Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 25/08/2009, a pag. 43, l'articolo di Francesco Battistini dal titolo " Gli ebrei di Tarantino scuotono Israele ".
Ritorneremo sul film di Tarantino quando sarà in programmazione nelle sale italiane.
Una scena del film
GERUSALEMME — Kill Hitler 1: «Io — dice Quentin Tarantino alla stampa israeliana — non so come mi sarei comportato al posto vostro, se avessi avuto a che fare con gente come i nazisti. Beh, o ti mangi il lupo o è il lupo che mangia te... Credo che molti ebrei abbiano pensato alla vendetta. Durante e dopo. E credo che, sì, ci avrei pensato anch’io ». Kill Hitler 2: «Negli ultimi trent’anni, i film sulla Seconda guerra mondiale ci hanno raccontato tutto della Shoah. Ma nessuno l’ha mai letta come una grande storia criminale, un thriller. Questo non è un film sull’Olocausto. È un film anni 60, tipo Quella sporca dozzina : un gruppo di ragazzi ebrei, una vendetta da compiere. Ammazzare i nazi che se no ammazzano te. Quando l’ho presentato al Memorial dell’Olocausto di New York, ed è stato accolto bene, prevedevo commenti del genere: 'Però Schindler’s List ...'. Ecco, non aspettatevi Schindler. Nel mio film c’è molto umorismo. E se metti l’umorismo in temi delicati, è comprensibile che qualcuno si senta toccato...».
Toccato, travolto, trafitto. Inglourious Basterds si copre di gloria nei cinema americani, come mai era accaduto a Tarantino.
Supera la prima del fuoco a Berlino, fra l’entusiasmo dei critici di Faz e Tagesspiele . Ma il 17 settembre si prepara alla platea più difficile e mica a Cannes: in Israele. Un posto dove la Shoah è da maneggiare con cura. Dove Spielberg non si sognerebbe mai di proiettare uno schiavo di Hitler che tira fucilate sui tedeschi o Benigni di mostrare l’ebreo che frega il kapò e dove invece la fantasia di Quentin — ebrei che scotennano i nazi, massacrano le Ss e inceneriscono il Terzo Reich — a parere di molti sfiora l’antistoricità, il politicamente scorretto.
«Kosher porno», il sogno proibito degli ebrei, l’ha definito un giornale. E il cineforum è già cominciato: «Non andrò a vederlo — dice Yehuda Bauer, storico della Shoah all’Università Ebraica, 19 libri sull’argomento, consulente di registi (Spielberg compreso) —. Quando si rovescia la storia, rappresentando ebrei carnefici e nazisti vittime, si commette un falso. Sia pure con la scusa dell’ironia. Ci sono stati casi di vendetta, ma pochissimi. Già noti. E ben diversi da come li racconta Tarantino. A lui interessa solo mostrare la violenza di quell’epoca, per fare soldi: una speculazione che non mi piace».
Fiutandolapolemica,ilquotidiano israeliano Haaretz ha mandato subito un giornalista in Germania a tastare l’umore dei tedeschi (domanda: sono pronti a vedersi torturare dalle loro ex vittime? Risposta: sì), per chiedere poi lo stesso ai suoi lettori. Ricevendo commenti meno unanimi, orgogli e rancori, umori divisi: «Grande Tarantino! È giusto che un film si domandi: che cosa sarebbe successo se?...» (Joan Stuchner); «Tarantino si crede Mel Brooks, ma non lo è» (Zendog); «Perché inventare una storia, quando c’è già la Storia? Gli ebrei hanno vinto, i nazisti hanno perso» (Benjamin); «Questo è revisionismo storico. Come ebreo, vi dico che nessuno della mia stirpe ha mai ammazzato i tedeschi. È successo il contrario. E l’unica vendetta possibile fu la fuga» (Billy Jack); «Ve l’assicuro: noi tedeschi siamo preparati a vedere questo film. Perché non stiamo ancora seduti sulle nostre rovine, non rimuginiamo. Spiacenti, ma siamo diventati uno dei Paesi più prosperi e pacifici del mondo!» (Robert, nipote di nazisti).
In Germania, la censura ha tolto le svastiche dai cartelloni del film. Forse, si farà lo stesso in Israele.
Un caso Tarantino farà bene al botteghino, anche se il regista è troppo scafato per abboccare. E quando s’insinuano le domande sull’antisemitismo, sa come rispondere: «L’attore che interpreta un ufficiale nazista, Christoph Waltz, ha un figlio rabbino». Davvero? E dove vive? «In Israele. Tutte le volte che avevo bisogno d’un parere, chiamavo lui».
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