libro? “La domanda ‘perché gli ebrei sono liberal?’ mi è stata posta così tante volte, soprattutto dai conservatori non ebrei, che alla fine ho deciso di raccontare tutta la storia per filo e per segno”. Scrive: “La maggior parte degli ebrei americani è sinceramente convinta che il proprio progressismo, assieme al proprio impegno per il Partito democratico quale suo principale veicolo politico, derivi dagli insegnamenti del giudaismo e rifletta l’eredità dei valori ebraici”. Rifiutando questa convinzione come un semplice mito, Podhoretz commenta: “Se questo fosse vero, gli ortodossi dovrebbero essere il gruppo più liberal di tutta la comunità ebraica perché sono i più profondamente influenzati dai cosiddetti valori ebraici; sono quelli che conoscono meglio il testo della Bibbia e gli scritti rabbinici, e la loro vita è del tutto determinata dai comandamenti del giudaismo. Ma, in realtà, gli ebrei ortodossi sono il gruppo di tendenze meno liberal all’interno della comunità ebraica americana. Sono l’unico gruppo ebraico dal quale i candidati repubblicani ottengono voti e tendono a opporsi a gran parte dell’agenda politica liberal in quanto risulta in conflitto con i principi della legge ebraica”. Podhoretz elenca una serie di questioni sulle quali il giudaismo ortodosso e il Partito democratico hanno posizioni antitetiche: “L’aborto è permesso dalla legge ebraica soltanto per salvare la vita della madre; i rapporti omosessuali sono proibiti e altrettanto vale per l’eutanasia. Insomma, non si può affatto dimostrare che la natura liberal degli ebrei americani derivi direttamente dalla religione giudaica”. Assodato che non esiste alcuna connessione genetica tra giudaismo e progressismo, per quale motivo gli ebrei americani continuano a rimanere ancorati a quella che lui definisce la “Torah del liberalismo di sinistra”, in realtà opposta ai loro interessi? “Lo spiego storicamente, richiamandomi alla situazione della metà del Diciannovesimo secolo, quando molti ebrei stavano perdendo la fede (così come accadeva anche a molti cristiani): per una buona parte degli intellettuali ebrei la soluzione fu il marxismo – la conversione al marxismo, che aveva la forza di una vera e propria conversione religiosa anche se la gente che aderiva al marxismo si immaginava di abbandonare le proprie superstizioni (cui era ora ridotta la religione) e di accogliere una visione scientifica del mondo, proprio perché il marxismo pretendeva di essere una teoria assolutamente scientifica. Dopodiché, con il passare degli anni, e soprattutto in America, la religione marxista – la Torah del marxismo – si è diluita nel socialismo democratico e infine in quello che è il pensiero liberal odierno. Il passo successivo sarebbe quello di indirizzarsi verso il conservatorismo, ma quasi tutti gli ebrei liberal considerano questa possibilità con lo stesso orrore con cui i loro nonni avevano considerato la conversione al cristianesimo. Tutto ciò mi porta alla conclusione che il pensiero liberal abbia preso il posto del giudaismo come autentica religione di gran parte degli ebrei americani. E sebbene si vantino di considerarsi innanzitutto ebrei tutte le volte che i comandamenti della Torah del liberalismo di sinistra entrano in conflitto con i comandamenti del giudaismo, rimane il fatto che è il progressismo a trionfare sul giudaismo e a calpestarlo. Inoltre, proprio la circostanza che il liberalismo di sinistra sia una religione, sostenuta da una fede di intensità autenticamente religiosa, è ciò che rende così difficile persuadere gli ebrei liberal che la loro fede nella Torah del liberalismo di sinistra si oppone per molti aspetti ai loro stessi interessi di ebrei. Secondo me, resteranno aggrappati a essa finché non ci sarà un evento traumatico che gli faccia perdere la presa”. Perché gli ebrei americani non sono in grado di riconoscere che i loro amici veri non stanno in mezzo ai liberal ma in mezzo ai conservatori, e in particolare nella destra cristiana? “Nel cuore di molti ebrei americani si cela una paura atavica del cristianesimo, molto difficile da cancellare perché alimentata da una lunga storia di repressione cristiana degli ebrei, una larga parte dei quali, da questo punto di vista, sta ancora combattendo l’ultima guerra anziché impegnarsi in quella che si combatte oggi, nella quale il vero nemico di Israele e degli interessi ebraici non sta più a destra ma a sinistra”. Il sottotitolo di un editoriale pubblicato da Podhoretz sul Wall Street Journal recitava: “Spero che il rimorso per l’elezione di Obama provochi prima o poi uno spostamento a destra dell’elettorato ebreo”. Gli domandiamo quindi se si ritiene veramente ottimista sulla possibilità che gli ebrei americani decidano di passare al Partito repubblicano e abbandonare Barack Obama, che lui stesso considera come “il falso messia”. “Non sono particolarmente ottimista”, risponde, “ma nulla rimane in eterno e c’è una piccola possibilità. Ci sono anche segnali che dimostrano come alcuni ebrei americani si sentano ingannati e presi in giro da Obama. Sebbene sia ancora presto per averne la certezza, ho comunque l’impressione che l’insoddisfazione nei confronti di Obama si stia rafforzando. E tutte le volte che gli ebrei sono rimasti delusi da un falso messia sono avvenuti profondi mutamenti nei loro atteggiamenti e nelle loro convinzioni. Naturalmente, è il primo falso messia che non appartiene alla nazione ebraica. Insomma, spero che ciò accada, ma non ci scommetterei la casa”.
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