Il maggiore sindacato della Gran Bretagna boicotta Israele Il quotidiano comunista riporta con soddisfazione la notizia
Testata: Il Manifesto Data: 18 settembre 2009 Pagina: 7 Autore: Michelangelo Cocco Titolo: «Sindacato britannico boicotta Israele»
Riportiamo dal MANIFESTO di oggi, 18/09/2009, a pag. 7, l'articolo di Michelangelo Cocco dal titolo " Sindacato britannico boicotta Israele ".
British trades union congress
Il MANIFESTO descrive questa notizia come se fosse un successo. Non condividiamo questa visione. L'operazione Piombo Fuso è stata una guerra difensiva, non offensiva, ed è stata provocata dal terrorismo palestinese di Hamas. La vittima (Israele) è diventata carnefice. Nessuno boicotta Hamas per il suo lancio di razzi qassam e nessuno protesta per la prigionia di Gilad Shalit. Ma sono tutti pronti a boicottare l'unica democrazia mediorientale, 'colpevole' di essersi difesa dagli attacchi dei terroristi di Hamas. Ecco l'articolo:
Il British trades union congress (Tuc), che con i suoi 6,5 milioni di iscritti è la principale confederazione sindacale britannica, ha aderito alla campagna di boicottaggio disinvestimento e sanzioni (Bds) contro Israele. La decisione è stata presa ieri (a maggioranza assoluta) nella giornata di chiusura del congresso annuale del Tuc a Liverpool e all’indomani della pubblicazione del rapporto della Commissione Onu presieduta dal giudice Richard Goldstone che accusa Israele di aver commesso «crimini di guerra» durante l’offensiva militare contro la Striscia di Gaza (27 dicembre 2008-18 gennaio 2009) costata la vita a oltre 1.400 palestinesi, la maggior parte dei quali civili. Dichiarandosi a favore dei due stati e condannando anche il lancio di razzi Qassam da parte di Hamas il Tuc chiede al governo laburista di Gordon Brown di «cessare ogni commercio di armi con Israele, imporre il bando all’importazione dimerci prodotte negli insediamenti illegali nei Territori occupati». Il sindacato, che ha seguito l’esempio dell'irlandese Irish congress of trade unions (Ictu) e del sudafricano Cosatu, «appoggia le mosse per la sospensione del trattato di associazione Israele-Unione europea». Il Palestine solidarity campaign, la rete di associazioni britanniche che ha spinto per il boicottaggio, festeggia la sua vittoria. Così come gli attivisti palestinesi promotori del Bds, che incassano un altro successo dopo la decisione presa qualche giorno fa dal Fondo pensioni norvegese di ritirare i propri investimenti dall’aziendamilitare israeliana Elbit. Per la Palestina - sostengono i militanti - «è finalmente arrivato il momento sudafricano», con riferimento alla campagna internazionale di boicottaggio che contribuì in maniera determinante a porre fine al regime dell’apartheid in Sudafrica.
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