Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 22/08/2009, a pag. 2, l'articolo di Lorenzo Salvia dal titolo "Sbarchi, tensione Italia-Malta La Chiesa evoca la Shoah ".
Paragonare la Shoah alla morte dei naufraghi è assurdo. La Shoah è stato lo sterminio sistematico di sei milioni di ebrei in quanto tali. E' stato intenzionale, studiato, organizzato. Monsignor Bruno Schettino, che critica l'occidente per l'immigrazione e accusa l'Italia di avere " gli occhi chiusi" dovrebbe riflettere sulle sciocchezze che dice. Ecco l'articolo:
ROMA — Diventa un caso politico e diplomatico la nuova strage di immigrati nel Canale di Sicilia. C’è il richiamo della Chiesa. Con L’Avvenire, il quotidiano dei vescovi, che parla di «Occidente ad occhi chiusi» come ai tempi della Shoah perché «nessuna politica di controllo dell’immigrazione consente di lasciare un barca carica di naufraghi al suo destino». E monsignor Bruno Schettino, presidente della commissione episcopale per le migrazioni, che giudica quanto accaduto una «grave offesa all’umanità ed al senso cristiano della vita». Mentre la tensione torna altissima fra Italia e Malta. Roma accusa La Valletta di non collaborare nel contrasto all’immigrazione clandestina e di avere pesanti responsabilità nella tragedia. Non solo per non aver soccorso il gommone, come avrebbe dovuto secondo le regole internazionali. Ma anche perché non ha avvertito nessuno dell’avvistamento se non quando ormai era troppo tardi e la strage si era consumata.
«Un comportamento indegno, con la fermezza il nostro governo ha già salvato centinaia di vite», dice il ministro Roberto Calderoli mentre si continuano a cercare i cadaveri delle altre 73 persone a bordo del gommone, al momento ne sono stati avvistati solo otto, e ad Agrigento la procura della Repubblica ha aperto un’inchiesta. Malta respinge gli attacchi, sostenendo che è stata «data assistenza secondo gli obblighi internazionali», e che gli immigrati si sarebbero rifiutati di salire a bordo della loro motovedetta per continuare il viaggio disperato verso Lampedusa. Una ricostruzione che però contrasta con il racconto dei cinque sopravvissuti. Non solo. Perché i maltesi dicono anche che, al momento dell’avvistamento, gli eritrei erano in buone condizioni mentre quando il giorno dopo sono stati salvati dalla guardia di finanza i cinque erano ormai allo stremo. Uno scambio di accuse che rende di nuovo difficili i rapporti fra i due Paesi, come già nell’aprile scorso sulla Pinar, la nave porta container che aveva salvato 142 immigrati e che rimase a lungo ferma nel Canale di Sicilia. Una tensione che cresce anche perché nelle ultime settimane proprio da Malta sarebbero riprese le traversate verso la costa siciliana, lontana poco più di un’ora di navigazione.
Il caso diventa anche terreno di scontro fra opposizione e maggioranza. Il segretario del Partito democratico, Dario Franceschini, accusa il governo di «scelte macchiate di xenofobia e razzismo» perché «norme immorali e ingiuste ostacolano il soccorso in mare». Gli ribatte Maurizio Gasparri, Pdl: «L’Italia non può rispondere di ciò che avviene al di fuori delle proprie acque territoriali. Noi i naufraghi li abbiamo sempre soccorsi». Dall’Udc Pier Ferdinando Casini dice che «nessuna legge può chiuderci gli occhi» e punta il dito sulle «promesse libiche che sembrano svanite in poche settimane». E su questo punto insiste anche il Pd, con Anna Finocchiaro, e l’Italia dei valori con Felice Belisario. La replica è del capogruppo al Senato della Lega Nord, Federico Bricolo: «Chi dice che gli accordi con la Libia non funzionano sbaglia e lo dimostrano i dati diffusi dal ministero dell’Interno». Da quando è operativo l’accordo con Tripoli gli sbarchi sulle nostre coste sono stati 1.116, circa un decimo dei 10.116 registrati nello stesso periodo dell’anno precedente.
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