Riportiamo da LIBERO di oggi, 10/09/2009, a pag.20, l'articolo dal titolo " La Stampa dà voce a chi paragona gli israeliani agli aguzzini nazisti ".
Era un incontro per il dialogo interreligioso, nei luoghi della Shoah, promosso dalla Comunità di Sant’Egidio. E un teologo musulmano saudita, Mohammed Esslimani, ne ha approfittato per tracciare un parallelo fra i territori palestinesi governati dai terroristi di Hamas e i campi di concentramento nazionalsocialisti, che il sito internet della Stampa ha subito accolto nel titolo: «Gaza come Auschwitz».La vicenda, però, si trasforma in un giallo: nell’edizione cartacea, l’articolo non compare. E il sito informazionecorretta.com c’è una spiegazione, da ricondurre al vaticanista Giacomo Galeazzi, di cui «risulta chiara la condivisione», anche se è la prima volta che è espressa in termini così espliciti, «con la delirante affermazione del teologo islamico proveniente dalla Mecca». Le critiche del sito, dedicato a « come i media italiani presentano Israele e il Medio Oriente», si concentrano da un paio di giorni sull’iniziativa della Comunità di Sant’Egidio: «Peccato che la realtà sia un'altra, quell'islam che varca varca i cancelli di Auschwitz non è quello che esprimono Bin Laden e Ahmadinejad, non è quello che perseguita gli ebrei - ma anche i cristiani - nei paesi arabi e, in generale, musulmani, non quello che vuole conquistare l'Occidente, cancellandone civiltà e stili di vita».Ma anche i commenti online dei lettori della Stampa sono tutt’altro che teneri con la tesi esposta nell’articolo di Galeazzi: «Che schifo! Si vergogni! Paragonare la fabbrica della morte con un posto dove la gente si rimpinza, viene mantenuta dal resto del mondo e ha scelto liberamente di votare all'80% per dei terroristi nazi-islamici è un'operazione assolutamente antisemita senza mezzi termini. Forse mi dovrei stupire di meno di trovarla su La Stampa e non su Liberazione?», scrive Sergio. Ma Jacu non si stuipisce: «Immagino che se queste stesse dichiarazioni le avesse fatte il più insignificante curato di campagna, molti, sempre pronti a stracciarsi le vesti, avrebbero preteso la testa del Papa».
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