email inviata al Corriere della Sera:
caro signor Ferrari,
mi riferisco all'articolo firmato da lei dal titolo Cristiani, ebrei, buddisti Ramadan ad Auschwitz in omaggio all'Islam.
Sicuramente lei è solo il cronista di un evento, ma mi perdoni, sono totalmente in disaccordo sia con il titolo che con il programma della cerimonia che si è svolta ad Auschwitz-Birkenau.
Non è questo, a mio parere, il modo per affrontare con speranza il futuro. C'è nel suo reportage un misto di buonismo, un senso di pace finta. Che bisogno c'è di andare fino a Birkenau per pregare? Se poi volessimo proprio pensare ad un incontro di preghiera interreligioso nell'Inferno di Birkenau credo che lì dovrebbero parlare soprattutto gli ebrei.
Infine mi ha davvero ferito il titolo del prossimo docufilm. "Dio torna ad Auschwitz". Assolutamente Dio NON torna ad Auschwitz. Che poi si dica che questo titolo sarebbe piaciuto a Primo Levi.... Chiediamolo a Elie Wiesel se gli piace, chiediamolo a Jnge Meyer Kamp, chiediamolo alle sorelle Bucci le due bambine di 4 e 6 anni deportate a Birkenau dall'Italia, chiediamolo a Shlomo Venezia, a Nedo Fiano, chiediamolo ai pochi sopravvissuti a qull'Inferno.... Stiamo attenti a non pretendere che la Shoah sia qualcosa di sopportabile, di raccontabile, di PERDONABILE.
mariapiabernicchia