Donald Bostrom, autore dell'articolo antisemita pubblicato dal giornale svedese Aftonbladet
Scusate se insisto, ma questa faccenda dei soldati israeliani che rubano il cuore ai palestinesi (non in senso sentimentale, ma nel senso fisico di rubare organi per i trapianti) è troppo bella per non meritare qualche approfondimento, così a caso, tanto per ridere.
Intanto sono contento di annunciarvi che "la Svezia non chiede scusa a Israele", come titola trionfalmente il Manifesto di oggi. Sembrava che l'ambasciata svedese in Israele avesse condannato il libello antisemita di Aftonbladet, ma «La condanna (dell'articolo) è il risultato dl valutazioni fatte solo dall'ambasciata a Tel Aviv a beneficio del pubblico israeliano», ha scritto ieri in un comunicato il ministero degli esteri svedese, che anzi ha rimproverato l'ambasciatrice Elisabet Borsiin Bonnier per l'improvvida iniziativa. Esponenti della sinistra nel paese scandinavo da parte loro hanno invitato l'ambasciatrice Bonnier a mostrare maggior rispetto per la libertà di stampa" (Il Manifesto). Che diamine, non vorremo mica proibire "I protocolli dei savi anziani di Sion" e "Main Kampf", libri praticamente obbligatori in metà del mondo arabo, su cui si è formata la dirigenza palestinese? La Svezia è o non è presidente di turno di Eurabia?
Il primo approfondimento è la risposta che il "giornalista" che ha fatto questo straordinario scoop, Donald Bostrom, ha dato ai giornali israeliani che immagino gli abbiano chiesto se c'era o ci faceva (l'antisemita). Lui ha risposto di essere un giornalista serio e anche buono ("My intention was serious and in order to do something good"), di non essere antisemita affatto, anzi che il suo articolo non riguardava opinioni (rispettabili?) come evidentemente lui considera sia l'antisemitismo, ma fatti. Quali fatti? "What I experienced [...] is many people from Israel who called me haven't read the article. So they think I'm accusing the IDF of stealing organs. That's not what I'm doing. I just recorded the Palestinian families saying that." [Mi sono accorto che molti israeliani mi parlavano senza aver letto l'articolo. Dunque pensano che io accusi l'esercito israeliano di rubare organi. Non è vero, io cito le famiglie palestinesi che fanno quest'accusa.]
Dunque il fatto sarebbe in queste accuse, che peraltro Bostrom non ha affatto verificato, sulla base dell'aurea massima del giornalismo "non rischiare mai di controllare, il tuo scoop potrebbe rivelarsi una bufala". Guardate la chiusa del suo pezzo: "We know that the need for organs in Israel is large, that an extensive illegal organ moving is ongoing and has been for a long time, that it is done with the blessing of the authorities, [...] And we know that the Palestinian young men disappeared, they were back five days later in secrecy at night, sewn up." [Sappiamo che in Israele c'è molto bisogno di organi, che da tempo e col permesso delle autorità vi è cresciuto un grosso mercato di organi. E sappiamo che i giovani palestinesi sono scomparsi e che sono stati riportati indietro di nascosto e di notte cinque giorni dopo, svuotati di organi]. Non vi sentite un brivido sottopelle? Siamo in pieno film di vampiri... Questo sì che è giornalismo.
Il secondo approfondimento per ridere è il modo in cui la stampa italiano ha riferito della faccenda. Il solo giornale che se n'è occupato, a quanto ho visto, è il "Manifesto". Perché vediate a che punto arriva l'ipocrisia della sinistra che si pretende intellettuale, vi riporto qui tutto il loro britannico articolo, che riporta l'accusa e la smentita, senza un briciolo di commento, neppure un aggettivo per distanziarsi dalla geniale accusa di Bostrom: "ISRAELE: STAMPA SVEDESE ANTISEMITA -Aftonbladet ha scritto di traffico organi di palestinesi - Israele ha reagito con ira ai servizio pubblicato dal quotidiano svedese Aftonbladet, il più diffuso del paese, in cui si afferma che soldati dello Stato ebraico hanno sequestrato giovani palestinesi per appropriarsi dei loro organi. Il vice ministro degli esteri israeliano Dany Ayalon ha chiesto al governo svedese «una dura condanna dell'articolo antisemita» mentre il portavoce del ministero, Ylgal Palmor, ha definito quanto pubblicato dal quotidiano di Stoccolma un esempio dl «isteria razzista nella sua forma peggiore». Nell'articolo di Aftonbladet, scritto dal corrispondente in Israele, Donald Bostrom, si citano palestinesi che affermano che loro figli sono stati rapiti da soldati per impadronirsi dei loro organi e si fanno riferimenti al recente arresto nel New Jersey di ebrei americani, inclusi alcuni rabbini, accusati di una sede di crimini, tra i quali anche quello di aver mediato la vendita di organi per trapianti." No comment. No comment del più intellettuale giornale di sinistra, e no comment mio al loro no comment. Sono senza parole. Magari la Rossanda, così brava a moraleggiare sulla storia saprà suggerirmene qualcuna. Com'è che un giornale intellettuale e di sinistra accetta senza discutere un'accusa che viene dal profondo medioevo? Forse la loro campagna sugli israeliani che ammazza "bambini palestinesi" a Gaza li ha corrotti fino a questo punto? A quando il prossimo pogrom?
Il terzo approfondimento ("follow the money") è un elenco dei finanziamenti in Israele e dintorni dell'agenzia svedese di collaborazione allo sviluppo (Swedish International Development Cooperation Agency, che molto opportunamente si sintetizza nella sigla SIDA, che è il nome francese dell'Aids) e altre entità apparentate (Diakronia, NDC, SMR): Alternative Information Center (AIC), 300 mila corone ($42.000) nel 2008; l'ong palestinese Al Haq (3 milioni di corone, $ 420.000); Physicians for Human Rights-Israel (900 mila corone, $ 126.000). E ancora Women's Affairs Technical Committee (WATC), Palestinian Medical Relief Society (PMRS), Jerusalem Center for Women (JWC), tutte organizzazioni propagandistiche palestinesi. Un posto a parte fra i finanziamenti svedesi meritano Palestinian Medical Relief Society (PMRS),diretta dal dottor Mustafa Barghouthi, quello che trovate spesso intervistato su Repubblica e dintorni a proposito delle "atrocità israeliane", cui ora si potrà aggiungere il commercio d'organi, e il progetto "The Nakba Memory, Reality and Beyond," (540 mila corone, circa $ 60.000), diretto da Sabel, uno dei leader della "teologia della liberazione palestinese" che conduce la campagna di boicottaggio e disinvestimento della chiesa luterana svedese (la quale non si è affatto pentita dell'appoggio fornito ai nazisti a suo tempo, ed è ancora accesamente antisemita). Va citato infine il progetto di "International Humanitarian Law" sostenuto da diversi fondi del governo svedese, che appoggia il Palestinian Center for Human Rights (PCHR) nella sua "lawfare" [guerra giuridica] che consiste nel cercare di portare Israele davanti ai tribunali di mezzo mondo, sperando di ottenere condanne per ufficili, funzionari, ministri, da usare poi per la propaganda.
Insomma, il buon Bostrom, con le sue accuse del sangue in versione postmoderna non è affatto solo. La presidenza di Eurabia è in buone mani. La stampa italiana anche. Vampiri dell'esercito israeliano, trapiantatori abusivi, succhiatori di sangue palestinese, tutti noi ebrei dobbiamo fare attenzione, la nostra ora è vicina!
Ugo Volli