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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Il Foglio Rassegna Stampa
03.09.2009 E' Ernst Uhrlau il mediatore tedesco fra Hamas e Israele per la liberazione di Gilad Shalit
Intanto Israele rilascia 9 esponenti di Hamas

Testata: Il Foglio
Data: 03 settembre 2009
Pagina: 1
Autore: La redazione del Foglio
Titolo: «Chi è lo spione tedesco che in Egitto media tra Israele e Hamas - Israele rilascia 9 parlamentari di Hamas»

Riportiamo dal FOGLIO  di oggi, 03/09/2009, in prima pagina, l'articolo dal titolo " Chi è lo spione tedesco che in Egitto media tra Israele e Hamas " e la notizia dal titolo " Israele rilascia 9 parlamentari di Hamas  ". Ecco gli articoli:

Il FOGLIO - " Israele rilascia 9 parlamentari di Hamas "

Israele rilascia 9 parlamentari di Hamas che erano stati arrestati dalle forze di sicurezza israeliane dopo il rapimento di Gilad Shalit nel giugno 2006

Il FOGLIO - " Chi è lo spione tedesco che in Egitto media tra Israele e Hamas "

 Gilad Shalit   Ernst Uhrlau

Il Cairo. Lo Spiegel lo chiama “l’onesto mediatore di Berlino”. E’ lo 007 tedesco al centro della trattativa tra Israele e Hamas per la liberazione del soldato Gilad Shalit. Ufficialmente è ancora senza nome. Hanno chiesto al vice portavoce del governo, Klaus Vater, se è il capo del Bnd (i servizi segreti tedeschi) in persona, Ernst Uhrlau. “No comment”. Il negoziato sulle sorti del caporale rapito nel 2006 è il preambolo necessario alla ripartenza del processo di pace e per questo la Germania schiera proprio Uhrlau, capo dei servizi dal 2005 ed esperto mediatore. Nel 2004 negoziò tra Gerusalemme e gli Hezbollah libanesi per uno scambio di prigionieri a condizioni asimmetriche: Israele liberò 435 palestinesi e libanesi in cambio dell’imprenditore Elhanan Tannenbaum, preso nel 2000 durante un viaggio d’affari in Libano, e dei segreti che avrebbe potuto rivelare. Ha avuto un ruolo di spicco pure nello scambio del 2008 – prigionieri palestinesi contro salme di soldati israeliani – anche se il mediatore sul campo sembra sia stato Gerhard Conrad, ex capo dell’ufficio del Bnd a Damasco. Uhrlau, 62 anni, conosce a menadito i meandri dei servizi ma anche del Kanzleramt. Uomo dell’Spd, ex capo della polizia di Amburgo, arrivò a Berlino nel 1998. Lì fu nominato capo della Sezione VI, che risponde direttamente al capo dell’ufficio della cancelleria: dal 1999 al 2005 era l’attuale sfidante alle elezioni di Angela Merkel, Frank-Walter Steinmeier. Giocò un brutto tiro al suo superiore: durante un’interrogazione parlamentare nell’estate del 2006 ammise che i servizi sapevano già dal 2004, cioè pochi mesi dopo, del rapimento in Macedonia per conto degli americani di Khaled al Masri, un cittadino tedesco libanese, una verità fino a quel momento sempre negata da Steinmeier così come dall’allora ministro degli Interni, Otto Schily, anche lui Spd. Due anni dopo dovette invece rispondere delle intercettazioni a danno di Susanne Koelbl, una reporter dello Spiegel. Gli 007 avevano messo sotto sorveglianza il ministro per il Commercio afghano Amin Farhang e anche spulciato la sua corrispondenza online con la giornalista. Il successore di Steinmeier al Kanzleramt, il cristianodemocratico Thomas de Maizière, ha affiancato a Uhrlau tre vice (che rispondono direttamente a de Maiziére), mentre la Große Koalition ha deliberato il trasloco entro il 2012 del quartier generale del Bnd dall’idillica e sonnacchiosa cittadina bavarese di Pullach a Berlino, cioè a due passi dal centro nevralgico del potere. Uhrlau rimane in sella, seppur ridimensionato nei poteri: forse anche per i segreti che custodisce, è meglio tenerselo vicino. Restano per esempio ancora inevase le domande sul ruolo del Bnd durante la guerra americana in Iraq, che l’allora cancelliere Schröder trasformò in cavallo di battaglia – “Con noi non si fanno guerre” – per essere rieletto nell’autunno 2002. Perché due agenti della Bnd nella capitale irachena fornirono informazioni strategiche agli americani durante la conquista di Baghdad? Spiegel scrive che sono stati gli israeliani a chiedere l’intervento del Bnd nella vicenda Shalit: “Quando si tratta di medio oriente, il Bnd ha fama di essere un intermediario capace quanto leale”.

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