Lettera aperta agli amici di Informazionecorretta.it 22/08/2009
Carissimi amici,
Pensavamo che non ci sarebbe stato più nulla e che ci avrebbe stupito l'Europa, invece, riesce ogni giorno a spostare il confine dell'assurdo qualche centimetro più in là… sempre di più verso il baratro. Sia nelle piccole che nelle grandi cose la resa del vecchio continente è costante, veloce, è senza fine…altro che Eurabia. Molto di più. Tutto cominciò, probabilmente, quando negli anni 70 il governo italiano accettò il "Lodo Moro". Il "Lodo Moro" era quell'accordo con Arafat, che tutti conoscono ma di cui nessuno vuole parlare e del quale non esistono documenti che lo comprovano, che permetteva ai palestinesi di trasportare liberamente armi ed esplosivo sul territorio italiano ed esponeva la popolazione ebraica italiana, considerata, di fatto, composta da cittadini di serie "B", ad attentati come poi avvenne a Roma. Il governo italiano di allora credette erroneamente, accettando questo ricatto, di essersi fatto un'assicurazione contro gli attentati sul territorio nazionale, la storia gli dette torto, perché l'Italia fu comunque insanguinata da diversi atti terroristici. La cosa più grave, se vogliamo, e che riuscì a mostrare il ventre mollo di un continente diviso politicamente e incapace di difendersi. Da allora, stretta fra il ricatto del petrolio e le minacce di violenze che possono scatenarsi in qualsiasi momento, all'Europa non è rimasto altro che accettare in silenzio tutti quei cambiamenti che vengono imposti in nome della normalizzazione con un'immigrazione che, oltre a non volersi integrare, pretende un cambiamento da parte degli occidentali verso i loro modi di agire e di pensare. Possiamo allora capire il perché dei veli, di fatto od obbligatori sulle teste delle donne arabe e, in qualche caso, il perche' dei loro volti coperti. Abbiamo poi avuto l'ultima novità estiva, i Burkini, costumi da bagno islamici che coprono il corpo delle donne dalla testa ai piedi, che per il momento impazzano più sui giornali compiacenti che sulle spiagge nelle piscine italiane ma che dal prossimo anno, sono pronto a scommetterci, sarà entrato nel nostro mondo come lo hanno fatto il Kebab e il pane schiacciato. Un bel topless o un perizoma sulle spiagge marocchine, algerine, tunisine, libanesi, siriane, giordane, saudite kuwaitiane ecc. ecc. non lo vedremo mai vero? Ma queste sono cose piccole, cari amici, perché quelle grandi, quelle più gravi, stanno accadendo sotto i nostri occhi ma noi non riusciamo a rendercene conto perché, purtroppo, la nostra stampa "libera" tende a nascondere o a minimizzare. Dopo che il governo Berlusconi ha raggiunto un accordo con il leader libico Gheddafi per il pagamento dei danni di guerra, si tratta di 5 miliardi di euro che l'Italia dovrà versare nei prossimi anni, dentro il quale c'era la promessa di collaborazione da parte libica per un più attento controllo delle coste al fine di bloccare i barconi di immigrati clandestini diretti verso le coste siciliane. Visto che durante l'estate del 2009 il Canale di Sicilia è stato praticamente un'autostrada a senso unico verso l'Italia, sarebbe un'utopia chiedere a Palazzo Chigi di annullare gli accordi presi? Chissà quando il governo italiano chiederà conto a chi di dovere di tutto ciò, scusatemi se sono pessimista. In Inghilterra, se ne parla già da tempo, sembra che si stia prendendo seriamente in considerazione l'attuazione delle regole della Sharia nelle zone con alta densità abitativa di popolazione musulmana, questo, se dove veramente attuato, sarebbe l'ultimo atto di una resa sociale e l'inizio di una territoriale. Una resa senza condizioni. Abbiamo assistito in questi anni a cose che non troppo tempo fa' sarebbero state assurde, ma sembra che la misura ancora non sia colma. Ancora oggi i governi europei stanno svendendo gli ultimi scampoli di dignità nazionale e continentale. Il governo scozzese ha rilasciato il responsabile dell'attentato al volo Pan Am 103 che esplose sui cieli di Lockerbie causando la morte di centinaia di persone, giustificando questa decisione con dei motivi umanitari. Possiamo immaginare cosa abbiano provato i familiari delle vittime nel vedere le immagini, che giungevano dall'aeroporto di Tripoli, con quel terrorista assassino accolto da una folla festante come fosse stato un eroe nazionale. Ma non finisce qui, perché approfittando che l'attenzione dei media internazionali erano in quel momento rivolti proprio verso quest'ultimo fatto, il governo svizzero, energeticamente strangolato e con le casse delle sue banche svuotate dai petrodollari libici, si parla di diversi milioni di euro trasferiti verso altre banche europee, si è definitivamente piegato al ricatto libico e per bocca del presidente della confederazione elvetica Hans-Rudolf Merz si è scusato di aver fatto rispettare la legge sul proprio territorio nazionale. Si cari amici, avete capito bene, si è scusato di aver fatto rispettare la legge sul proprio territorio nazionale. La crisi politica fra Svizzera e Libia era cominciata con l'arresto di uno dei figli di Gheddafi, Hannibal e la moglie Aline. Arresto eseguito su denuncia di due domestici Hassan e Mona, arrivati da poco in Svizzera, che avevano deciso di denunciare i loro datori di lavoro per via dei maltrattamenti ai quali erano sottoposti. Tre giorni dopo la polizia federale arresta i Gheddafi: lui passa due notti in cella, lei in un centro medico. La coppia riparte per la Libia dopo aver pagato la cauzione e a questo punto scatta una vera e propria rappresaglia: due uomini d'affari svizzeri vengono arrestati in Libia, vengono inoltre ridotti i voli per la Svizzera e tagliate le forniture di greggio. La madre di Hassan passa un mese in un carcere libico e dopo essere stata liberata e' tornata in Marocco, dove i medici hanno accertato che durante la detenzione è stata stuprata e ha perso vari denti e del fratello ventiquattrenne scomparso di Libia non si sa più nulla. E la Svizzera che fa? Si scusa. Ci ritroviamo così, assurdo nell'assurdo, ad assistere impotenti alla demolizione, pezzo dopo pezzo, di un mondo nel quale vivevamo fino a pochi anni fa, una società, imperfetta, che garantiva pero' un minimo di libertà a tutti. Difficile, allo stato attuale delle cose, credere che questo minimo di libertà al quale siamo abituati potrà, un domani, continuare ad essere garantito, per cui cari amici l'unica cosa che ci rimane e che vi esorto a fare è quella di non arrendersi e di continuare a diffondere, con tutti i mezzi, quelle notizie che per comodità, paura o convenienza vengono sistematicamente falsate, ammorbidite o ignorate dalla stampa ufficiale, cercando nel nostro piccolo di mantenere alta l'attenzione di chi, come noi, ha a cuore il futuro della democrazia e della società, così come è nata dall'evoluzione storica europea.