Aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv
Essendo lo sport preferito dai pacifisti dei mezzo mondo quello di recarsi in Israele, o nei territori occupati, come vengono sempre definiti, anche se sotto amministrazione o sovranità palestinese, per frapporsi alle vigenti leggi, reclamando il diritto/dovere di infrangerle, la pretesa che lo Stato ebraico dica pure sì, accomodatevi, mi sembra davvero esagerata. Questa convinzione, che mi sembrava sensata anche prima che l’avvertissero le Autorità preposte, la vedo adesso avverarsi nel timbro che all’entrata in Israele, dall’Aeroporto Ben Gurion, vine messo sui documenti di entrata se l’intenzione è quella di andare, via Israele, nei territori palestinesi o a Gaza. In pratica un timbro che ne impedisce il ritorno per la stessa via. Ma come, si sono alzate subito le proteste, Israele ci impedisce di venire a rompere le scatole, creare disordini, e, quando va bene (perchè spesso l’obiettivo è pure questo) lasciarci anche il morto, e quel cattivo dello Stato ebraico non ci permette di usare il proprio territorio come se fosse casa nostra ? Ne è nata subito una Ong, ti pareva, dal nome solenne di “Right to enter”, capito ?, chiunque ha il diritto di entrare nel paese altrui e guai a chi si permette di impedirlo. E’ dallo scoppio della seconda intifada nel 2000 che Israele controlla chi entra con maggiore severità, visti gli ospiti che ne hanno approfittato negli anni nei quali i terroristi suicidi si facevano saltare in aria con eccessiva frequenza. Posso capire che possa dispiacere ai pacifisti che questo non accada più, grazie alla barriera di sicurezza che impedisce l’ingresso ai portatori sani di cinture esplosive, di israeliani non ne muoiono più a causa loro. Ma che adesso ci siano degli impedimenti a chi viene in Israele, con tutte le buone intenzioni, e i relativi finanziamenti, per impedire allo Stato ebraico di applicare le sue leggi, capisco che possa irritare molti. E pensare che una soluzione, se proprio vogliono visitare Gaza o i territori governati dall’Anp, ce l’avrebbero pure, sarebbe sufficiente che invece di passare per Israele, vi entrassero passando dall’Egitto per Gaza, e dalla Giordania per l’Anp. Com’è che non lo fanno ? Eppure, in questo modo, eviterebbero di mettere piede su questa terra dell’Apartheid, come loro definiscono la democrazia israeliana, non darebbero un soldo ai taxisti israeliani, nè si nutrirebbero di Pitta o Fefafel, negando un forte contributo all’economia dello Stato ebraico. Perchè insistere, perchè continuare a scendere in questo bellissimo aeroporto che è il Ben Gurion di Tel Aviv, quando ci sono Egitto e Giordania a disposizione ? E’ vero che hanno fatto la pace con Israele, ma,insomma, qualche peccato glielo si può anche condonare. Da parte mia spero che le Autorità, quelle con la A maiuscola, alle quali mi riferivo all’inizio, tengano duro, non mollino la presa, ingresso sbarrato a chi vuole entrare per sputarci in faccia.
Angelo Pezzana |