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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
22.08.2009 La Chiesa cita a sproposito la Shoà, un paragone inaccettabile
La grave affermazione di Monsignor Schettino

Testata: Corriere della Sera
Data: 22 agosto 2009
Pagina: 2
Autore: Lorenzo Salvia
Titolo: «Sbarchi, tensione Italia-Malta La Chiesa evoca la Shoah»

Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 22/08/2009, a pag. 2, l'articolo di Lorenzo Salvia dal titolo "Sbarchi, tensione Italia-Malta La Chiesa evoca la Shoah ".

Paragonare la Shoah alla morte dei naufraghi è assurdo. La Shoah è stato lo sterminio sistematico di sei milioni di ebrei in quanto tali. E' stato intenzionale, studiato, organizzato. Monsignor Bruno Schettino, che critica l'occidente per l'immigrazione e accusa l'Italia di avere " gli occhi chiusi" dovrebbe riflettere sulle sciocchezze che dice.   Ecco l'articolo:

ROMA — Diventa un caso politico e diplomatico la nuo­va strage di immigrati nel Ca­nale di Sicilia. C’è il richiamo della Chiesa. Con L’Avvenire, il quotidiano dei vescovi, che parla di «Occidente ad occhi chiusi» come ai tempi della Shoah perché «nessuna politica di controllo dell’im­migrazione consente di la­sciare un barca carica di nau­fraghi al suo destino». E monsignor Bruno Schettino, presidente della commissio­ne episcopale per le migrazio­ni, che giudica quanto acca­duto una «grave offesa al­l’umanità ed al senso cristia­no della vita». Mentre la ten­sione torna altissima fra Ita­lia e Malta. Roma accusa La Valletta di non collaborare nel contrasto all’immigrazio­ne clandestina e di avere pe­santi responsabilità nella tra­gedia. Non solo per non aver soccorso il gommone, come avrebbe dovuto secondo le regole internazionali. Ma an­che perché non ha avvertito nessuno dell’avvistamento se non quando ormai era troppo tardi e la strage si era consumata.
«Un comportamento inde­gno, con la fermezza il no­stro governo ha già salvato centinaia di vite», dice il mi­nistro Roberto Calderoli mentre si continuano a cerca­re i cadaveri delle altre 73
persone a bordo del gommo­ne, al momento ne sono stati avvistati solo otto, e ad Agri­gento la procura della Repub­blica ha aperto un’inchiesta. Malta respinge gli attacchi, sostenendo che è stata «data assistenza secondo gli obbli­ghi internazionali», e che gli immigrati si sarebbero rifiu­tati di salire a bordo della lo­ro motovedetta per continua­re il viaggio disperato verso Lampedusa. Una ricostruzio­ne che però contrasta con il racconto dei cinque soprav­vissuti. Non solo. Perché i maltesi dicono anche che, al momento dell’avvistamento, gli eritrei erano in buone con­dizioni mentre quando il giorno dopo sono stati salva­ti dalla guardia di finanza i cinque erano ormai allo stre­mo. Uno scambio di accuse che rende di nuovo difficili i rapporti fra i due Paesi, co­me già nell’aprile scorso sul­la Pinar, la nave porta contai­ner che aveva salvato 142 im­migrati e che rimase a lungo ferma nel Canale di Sicilia. Una tensione che cresce an­che perché nelle ultime setti­mane proprio da Malta sareb­bero riprese le traversate ver­so la costa siciliana, lontana poco più di un’ora di naviga­zione.
Il caso diventa anche terre­no di scontro fra opposizio­ne e maggioranza. Il segreta­rio del Partito democratico, Dario Franceschini, accusa il governo di «scelte macchiate di xenofobia e razzismo» per­ché «norme immorali e in­giuste ostacolano il soccorso in mare». Gli ribatte Mauri­zio Gasparri, Pdl: «L’Italia non può rispondere di ciò che avviene al di fuori delle proprie acque territoriali. Noi i naufraghi li abbiamo
sempre soccorsi». Dall’Udc Pier Ferdinando Casini dice che «nessuna legge può chiu­derci gli occhi» e punta il di­to sulle «promesse libiche che sembrano svanite in po­che settimane». E su questo punto insiste anche il Pd, con Anna Finocchiaro, e l’Ita­lia dei valori con Felice Beli­sario. La replica è del capo­gruppo al Senato della Lega Nord, Federico Bricolo: «Chi dice che gli accordi con la Li­bia non funzionano sbaglia e lo dimostrano i dati diffusi dal ministero dell’Interno». Da quando è operativo l’ac­cordo con Tripoli gli sbarchi sulle nostre coste sono stati 1.116, circa un decimo dei 10.116 registrati nello stesso periodo dell’anno preceden­te.

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