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Informazione Corretta Rassegna Stampa
26.08.2009 Quattro brutti ceffi a Yad Vashem
Lettera da Gerusalemme, di Angelo Pezzana

Testata: Informazione Corretta
Data: 26 agosto 2009
Pagina: 1
Autore: Angelo Pezzana
Titolo: «Quattro brutti ceffi a Yad Vashem»


Mary Robinson, Desmond Tutu, Jimmy Carter, Fernando Cardoso

Se la parola indignazione ha ancora un senso, allora chiamerò così il mio stato d’animo quando questa mattina ho visto a pagina 2 del Jerusalem Post la foto di tre brutti ceffi ripresi allo Yad Vashem (il Museo della Shoà a Gerusalemme) mentre con aria compunta, quasi addolorata, se ne stanno in piedi davanti alla fiamma eterna che ricorda lo sterminio nazista degli ebrei d’Europa. I brutti ceffi sono Mary Robinson, l’ex presidente irlandese, ma soprattutto regista di Durban I nel 2001, quella fiera dell’antisemitismo e dell’odio contro Israele, di recente insignita della massima onorificenza al valor civile americana da Obama, malgrado le proteste levatesi in tutto il mondo, Desmond Tutu, Premio Nobel, credo per la pace e arcivescovo anglicano sudafricano, anche lui insignito della Medaglia al Valore da Obama, che non perde mai occasione per scagliarsi contro lo Stato ebraico, e, last but not least, Jimmy Carter, sul quale non è il caso di spendere parole, visto che è universalmente noto essere a fianco, davanti e dietro alla maggior parte delle iniziative, siano esse Ong o editoriali, che promuovono pregiudizio, disinformazione, menzogne, insomma, tutto quanto l’armamentario del perfetto odiatore d’Israele. Brutti ceffi non rende bene l’idea, mascalzoni e farabutti sarebbero più appropriati, ma aggiungerei anche involontariamente autorivelatisi per quel che sono, perchè il quartetto (in effetti c’è un quarto, l’ex presidente brasiliano Fernando Cardoso, del quale so soltanto che deve sentirsi a suo agio in compagnia degli altri tre) hanno scelto una lugubre definizione per suggellare il patto che li unisce. “ The Elders”, si sono chiamati, immemori – ma forse no, chissà – del titolo di un libro che diede inizio, ai primi del ’900 , alla pubblicistica antisemita a diffusione internazionale. Erano i tristemente famosi Protocolli degli Anziani (Elders, appunto) di Sion, un falso della polizia zarista, nel quale gli ebrei venivano accusati di complottare per impadronirsi del mondo. Un libraccio che ancora oggi è un best seller in tutto il mondo arabo e musulmano, ripeto, in tutto il mondo arabo e musulmano, non soltanto in Iran o a Gaza, ma in tutti i paesi islamici cosidetti moderati, Egitto in testa. I quattro hanno quindi, giustamente, deciso di chiamarsi con quel nome che evoca un orribile serie di massacri e stermini di ebrei, e, considerando quel che succede oggi, di grande attualità. Carter era anche stato contattato dalla famiglia di Gilad Shalit, che percorre tutte le strade possibili per liberarlo, quindi è comprensibile che abbiano pensato a lui, viste le sue ottime entrature con i nemici di Israele. Non è nemmeno da escludere che Carter possa farsi interprete di una qualche azione umanitaria, soprattutto se per la liberazione di un ragazzo israeliano riuscirà ad ottenere l'uscita dalle carceri israeliane di centinaia di criminali palestinesi. La diplomazia ha le sue leggi che la giustizia non riuscirà mai a condividere, stamattina, infatti, è previsto che gli “ Anziani” siano ricevuti dal Presidente Shimon Peres, immagino i suoi sentimenti mentre stringerà quelle mani, ma anche questo fa parte del gioco di quella politica che finora non ha ancora avuto quel cambiamento che merita. Israele paga dei prezzi altissimi per mantenere intatte e forti le regole democratiche che si è data e che la governano. Accoglie persino i suoi nemici con il tappeto rosso, chè tali sono Robinson/Tutu/Carter/Cardoso, non importa, se così può avanzare sulla strada per la pace con chi vorrebbe vederne la scomparsa. Che questa sia la strada giusta è però ancora tutto da dimostrare, finora sono state strade senza uscita, da un tentativo all’altro, tutti falliti per quella che molti credevano fosse una intransigenza arabo-palestinese, menrte oggi è chiaro, per chi vuol vedere, che l’obiettivo vero non è lo Stato palestinese, ma la distruzione di quello ebraico, Il progetto procede, sostenuto negli ultimi tempi non solo più dai nemici dichiarati, ma da molti stati europei e dal governo americano a guida Obama, che sembra ipnotizzato al punto da non renderesi più conto di quello che fa. Da quando è stato eletto, non imbrocca una giusta, non solo per quanto riguarda il Medio Oriente. Qualcuno, fra i suoi consiglieri, gli ricordi che si trova alla Casa Bianca, non in uno studio di Hollywood.

Angelo Pezzana


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

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