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A Panorama sanno chi è la Sabahi ? 19/08/2009

E-mail inviata al direttore di PANORAMA:

Egregio Direttore,
le scrivo a seguito della pubblicazione sulla rivista da lei diretta di un
articolo scritto da Farian Sabahi.
E le scrivo per informarla di alcuni episodi che probabilmente lei non
conosce, ma che le potranno
servire per comprendere la figura della Sabahi.
Personalmente ho avuto a che fare con lei fin dal periodo della sua
collaborazione a La Stampa, e, in
particolare, a seguito di due interviste fatte al professor Zagrebelsky e
allo scrittore A.B. Yehoshua.
Alla prima, nella quale, senza le necessarie conoscenze, la nostra scriveva
falsità su aspetti relativi al
culto ebraico del matrimonio, ho fatto rispondere dal Rabbino capo di Torino
Alberto Someck, il cui
intervento, seppure con alcune difficoltà, è poi stato pubblicato con grande
evidenza.
Alla seconda ho fatto rispondere direttamente dallo scrittore, al quale,
previa comunicazione al
Direttore, avevo inviato il testo dell'articolo. Le cito solo uno dei passi
nei quali la Sabahi aveva
falsificato il pensiero dell'intervistato: Yehoshua aveva detto: "l'Iran non
costituisce un pericolo SOLO
per Israele". Ma la Sabahi aveva scritto: "l'Iran non costituisce un
pericolo per Israele". Togliendo una
sola parola aveva capovolto completamente tutto il pensiero, e,
naturalmente, nel senso che faceva
comodo alla sua fede di "profondo rispetto" verso la rivoluzione
Khomeinista.
Una riprova di quali fossero i suoi pensieri sull'argomento lo si è potuto
verificare nello scorso mese
di luglio, allorquando, nella sede torinese del Circolo dei Lettori, ella,
in un dibattito presieduto da Piero Mercenaro,
iniziò il proprio intervento presentando un suo giovane amico al quale
cedette subito il microfono.
Grande fu lo sconcerto di tutti gli astanti quando costui iniziò spiegando
che la giovane iraniana Neda
in realtà non era mai stata uccisa, ma si era finta morta schiacciando una
bomboletta piena di
vernice rossa sul proprio viso. A quel punto i numerosi partecipanti alla
tavola rotonda, e, per primo,
lo stesso Mercenaro, dovettero togliere il microfono a questo giovane amico
della Sabahi che, mi è
stato poi riferito, sarebbe un dipendente del consolato iraniano.
Credo che questi tre episodi, da me vissuti in prima persona (ma di tanti
altri le potrei parlare), le
possono dare un'idea della pericolosità delle parole scritte e dette dalla
Sabahi.
Non credo, d'altronde, che questa possa neanche essere la linea politica
perseguita dalla rivista da Lei diretta, pur nella doverosa ricerca del
pluralismo delle idee, e, per tale ragione, ho pensato doveroso informarla
in prima persona. Troppo pericolose sono le posizioni della Sabahi, come
Lei stesso potrà verificare anche leggendo i testi scritti dalla Sabahi per
Le sue lezioni universitarie.
Rimango a sua disposizione per eventuali chiarimenti si rendessero
necessari, e, con l'occasione,
le invio cordiali saluti
Emanuel Segre Amar


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