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Ugo Volli
Cartoline
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Quella tutina azzurra lucida non ricorda anche a voi l'uniforme dell'ufficiale extraterrestre Spock di Star Trek? 19/08/2009

Quando l'Oriente incontra l'Occidente, accadono cose strane e meravigliose: la tragedia greca figlia del culto di Dioniso, il cristianesimo nato dall'ellenizzazione dell'ebraismo, le invenzioni cinesi come la bussola, la polvere da sparo e la stampa, i numeri arabi (in realtà indiani) e i deliziosi mandarini, intesi come frutti. Oggi siamo invasi da un'ultima straordinaria invenzione orientale (in realtà australiana, ma non è il nuovissimo mondo un satellite dell'Asia?): il burkini, il cui nome stesso viene da una contaminazione fra il nome di un atollo del Pacifico (estremo Occidente) e di un costume tribale (anti)femminile dell'Afghanistan (estremo Oriente).
Perché il nome di uno dei 19 atolli delle isole Marshall entrasse fra i simboli della liberazione del corpo femminile, vi si doveva svolgere un'esplosione atomica (26 aprile 1952, potenza 6,9 megaton). Ma perché il più medievale degli indumenti islamici arrivasse in Occidente, c'era bisogno dell'11 settembre e delle invasioni a bassa intensità che stanno trasformando il volto dell'Europa. Dunque questo nuovo indumento, che avete tutti sentito lodare dai giornali italiani, nasce esplosivo, con solide premesse militari. E in effetti, quella tutina azzurrina lucida con simil-casco che avete visto tutti nelle illustrazioni, non ricorda anche a voi l'uniforme dell'ufficiale extraterrestre Spock di Star Trek, quello col nasone e la fronte corrugata, che proviene dal pianeta Vulcano, a 16 anni luce da noi? Non c'è qualcosa in esso che scherma non solo gli indiscreti sguardi maschili, ma anche il laser, i proiettili di fucile, perfino i comuni coltelli da cucina? In questa variante della divisa di Superman (meno aderente, è chiaro e senza manto) non sentite un accenno a futuri superpoteri? Insomma, non vi sentite un po' intimiditi da tanta metallica integrità? Senza dubbio Santa Maria Goretti col burkini non avrebbe subito la sua disavventura e non avrebbe avuto bisogno di essere santificata. Volete mettere con il tenerume della pancia esposta nei domestici bikini di vostra zia? L'ibridazione col burka, che di fatto è una prigione ambulante, ma ricorda anche la divisa degli adepti del male del "Signore degli anelli", produce, letteralmente, miracoli.
A parte la fantascienza, il burkini ha questo di buono, agli occhi dei giornali italiani e anche della Chiesa (rappresentata in questa faccenda da sua eminenza Luigi Santambrogio, vicepapa, pardon vicedirettore di "Libero"): che dà l'impressione di permettere alle donne islamiche di partecipare ad alcuni piaceri tipici della nostra civiltà, per esempio il bagno in mare inventato dai soliti inglesi centocinquanta anni fa; ma mantenendo la schiavitù del corpo femminile che coperto "riaccende l'eros". Degli uomini, naturalmente, purché opportunamente perversi. Dunque può diventare la divisa ufficiale di Eurabia. Certo, per diventare veramente civili ci manca ancora l'harem, la lapidazione per gli adulteri e il taglio delle mani per i ladri. Ma certamente siamo sulla buona strada. Scusatemi, adesso vi devo lasciare, vado a indossare la mia armatura da spiaggia di autentico acciaio inossidabile. Rischio di affogare se entro in acqua, ma sono sicuro di suscitare desideri irrefrenabili: Borat, a noi due, riscatterò l'eros dell'Occidente.

Ugo Volli


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