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Mettere ordina in casa propria 03/09/2009

Carissimo Ugo Volli

innanzittutto la ringrazio per il lavoro che fa a difesa di Israele e del suo Stato nel difendere il nostro popolo sempre vittima di calunnie e accuse. Bisogna riconoscere che fate un buon lavoro di fronte alla mistificazione dei fatti e degli avvenimenti e della storia che quotidianamente viene fatta sui giornali e in tv. Leggo con stupore e incredulita' il suo articolo riguardante le yeshivot di Gerusalemme e con tutto il rispetto ne condanno senza riserve il contenuto. La generalizzazione che Lei fa e' alquanto sconcertante. Tutti sono d'accordo nel condannare le ''violenze'' degli ultraortodossi (lo hanno fatto anche importanti rabbini ortodossi) e chi non lo fa a mio avviso sta errando. Non possiamo condannare un'intera classe sociale (piu di 700000 persone, il 10% della popolazione israeliana) per i comportamenti ingenui di alcuni individui. Ovviamente i loro comportamenti sono contrari a qualsiasi principio religioso pero' , non sto assolutamente giustificando, la provocazione per loro e' stata assai grande. Lei non puo capire quanto per noi ebrei sia grave la profanazione del Sabato e sicuramente Lei non capisce o non vuole capire che quello ebraico e' un popolo che vuole essere differente con i suoi comportamenti (non necessariamente una teocrazia tipo Iran come stara' sicuramente immaginando) con un sistema legale che dovrebbe riconoscere la legge ebraica e non le realta' aihme' immorali seppur democratiche.L'ebraismo e' un modus vivendi che accompagna l'ebreo in ogni fase della sua vita e purtroppo molti sionisti hanno effettivamente tradito tutto cio.'' La tradizione culturale e religiosa'' e' viva e sempre piu forte nella realta' israeliana anche se Lei non se ne accorge. I valori che si trasmettono e la saggezza che emana da quegli ambienti sono una luce per tutto il mondo. La inviterei a passare una giornata in una delle yeshivot per capire l'aria che si respira, l'amore per le persono e per D-o, i valori che si trasmettono, per vedere se altrove esiste qualcosa del genere. Capisco che non e' facile entrare in questa realta' e capirla ma perlomeno non si dovrebbe giudicare senza conoscere. Gli ''insegnamenti delle yeshivot , una volta famose per la loro dottrina'' sono vivi, puri e diffondono una morale molto profonda e sono famose ancora per la loro dottrina. Gia in un altro articolo di un suo collega avevo riscontrato dei pregiudizi molto forti riguardo al mondo ortodosso (articolo relativo all'uccisione dei gay) e scusi se mi permetto ma l'informazione per essere corretta deve essere piu accurata e precisa e mi dispiace dirlo ma non mi sembra che conosciate bene il mondo religioso ebraico che pur essendo complesso e vario presenta delle peculiarita' uniche . La ringrazio per l'attenzione.
Distinti saluti
Joseph

Caro Joseph,
sono ebreo anch'io e so cos'è il sabato. Ma, mi spieghi, perché sconsacrare il sabato tirando pietre per impedire che sia sconsacrato? Perché non concentrarsi sullo studio e sulla preghiera, lasciando che gli altri facciano secondo quel che credono e ne portino la responsabilità. E perché solo a Gerusalemme e solo per quel parcheggio? Ci sono centinaia di negozi, alberghi e ristoranti aperti di Shabbat a Gerusalemme, migliaia in tutta Israele. Non sarà che qualcuno ha deciso di fare un punto politico su questa faccenda, magari per stabilire che senza un accordo con la Edà Haredit Gerusalemme non si governa? E non sarà che gli altri gruppi se ne stanno buoni e zitti per non sembrare meno ortodossi? E il fatto che tutti i giornali israeliani parlino solo di Haredim, senza distinguere, e senza che nessuno scriva apertamente "noi della corte hassidica tal dei tali non siamo d'accordo, troviamo inaccettabile chiamare la polizia "gestapo sionista" come fa Satmar in pubblici manifesti" non è una presa di corresponnsabilità? E queste yeshivot pure, che lei ritiene intatte, alimentano o no un clima in cui centinaia di giovani tirano sassi sulla polizia, sequestrano e cercano di linciare il sindaco nella sua macchina, rompono oggetti di proprietà pubblica come semafori e cassonetti, ancora ieri distruggono la macchina di un tassita arabo che passava per Meà Shearim senza far nulla di male? Chi li educa questi ragazzi? Chi li autorizza a vestirsi secondo la tradizione hassidica? E se bisogna distinguere fra haredim buoni e cattivi, fra yeshivot pure e impure, avrebbe lei la cortesia di farmi i nomi e i cognomi di coloro che suscitano i disordini? C'è qualcuno che li isoli?
Cordialmente

ugo volli


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