Obama e lŽestate del nostro scontento Dal Texas, Piera Prister
Testata: Informazione Corretta Data: 15 settembre 2009 Pagina: 1 Autore: Piera Prister Bracaglia Morante Titolo: «Obama e lŽestate del nostro scontento»
Obama e lŽestate del nostro scontento:
LŽestate 2009 eŽ unŽestate da dimenticare con tutti i problemi che abbiamo. Non ne eŽ stato risolto uno solo, e' una totale frustrazione e un sentimento di generale impotenza gira nellŽaria. EŽ tutto al ribasso come il "compra tre al prezzo di uno". Per fortuna che cŽeŽ qualche giornalista geniale che dalle pagine del T.W.S.J. ci invita alla satira consapevoli che non ci resta altro che affilare la penna e ridendo castigare i costumi,sulla falsariga di John Steinbeck, per divertire i lettori bersagliando una societaŽ che va alla deriva. LŽunica cosa eccitante dellŽestate che se ne va eŽ il crescente malcontento e la disaffezione degli Americani verso lŽamministrazione Obama. I telegiornali di ieri domenica, hanno trasmesso da Washington le immagini che ci hanno scosso dal torpore di unŽestate bigia, quelle della lunga marcia di migliaia e migliaia di cittadini, che si sono dati convegno proprio nella capitale, piombati liŽ come una valanga, erano proprio in tanti che protestavano e gridavano: "Obama, Stop Spending" e agitavano minacciosi i cartelli, tanto che sgranando gli occhi dietro gli occhiali e portandoci le mani alla bocca, abbiamo esclamato come fa Woody Allen nei suoi film, "GesuŽ GesuŽ come sono arrabbiati!" Un clima rivoluzionario storico di unŽAmerica che eŽ ritornata indietro alla tradizione delle Town Halls ossia alle libere e spontanee assemblee di coloni dai cappelli neri a tre punte, ghette e scarpe con fibbia, in quel clima del 1773 quando affondarono le navi cariche di teŽ nel porto di Boston, percheŽ i coloni americani non volevano piuŽ pagare le esose tasse allŽInghilterra. Fu quella la scintilla che fece scoccare la rivoluzione! E siŽ che da tre miliardi di deficit siamo passati in pochi mesi a nove miliardi, con la prassi dilapidatoria obamiana del "Pork Barrel" cioeŽ del barile di grasso, senza includere la costosissima riforma sanitaria, per cui eŽ prevedibile che si stamperanno a non finire bigliettoni di dollari per finanziarla, una massa cartacea senza valore che provocheraŽ una "skyrocketing inflation" unŽinflazione giaŽ iniziata che raggiungeraŽ le stelle. Anche qui il governo ha favorito la rottamazione delle macchine che gli Americani hanno rimpiazzato con macchine giapponesi non aiutando certo lŽeconomia nazionale. In Italia per lo meno si compra Fiat. Qui chi puoŽ compra oro e lŽaumento del suo prezzo eŽ indice di inflazione, come giaŽ aveva predetto Milton Friedman. Invece di investire nel creare nuovi posti di lavoro si sperpera denaro elargendolo a bancarottieri e si investe quello che non cŽeŽ, in una riforma sanitaria quando la disoccupazione eŽ in aumento e in alcuni stati come la Florida e la California eŽ da panico. SiccheŽ si arriveraŽ al paradosso che saremo due volte scornati percheŽ finiremo sicuramente con il non avere neŽ una buona assistenza sanitaria con medici malpagati, neŽ un lavoro, non essendo piuŽ in grado di creare nuova ricchezza.
CosiŽ questŽestate se ne va lasciandoci tanta scontentezza. Aspettavamo qualcosa di elettrificante ma non eŽ arrivato nulla.. Tutto langue, Guantanamo non eŽ stata ancora chiusa; e nessuna misura sŽeŽ presa contro il colpo di stato militare in Iran, con quei bari di Khamenei e Ahmadinejad che lŽhanno fatta franca, cosiŽ come tutti quegli assassinii, violenze e stupri che continuano contro i dissidenti non hanno smosso Obama di un dito, non diciamo per un intervento militare, cosiŽ come fece Reagan che senza indugio diede lŽordine di bombardare Tripoli dando una bella lezione a Gheddafi, ma nemmeno nel mettere in atto le famose sanzioni economiche, che rimanda alla fine di settembre o alla fine dellŽanno.Per non parlare di tutti i piuŽ feroci delinquenti come quel mostro di Lockerbie, liberati e rimandati a casa tra le ovazioni di folle giubilanti con un Gordon Brown che da mesi teneva al corrente Obama che alla notizia della liberazione del desso, ha fatto il finto tonto o il finto arrabbiato. I due se la intendevano da mesi e come! Ogni giorno si scopre una sorpresa su Obama tanto che non sappiamo piuŽ da dove sia spuntato un cosiŽ prodigioso astro, forse dalle isole Hawaii o forse dal Kenia, tanto che ormai gabbati come siamo nulla piuŽ ci sorprende. Non capiamo anche percheŽ Nancy Pelosi presidente della Camera, continui come una Vispa Teresa a zompare in piedi dalla sua poltrona, letteralmente ogni minuto, in Congresso per applaudire il presidente che parla alla Nazione cosiŽ come non capiamo come fa Alan Dershovitz a chiamarlo ancora "My President". " O tempora o mores" dovŽeŽ la solennitaŽ a cui eravamo tanto abituati! Niente di esilarante dunque in questa estate, i film che sono usciti fanno tutti schifo, voi Italiani al festival di Venezia almeno avete visto film interessanti come "Lebanon" quello israeliano che ha appena vinto il Leone dŽOro, qui invece imperversano quelli sui Vampires e Terminators, anche "Bruno" di Sacha Baron Coen eŽ arrivato come una meteora nelle sale cinematografiche e come una meteora di rimbalzo giaŽ se nŽeŽ andato. Persino Michael Moore eŽ senza ispirazione e non ha fatto altri film nemmeno per dimostrare che lŽassistenza sanitaria nei Paesi Arabi o in Venezuela sia migliore di questa negli Stati Uniti.. Per non parlare di letteratura, anche il tanto atteso libro di Dan Brown sempre sui misteri del Vaticano non eŽ arrivato nelle librerie. I primi a cadere in tanta crisi sono stati i giornalisti, i piuŽ colpiti, che continuano a perdere il lavoro, come tutti gli altri , i giornali chiudono e il peso cartaceo del The Wall Street Journal sŽeŽ alleggerito e ridotto ad un terzo insomma da far concorrenza al Foglio. In ortocultura non abbiamo una palma come quella di Masada che si eŽ risvegliata da un seme di duemila anni fa e che cresce in Israele per stimolare la nostra immaginazione e farci sognare, anche il raccolto di pomodori eŽ andato a male per via di un parassita. Accidenti ma che vita eŽ questa, una moria generale! Tanto che lŽunica categoria di affari che sŽeŽ tenuta occupata eŽ proprio quella delle pompe funebri e delle compagnie della buona morte che hanno fatto affari dŽoro con abiti neri, limosine, cortei, fiori e robe varie...oltre a canti, cori e orazioni funebri. Infatti di botto in una stagione, sono morti non uno ma tre personaggi da mito: il re della musica Pop, Michael Jackson, lŽultimo erede di Camelot, Ted Kennedy e Walter Cronkite, il piuŽ famoso giornalista televisivo. Per mesi i media ci hanno raccontato storie strappalacrime fantastiche su di loro mentre ci scippavano tutti i titoli delle piuŽ importanti notizie internazionali, persin il famoso inchino di Obama ad Abdullah ci avevano censurato! Adesso non cŽeŽ rimasto il tempo nemmeno per rileggerci quel libriccino di Animal Farm di George Orwell, presi come siamo a leggerci attentamente le 1200 pagine di quel mattone di documento della riforma sanitaria di Obama. E ora, voi della stampa italiana, per carita', non veniteci a sparlare dellŽItalia e del suo Primo Ministro Berlusconi. PercheŽa pensarci bene, noi... un poŽ di nostalgia dellŽItalia ce lŽavremmo con un pizzico di desiderio per tutti quei pettegolezzi da sotto lŽombrellone da prendersi con leggerezza che imperversano su quel dongiovanni e farfallone amoroso di Silvio e che folleggiando popolano a tutto spiano i giornali la radio e la TV. Quello siŽ che eŽ divertimento, accipicchia che goduria, quella siŽ che eŽ vita! Ma alla fine, volete proprio mettere a confronto Berlusconi con Obama? Ci dispiace ma eŽ centomila volte meglio il nostro Berlusconi che almeno eŽ autentico, come un buon bicchiere di vino italiano o un espresso, o un maritozzo con la panna! Sorbitevelo voi un Obama perfetto che non beve, non fuma e non va a donne, e non ha il senso dellŽumorismo, insomma senza difetti come superman, no no, noi non ci caschiamo, magari facciamo uno scambio, Obama a voi e Berlusconi a noi! Semmai se proprio ci tenete, tenetevi quello sputasentenze di DŽAlema che da sotto i baffi ha il coraggio di dire di Silvio che eŽ senile. MaccheŽsenilitaŽ, la sua eŽ solo invidia! Come la nostra, lo ammettiamo!