Sul CORRIERE della SERA di oggi, 07/09/2009, a pag.15, con il titolo " Insulti ai repubblicani, costretto a dimettersi consigliere di Obama", il servizio di Alessandra Farkas sulle dimissioni di Van Jones.
Van Jones
NEW YORK — Gli scheletri nell’armadio, nell’era di YouTube , prima o poi vengono sempre a galla. L’ultima vittima della vendetta postuma del Web è Van Jones, lo zar per l’ambiente del presidente degli Stati Unti Barack Obama, costretto alle dimissioni dal suo incarico al termine di quella che lui stesso ha definito «una brutale campagna di diffamazione contro di me».
Scelto da Obama come consigliere speciale per i «lavori verdi » della Council on Environmental Quality, Jones non è dovuto passare attraverso la snervante audizione-inquisizione riservata ai funzionari che, dopo la nomina presidenziale, debbono essere confermati anche dal Senato. Ciò spiega come mai solo di recente sia emerso un video dello scorso febbraio in cui Jones usa epiteti assai crudi per definire i repubblicani contrari all’agenda legislativa di Obama. Oltre alla petizione, da lui firmata nel 2004, che ipotizza il coinvolgimento dell’amministrazione Bush negli attentati dell’11 settembre, usati «come pretesto per una guerra».
Giovedì scorso Jones aveva diramato un comunicato di scuse per il «video degli insulti», negando di aver mai aderito alle tesi cospirazioniste. Ma ciò non è bastato a placare l’ira dei blog e mezzibusti conservatori. Tra cui l’influente Glenn Beck della Fox News , deciso a chiedere la sua testa come regolamento dei conti dopo che il gruppo ColorofChange. org , co- fondato da Jones, ha organizzato il boicottaggio del suo show, reo di aver accusato Obama di essere «un razzista».
Venerdì, quando gli avevano chiesto se Obama avesse ancora fiducia nel suo consulente, il portavoce della Casa Bianca Robert Gibbs aveva replicato laconico che «Jones continua a lavorare nell'amministrazione». Ieri il colpo di scena, dopo le ripetute richieste di dimissioni da parte della sempre più agguerrita minoranza repubblicana al Congresso. «Jones ha capito che l’agenda di Obama è più importante di un singolo individuo», ha detto Gibbs allo show domenicale della Abc , spiegando che «se n’è andato per non essere d'intralcio » .
In un’intervista a Meetthe Press della Nbc il braccio destro di Obama David Axelrod ha negato che sia stato il presidente a licenziarlo: «La decisione è stata esclusivamente di Jones », ha insistito. Nella sua lettera di dimissioni consegnata ai media, l’ex guru ambientalista spiega come «alla vigilia di una battaglia storica per la riforme della sanità e dell’energia pulita, non posso in buona coscienza chiedere ai miei colleghi di sprecare tempo prezioso ed energie per difendere o spiegare il mio passato».
Nei giorni scorsi era emerso anche che negli anni Novanta Jones aveva fatto parte di un gruppo chiamato Standing Together to Organize a Revolutionary Movement, oggi defunto, definito dai suoi fondatori «un'organizzazione anti-capitalista e pacifista, impegnata a realizzare la solidarietà tra i popoli oppressi con un’azione militante e diretta ». Dopo le sue dimissioni, l’entourage di Obama sta ripassando a rassegna i curriculum vitae delle oltre due dozzine di consiglieri speciali esonerati dall’iter di conferma al Senato, alla ricerca di magagne nascoste.
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