Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 19/08/2009, a pag. 8, l'articolo di Antonio Ferrari dal titolo " Tariq Ramadan alla tv iraniana: quando un filosofo diventa ambiguo ". Consigliamo, inoltre, la lettura dell'articolo di Michelle Mazel dal titolo " Frère Tariq: Discours, stratègie et méthode de Tariq Ramadan " nella sezione International di IC.
Ecco l'articolo di Antonio Ferrari :
Nell’era del dilagante revisionismo e del fascino della provocazione ad ogni costo, ben pochi si sottraggono alle lusinghe del potere mediatico. Persino coloro che ci hanno impartito lezioni su «Islam e libertà », e che oggi sembrano riprodurre, specularmente, il messaggio dei tanti predicatori che ci volevano convincere che l’Islam è all’origine di tutti i mali.
Brutta pagina quella che ha scritto Tariq Ramadan, filosofo, scrittore e islamologo svizzero di origine egiziana, ma soprattutto censore di ogni forma di discriminazione. Brutta pagina al punto che il consiglio comunale di Rotterdam, che gli aveva affidato una speciale consulenza per favorire l’integrazione dei musulmani, ha deciso di licenziarlo in tronco.
Il problema non è tanto quello che il filosofo ha detto, ma quello che ha taciuto, non certo perché all’oscuro dei fatti. L’ambiguo guerriero dell’integrazione e della convivenza, dagli schermi dell’iraniana Press tv, e durante il programma «Islam and life», ha lanciato anatemi contro la discriminazione dei musulmani nelle università europee proprio nel momento in cui a Teheran si celebrava la vittoria-farsa o quasi-farsa del presidente Ahmadinejad. Ramadan ha dimenticato di citare che proprio in quelle ore veniva uccisa Neda, la ragazza diventata simbolo della resistenza contro la tirannia. Ma non ha sicuramente dimenticato che la Tv da cui parlava era finanziata da un regime sordo al rispetto della volontà del popolo e dei diritti umani.
È stato un giornale olandese, De Volkskrant , a segnalare per primo la scivolata del filosofo, e ben poco convincenti sono state le giustificazioni di Ramadan, che sostiene di condannare sempre repressioni e assassinii, lamentando poi la scarsa liberalità politica nei Paesi Bassi. Che lo scrittore, famoso per le sue provocazioni, fosse un personaggio scomodo si sapeva. Però stavolta ha attraversato la frontiera della decenza.
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