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Ugo Volli
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La stampa svedese è autorevole, ma non è illuminata dal Profeta. E neanche quella italiana 17/09/2009

 Al Khabar

Diabolici questi "sionisti"! Voi pensavate, cari amici, che si limitassero a rapire i ragazzi palestinesi che hanno sempre sottomano per ammazzarli e rubar loro il cuore e gli altri organi da vendere sul mercato nero internazionale. I soliti usurai assetati di sangue umano, ma, diciamo, a raggio limitato. Avevate letto la notizia sul giornale svedese "Aftonbladet" (di proprietà dei sindacati di un paese socialdemocratico modello e quindi autorevole, autorevolissimo e per nulla antisemita) e avevate certo apprezzato la nobile scelta del governo svedese di difendere la sua libera stampa, col vantaggio ulteriore per un gentiluomo vecchio stampo come il ministro degli esteri Carl Bildt di annullare la visita in Israele e così non dover stringere la mano al suo collega israeliano Lieberman, che "Il manifesto" e "la Repubblica" (e "Haartez", naturalmente) ci insegnano essere, lui sì, razzista. E che comunque è indubitabilmente ebreo, mica uno scandinavo puro sangue non antisemita come il buon Bildt. Pensate al risparmio di sapone e disinfettante che Bildt avrebbe usato dopo una stretta di mano così sgradevole.
Be' la stampa svedese è autorevole, ma non è illuminata dal Profeta. E neanche quella italiana. I colleghi di Aftonbladet, Manifesto, Repubblica (e Haaretz, naturalmente) hanno tutto da imparare dal quotidiano algerino Al Khabar, il quale con l'aiuto fondamentale del dottor Mustapha Khayati - un dottorone nientemeno che capo del Algerian National Committee for the Development of Health Research - ha fatto un importantissimo scoop, scoprendo che il complotto è molto più vasto ed esteso di quel che intuissero i volonterosi antisemiti scandinavi. Non rubano gli organi solo in palestina, ma dappertutto. Letteralmente, succhiano il sangue al mondo.
Sentite qui, nella versione del Jerusalem Post: "bands of Moroccans and Algerians have allegedly been roaming the streets of Algeria's cities kidnapping young children, who are then transported across the border into Morocco. From the Moroccan city of Oujda, the children are then purportedly sold to Israelis and American Jews, who then harvest their organs for sale in Israel and the United States. The organs are said to fetch anywhere from $20,000 to $100,000."
Cioè, in buon italiano: bande di marocchini e di algerini che rapiscono bambini si sono diffuse nelle strade delle città algerine. I piccoli sono trasportati oltre il confine col Marocco e nella città di Oujda sono venduti a israeliani e ebrei americani, che strappano loro gli organi per venderli in Israele e negli Usa, a un prezzo fra i 20 mila e i 100 mila dollari. Terrificante, no? Khyati sostiene però che fortunatamente il traffico è stato interrotto per l'intervento dell'Interpol, che lui conosce benissimo.
Ma ""The arrest of Jewish organ trafficking gangs does not mean that the danger has gone; top officials and specialists in this issue assert that there are other Jewish gangs who remain active in several Arab countries," Khayatti was quoted as saying. Picking up on the Algerian report, the official Iranian news agency PressTV claimed that the Jewish group "is said to be connected to Israeli Rabbi Levi Rosenbaum, who was recently arrested in New Jersey for the direct involvement in importing human organs."
Bisogna far attenzione, sostiene Khayatti, "l'arresto delle bande di trafficanti ebrei non significa che il pericolo sia sparito; i grandi funzionari ed esperti del campo fanno presente che vi sono altre bande ebraiche ancora attive in molti paesi arabi." Peraltro l'agenzia ufficiale iraniana  PressTV ha precisato che il gruppo ebraico è connesso al rabbino israeliano Levi Rosenbaum, che è stato arrestato di recente in New Jersey, per il suo coinvolgimento diretto nell'importazione di organi." Degno erede di quel Shylock che, quando imprestava del denaro, in cambio chiedeva "una libbra di carne umana vicino al cuore". Così almeno ci racconta Shakespeare, in questo caso grande e altissimo precursore di Eurabia
E bravo il dottor Kayatthi, ma il suo difetto è di non capire che la testa del serpente sta nella violazione sistematica dei diritti umani che si svolge in Israele. L'aveva capito Aftenbladet e finalmente l'ha ribadito quell'illustre giudice sudafricano Goldstone, assunto dalla commissione "diritti umani" dell'Onu presieduta dalla Libia con la partecipazione di Cuba, Iran ecc.(come sapete tutti espertissimi dei diritti umani in particolare di quello di non sbagliare religione) per la sua disponibilità ad assestare un duro colpo a Israele da ebreo. Finalmente qualcuno che si permette di dire con assoluta neutralità, che l'esercito israeliano è un'organizzazione criminale e il governo israeliano dovrebbe essere processato, a meno che si processi da solo.  Dovete sapere che il giudice Goldstone è ebreo, ebreissimo e quindi può legittimamente dire le più libiche verità su Israele e aiutare impunemente i gloriosi paesi arabi (e anche Eurabia) nella "guerra legale" che hanno intrapreso contro questo paese di ladri d'organi, sparatori di fosforo e in genere assassini di bambini: se non potete sconfiggerli, fategli causa.

Ugo Volli

PS Ho divagato? Ho esagerato? No, non credo. Sapete cosa ha avuto il coraggio di dire Goldstone nel suo rapporto? Di chiedere untuosamente agli amici dei suoi datori di lavoro libici e cioè Hamas di rilasciare il "prigioniero di guerra" Shalit. La risposta gliel'ha data il padre di Gilad: non c'è nessun prigioniero di guerra che passerà il terzo capodanno da solo in qualche sotterraneo di Gaza, solo un ragazzo rapito da una banda di criminali - quelli con cui Goldstone ha rinnovato amichevoli rapporti nel corso delle sue visite a Gaza.
E vabbé. Se la godano Goldstone e di Kayatthi, fratelli di lotta contro le macchinazioni israeliane, difesi nei loro diritti dal nobile Onu e dalla nobilissima Eurabia. L'uno difende i bambini di Gaza, l'altro quelli algerini, l'uno medievale, l'altro moderno e con quell'aria mediocremente businesslike e compiaciuta di sé. Come già sapeva Hanna Arendt, il persecutore più pericoloso è quello banale, non folkloristico. L'avvocato con pedigree ebraico, non il fanatico islamista. E' da lui e da quelli come lui, così ragionevoli, legalitari e pieni di buona volontà, che dobbiamo guardarci, non solo dai vari Achmadinedjad e Kayatthi.


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