Riportiamo dalla STAMPA di oggi, 29/08/2009, a pag. 9, l'articolo di Maurizio Molinari dal titolo " Ferito principe saudita. “I Paesi del Golfo nel mirino di Al Qaeda” ".
Un piano di attacchi contro gli impianti petroliferi negli Emirati Arabi, cellule all’opera in Kuwait e il fallito attentato al principe Mohammed bin Nayef, capo dei servizi di sicurezza sauditi: nel mirino di Al Qaeda ci sono le monarchie del Golfo e all’origine di questi piani vi sarebbe Saad bin Laden, figlio di Osama, mandante dell’11 settembre.
A svelare l’esistenza dei complotti contro gli Emirati sono state le Guardie rivoluzionarie iraniane perquisendo a Zahedan, nel Beluchistan, l’abitazione trasformata in base operativa da quattro uomini, di età fra i 18 e 26 anni, dove sono state trovate mappe e foto del complesso petrolifero della compagnia svizzero-olandese Vitol a Fujairah. Il blitz dei pasdaran coincide con il fatto che Vitol è uno dei maggiori esportatori di carburante e prodotti petroliferi in Iran, che vengono presi dalle riserve della raffineria di Fujairah e trasportati nel porto di Bandar Abbas. I quattro miliziani sono riusciti a raggiungere gli Emirati e, sebbene Teheran abbia scelto di non informare Dubai di quanto aveva scoperto, le notizie relative al piani di Al Qaeda hanno fatto scattare misure di massima sicurezza nel timore di attacchi anche contro altre infrastrutture petrolifere.
Quasi in coincidenza con la scoperta del covo di Zahedan, nella prima metà di agosto le forze di sicurezza del Kuwait hanno catturato una cellula di Al Qaeda intenta a pianificare attacchi contro impianti strategici, infrastrutture petrolifere e basi americane. La sovrapposizione fra i due eventi ha portato i servizi di intelligence occidentali a trarre la conclusione che «Al Qaeda sta tentando di mettere a segno attacchi contro le nazioni del Golfo più vicine all’Occidente».
È in questa cornice che ieri un attacco kamikaze a Gedda ha tentato di eliminare Mohammed bin Nayef, principe wahabita nonché viceministro degli Interni a capo delle forze di sicurezza del regno. Da quando Al Qaeda iniziò gli attentati contro l’Arabia Saudita, nel 2003, è la prima volta che prova a eliminare un componente della famiglia reale. Bin Nayef è sopravvissuto e, secondo fonti di Riad, avrebbe subito solo ferite minori ma, trattandosi di uno degli uomini più potenti della monarchia - indicato da molti come possibile erede al trono di Abdullah -, il fatto stesso che l’attentato sia avvenuto dimostra il livello di capacità di azione del gruppo «Al Qaeda nella penisola arabica». Il kamikaze era un terrorista ricercato che si è offerto di collaborare con la giustizia consegnando solo al principe i segreti di cui disponeva, facendo leva sulle norme islamiche che durante il mese di Ramadan obbligano a ricevere gli ospiti. Una volta arrivato in sua presenza, si è fatto esplodere riuscendo però a uccidere solo se stesso.
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