Sulla STAMPA di oggi, 07/09/2009, a pag.1-27, con il titolo "Venezia aspetta Chavez ", il ritratto del dittatore venezuelano Hugo Chavez, di Maurizio Molinari.
Hugo Chavez
Reduce dagli abbracci di Teheran e atteso dai fasti di Viktor Lukashenko e dagli accordi con Vladimir Putin, il presidente venezuelano Hugo Chávez sbarca alla Mostra del cinema di Venezia.
Il suo fine è quello di trasformare la Mostra del Cinema nel palcoscenico del proprio ruolo di interprete di qualsiasi tipo di messaggio autoritario e, dunque, soprattutto nemico dell’America di Barack Obama.
La pellicola di Oliver Stone sui despoti sudamericani è l’occasione che consente di aggiungere il tassello mancante al viaggio intrapreso la scorsa settimana da Chávez per incarnare con le singole tappe l’esistenza di un’alleanza globale accomunata dall’ostilità ai valori della democrazia occidentale. Se Obama tende la mano ai dittatori sfidandoli al dialogo, il presidente venezuelano ha intrapreso l’attuale tour al fine di convincerli a non accettare l’offerta che viene da Washington.
Sbarcato in Nord Africa per un incontro con l’algerino Bouteflika dai toni volutamente antieuropei, Chávez è stato poi protagonista dei festeggiamenti di Tripoli per il quarantennale del colpo di Stato che portò al potere il colonnello Gheddafi e quindi è volato a Teheran per rendere omaggio al contestato presidente Mahmud Ahmadinejad, irridendo le proteste di piazza dell’onda verde di Hossein Mousavi ed esprimendo sostegno per il programma nucleare che il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ha chiesto di bloccare.
La passerella internazionale prevede ora prima il colloquio a Minsk con «l’ultimo dittatore d’Europa», come l’Economist ha definito Lukashenko, e quindi il gran finale a Mosca a fianco di Vladimir Putin per discutere di intese energetiche e forniture militari. Ciò che Chávez ha in mente è presentarsi a fine mese all’apertura della nuova Assemblea generale delle Nazioni Unite potendo parlare dal podio a nome di tutti quei Paesi che, in una maniera o nell’altra, rifiutano i valori di rappresentanza politica, diritti umani e Stato di diritto condivisi dalle democrazie.
In questa cornice la tappa veneziana gli consente di aggiungere un colpo di teatro capace di legittimarlo nella veste di star anche lontano dalle cancellerie. Archiviando così, con una scrollata di spalle, le pacifiche dimostrazioni di piazza con cui in più capitali del Sud America, inclusa la sua Caracas, decine di migliaia di persone lo hanno accusato di perseguire l’ambizione di diventare un dittatore di dimensioni continentali.
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