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Il Messaggero Rassegna Stampa
31.08.2009 La storia di Donato Manduzio, il Mosè di Puglia
Raccontata da David Meghnagi

Testata: Il Messaggero
Data: 31 agosto 2009
Pagina: 17
Autore: David Meghnagi
Titolo: «Il Mosè di Puglia»

Riportiamo dal MESSAGGERO di oggi 31/08/2009, a pag.17, l'articolo di David Meghnagi dal titolo " Il Mosè di Puglia ".

 Donato Manduzio

Nel pieno dell'italia fascista, Donato Manduzio, un bracciante pugliese riceve in dono da un compaesano una Bibbia che aveva ottenuto da un predicatore pentecostale. Leggendo la Bibbia, l'uomo si appassiona e si identifica coi personaggi e con la storia. Decide di chiamarsi Levi e si attiene scrupolosamente alle prescrizioni indicate nel Deuteronomio, Festeggia il sabato e non mangia cibi vietati. Celebra le feste ebraiche e raccoglie intorno a sé un nucleo di seguaci, in un' Italia che si appresta a consumare il suo più grande crimine contro una minoranza che era stata fedele al proprio paese e che si era illusa sino all'ultimo che bastasse amare e immolarsi per la patria per esserne accettati - in un paese sperduto della Puglia, un bracciante che lavora duramente la terra, si scopre ebreo. Avendo ricevuto in dono una Bibbia, l'aveva cominciata a leggere con passione. Il racconto della schiavitù in Egitto raccontava la storia di milioni di oppressi della sua dolorosa terra. Quella dell'esodo raccontava le speranze inespresse della sua gente. Come non poteva identificarsi. In un'epoca in cui per gli ebrei nel mondo vi era da temere anche per il proprio nome, decise di chiamarsi Levi, Donato Manduzio si attenne scrupolosamente alle prescrizioni della legge di Mosè, e radunò attorno a sè un primo nucleo di seguaci. Conpose in italiano canti ispirati ai Salmi che ricalcano nei suoni non pochi elementi della liturgia locale, Manduzio non sapeva che prima dei secoli bui dell'inquisizione che obbligò gli ebrei a vivere nei ghetti, il Meridione era disseminato di comunità ebraiche e che la parola del Signore veniva da Otranto ,come in molti amavano dire parafrasando le Scritture. Quando venne a sapere che gli ebrei non erano scomparsi, iniziò a cercarli, Prese contatti con le comunità ebraiche italiane. Si rivolse a loro come fratelli da cui era vissuto separato e loro ne furono un po' spaventati e preoccupati di fronte alle possibili ripercussioni che tutto questo avrebbe potuto avere sulla loro incolumità e sulla loro sicurezza. I rapporti furono dapprima infruttuosi e in certi momenti conflittuali, ma infine condussero questa piccola comunità verso una piena integrazione nell'ebraismo. A venire in aiuto della piccola comunità che si era formata, furono i soldati ebrei incorporati nel corpo di armata britannico, sbarcati nel 43 per liberare l'italia dal giogo dell'occupazione nazista, L'incontro coi seguaci del Mosè di Puglia con i soldati che venivano dal futuro Stato di Israele e che parlavano ebraico, segnò una svolta. All'indomani della guerra, quasi settanta persone decidono di trasferirsi in Israele. A restare sono in quattro donne, tra cui la vedova di Manduzio che silenziosamente continuerà l'opera del marito, radunando intorno a sé le amiche per le preghiere del sabato e delle festività ebraiche. Nel frattempo dal Meridione, alle comunità ebraiche italiane giungono dei segnali di interesse a testimonianza di una presenza più antica che non è andata del tutto cancellata, e che nell'impatto con i cambiamenti culturali intervenuti nel mondo moderno per vie proprie riscopre una storia più antica e chiede di saperne di più . A Trani, dopo una complicata trattativa con le autorità ecclesiali e locali, una delle quattro sinagoghe che etano state trasformate in chiese, è restituita al suo vecchio culto. Rispondere a queste richieste, prima che il vuoto venga coperto da altri, è per le comunità ebraiche italiane necessità, La decisione di scegliere la Puglia con molte sue città, come sede guida della Giornata della cultura ebraica, meritevolmcnte accolta dalla Regione, trova qui una sua ragione politica e culturale. Ma nella decisione che accomuna la scelta dell'Unione delle comunità ebraiche e quella della Regione Puglia, vi è dell'altro e l'intenso programma di iniziative sta a testimoniarlo. Come del resto è emerso (nella tavola rotonda dello scorso anni) a Bari alla quale ho partecipato e dove fu annunciata la decisione. Ci sono ragioni  più ampie che hanno spinto a guardare verso Mezzogiorno. La Puglia è uno dei più importanti snodi europei di questo grande e piccolo mare. Dalla Puglia si guarda all'antica Grecia e alla striscia di terra madre in cui ha preso corpo e si è sviluppata la civiltà ebraica. Dalla Puglia si guarda alla culla del cristianesimo, al mondo arabo e all'Oriente pi lontano. L'identità dell'Europa così come è oggi la conosciamo, sarebbe impensabile senza i grandi contributi che sono venuti dall'altra sponda del mare. Spesso lo si dimentica. In un'epoca difficile in cui gli spati idcntitari rischiano di chiudersi a riccio, tornare a ripeterlo pu diventare una necessità perché le due sponde del mare tornino a guardarsi amichevolmente e il sentimento della responsabilità che dovrebbe accomunare chi vi abita possa dispiegarsi per il bene di tutti.

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