Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 28/08/2009, a pag. 41, l'articolo di Maurizio Porro dal titolo "I misteri del Trio Lescano. Thriller sulle cantanti 'spie'".
Trio Lescano
MILANO — Basta accennare «Maramao perché sei morto»? o «Tuli Tuli, Tuli-pan», che viene subito evocata un’epoca. Sono i biglietti da visita dell’Italia di regime dal 1935 al ’45 con quelle tre sorelline intonate che venivano dall’Olanda, ebree da parte di madre: erano Sandra, Giuditta, Ketty Leschan; Trio Vocale sorelle Lescano, la garanzia della tragica superficialità d’epoca, del delirio futurista (oggi infatti le reincarnano tre drag queen, Le sorelle Marinetti) quando si cantava «Ma le gambe» e «Il pinguino innamorato ». Ed ecco «Le ragazze dello swing», nuova fiction di Maurizio Zaccaro sul set in autunno: accanto alle canzonette ci sarà la storia segreta di queste tre ragazze adorate dal pubblico, tollerate dal regime, infine per le leggi razziali castigate, anche se un documento ora scoperto in una casa d’aste proverebbe che il duce, ammiratore, abbia concesso loro la cittadinanza italiana d’accordo col re. Nel 1943, con l’accusa di spionaggio, le sorelle vennero arrestate e condotte a Genova, nel carcere Marassi dove, per la loro conoscenza del tedesco, furono costrette a fare da interpreti negli interrogatori ai partigiani. Furono avvistate in una pensioncina a Saint Vincent fino al ’44, poi, finita la guerra, la più giovane delle sorelle, Ketty lasciò il trio. Le altre due partirono per il Sudamerica dove continuarono a cantare fino al 1952. Poi di loro non si è saputo più nulla.
«L’idea del film che ho scritto con la mia complice Laura Ippoliti, che per me è come un Grillo Parlante, nasce dalle chiacchiere appassionanti col mio amico scrittore milanese Gabriele Eschenazi che da tempo sta scrivendo un libro sul Trio Lescano e con cui abbiamo sviluppato questa parabola artistica e politica». Ma è difficile ritrovare le fonti, le voci, i dischi, i documenti, i testimoni. «Ci sono nella storia colpi di scena, come l’arresto delle Lescano durante un concerto al teatro Grattacielo di Genova, da lì condotte al Marassi. È un racconto pieno di buchi neri ma riempito col cinema: una vita che è una sceneggiatura. Oggi rimangono solo alcune delle molte canzoni incise, una manciata di foto, qualche film d’epoca come un documentario olandese. Perciò ci siamo sentiti più liberi, non solo di documentare la storia di quelle tre, ma di evocarle e farle rivivere, rispettando le sorprese del cinema, non di quella fiction che spiega tutto e subito, detta 'Vedi e getta'».
Prodotto da Susanna Bolchi per Rai e dalla Casanova di Barbareschi, il film diventa un cruciverba amarcord per chi ha lunga memoria, ma anche un thriller politico in cui le sorelline furono perfino accusate di lanciare, spie degli anglo americani, messaggi in codice proprio cantando «Tuli-pan». «Infatti noi rispettiamo anche questa leggenda, c’è nel film l’interrogatorio. Quello che è certo è che dal ’39 al ’43 il governo era allarmato dalle Canzoni della Fronda, pronte a essere interpretate dal pubblico in chiave ironica con riferimenti non casuali al regime. 'Maramao' fu tra le prima ad avere guai (si disse che era una parodia della vicenda di Galeazzo Ciano, ndr. ). Poi 'Pippo non lo sa' con riferimenti ai gerarchi, 'Crapa pelada' dei Cetra e 'Tulip time', brano pop americano, che rese sospette le Lescano».
Che infatti da allora, dopo la scoperta dell’ascendenza ebraica, non vissero più nel mondo dorato di microfoni (nel ’38 guadagnavano mille lire al giorno, altro che al mese) e furono spedite all’inferno. Per le nuove Lescano l’autore cerca da mesi ragazze non italiane e brave canterine, se possibile somiglianti all’originale. «Ripenso a quel che diceva Bresson al momento di scegliere il cast: non mi importa ciò che gli attori mi mostrano ma quello che mi nascondono ». Tra poco Zaccaro andrà ad Amsterdam, dove un centinaio di ragazze prepara gorgheggi, il 26 ottobre il primo ciak: «E ringrazio i produttori di aver acquistato i diritti di ben 12 pezzi dell’epoca che le mie nuove Lescano canteranno » .
Una di loro, Alexandra, la maggiore, sarà sicuramente la bella ungherese Andrea Osvart, mentre la ex Emmanuelle Sylva Kristel farà mammà, Marina Massironi sarà una prostituta frequentata da Giuseppe Battiston, il cinico ma simpatico impresario, Gianni Ferreri colui che per primo le lanciò, Maurizio Marchetti il gerarca Ferrante. Nel corso della storia si incontrano personaggi noti dello swing del tempo, dal grande Kramer Gorni (nome e cognome) al maestro Pippo Barzizza, da Rabagliati a Panzeri. Ancora una volta, dopo «Lo smemorato di Collegno », torna in flash back all’epoca di regime. «Sì all’Italia cialtrona che ho studiato in film capolavoro come Il federale e Una giornata particolare , cercando di inserire anche aspetti meno noti e tragicamente buffi, come il tentativo da parte di Starace di spostare il Capodanno dal 31 dicembre al 28 ottobre, la marcia su Roma. E le Lescano erano comunque le canterine del potere » .
Nel titolo c’è anche la leggerezza dello swing? «Erano ragazze come tante altre, ma straniere in un mondo chiuso e autarchico: anche se star dovevano ogni sei mesi rinnovare il permesso di soggiorno, come fanno oggi tanti immigrati. Lo swing era il loro dono e lo portarono attraverso l’Eiar, la Rai dell’epoca, nelle case e nei teatri». Quale era la loro arma di seduzione? «Sembra strano, ma la loro origine straniera, il loro accento bizzarro che portava allegria e speranza in anni d’autarchia quando il concerto Armstrong era annunciato sui poster come una grande serata musicale con Luigi Braccioforte, sfidando ogni senso del ridicolo».
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