Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 04/09/2009, a pag. 18, l'articolo di Francesco Battistini dal titolo " Israele protesta: «Niente interviste a chi nega la Shoah» ".
Sullo stesso argomento invitiamo a leggere la " Cartolina da Eurabia" di Ugo Volli di oggi. Ecco l'articolo di Francesco Battistini:
Il negazionista David Irving
GERUSALEMME — Con gli europei, sta diventando ormai una tradizione: si prepara a visitare Israele il ministro svedese Carl Bildt, forte della presidenza Ue e d’una linea tradizionalmente filoaraba, e s’apre una crisi diplomatica con la Svezia per l’articolo d’un tabloid di Stoccolma che infanga l’esercito israeliano; s’appresta a un tour mediorientale il premier spagnolo Zapatero, a capo d’un governo simpatico più ai palestinesi, e la diplomazia israeliana si scatena per l’intervista al negazionista David Irving che il quotidiano El Mundo pubblicherà domani. «Oscena», protesta il governo di Gerusalemme, «una trovata che mina la credibilità di chi la mette in pagina»: l’ambasciatore israeliano a Madrid, Raphael Schutz, ha indirizzato al giornale una lettera di rimprovero, spiegando che nel settantesimo anniversario di Danzica non si può dare spazio alle tesi «oscene» di Irving, scrittore inglese già recluso 13 mesi nelle prigioni austriache per avere sostenuto che l’Olocausto fu una menzogna. L’ira israeliana sorge dal fatto che l'intervista è appaiata ad altre — dallo storico dell’epoca hitleriana Ian Kershaw ad Avner Shalev, il direttore del Museo dell’Olocausto di Gerusalemme — e presentata come omaggio alla pluralità delle idee. In quest’epoca postmoderna, protesta l’ambasciatore sulle colonne del Mundo, non ci si capacita di distinguere fra vero e falso, importante e superfluo: «Tutto è allo stesso livello, l’assassino e la vittima, il saggio e l’ignorante, Mozart e l’ultima canzonetta. Mettere Irving allo stesso livello di questi studiosi, dà l’impressione che le loro tesi siano egualmente sostenibili». Anche il Jerusalem Post entra nella polemica, ricordando come l’articolo svedese (senza prove) sul traffico d’organi dell’esercito abbia già spinto i siriani a chiedere un «processo per atti criminali» d’Israele e l’Autorità palestinese a nominare una commissione d’inchiesta sulla denuncia. La querelle col Mundo , però, tocca la sfera sensibile delle opinioni. E il giornale spagnolo non si è scomposto più di tanto. L’intervista di Irving verrà pubblicata senza censure, promette la direzione. Perché lo scopo è proprio d’offrire, sulla Seconda guerra mondiale, «visioni innovative e sorprendenti »: nel caso, chi meglio di Irving?
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