Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 17/08/2009, a pag. 10, il commento di Paolo Conti dal titolo " Se Ahmadinejad cerca di nascondersi dietro l'alibi delle donne ministro ", a pag. 12, l'articolo di Viviana Mazza dal titolo " Libera Clotilde Reiss. Ahmadinejad annuncia: 'Tre donne al governo' ". Ecco gli articoli:
Paolo Conti : " Se Ahmadinejad cerca di nascondersi dietro l'alibi delle donne ministro "
Ahmadinejad
Mahmoud Ahmadinejad non nasconde la sua soddisfazione annunciando che «almeno tre donne» entreranno nel suo nuovo esecutivo per la prima volta nella storia della Repubblica islamica nata dalla rivoluzione del 1979. Sicuramente Fatemeh Ajorlou sarà ministro degli Affari sociali, ha anticipato il presidente ormai al suo secondo (discussissimo) mandato, mentre Marzieh Vahid Dastjerdi sarà la nuova responsabile della Sanità. Ancora sconosciuta l’identità della terza designata. Alla tv, Ahmadinejad ha sottolineato la novità affermando che «con le decime elezioni presidenziali siamo entrati in una nuova era, le condizioni sono completamente cambiate».
È del tutto evidente il contrappasso mediatico che il presidente iraniano intende imporre: mi contestate come conservatore e invece vi sorprendo con tre donne ministro. Sarebbe fin troppo facile ricordare che già Kathami nominò vicepresidente della Repubblica una donna accorta, intelligente, progressista, ambientalista come Masumeh Ebtekar che diventò un suo ascoltatissimo consigliere politico. Ma non è questo il punto. Perché diventa oggettivamente impossibile vedere nella scelta di Ahmadinejad uno spiraglio di cambiamento mentre l’Occidente tanto ha faticato per vedere finalmente liberata (su cauzione) la cittadina francese Clotilde Reiss, condannata per spionaggio solo per aver partecipato alle proteste post-elettorali, costretta a «confessare» per evitare il peggio.
E diventa addirittura crudele ogni festeggiamento se si ricorda l’ultimo sguardo della giovane e bella Neda, trucidata in una via di Teheran solo perché stava partecipando a una manifestazione che in qualsiasi Paese libero e veramente democratico sarebbe stata serena, festosa. O se si pensa alla disperata denuncia dell’ex candidato riformista alla presidenza della Repubblica, Mehdi Karrubi, che continua a esporsi e a protestare per i morti in carcere «dopo torture e stupri».
L’autentica, cruda, sanguinosa verità sulla condizione femminile in Iran la conosce bene il premio Nobel Shirin Ebadi, avvocata di centinaia di iraniane private dei loro più elementari diritti civili. Non bastano tre donne ministro per cancellare tutto questo. E (forse) Ahmadinejad lo sa.
Viviana Mazza : " Libera Clotilde Reiss. Ahmadinejad annuncia: 'Tre donne al governo' "
Clotilde Reiss al processo in Iran
Tre donne nel prossimo governo dell’Iran. Sarebbe la prima volta nella Repubblica Islamica. La pioniera — prima e ultima donna ministro iraniana — Farrokhroo Parsa, nominata sotto lo Scià, fu fucilata dopo la rivoluzione del 1979 per aver «diffuso il vizio sulla terra e combattuto contro Dio».
A farsi promotore dei diritti femminili per guadagnare consensi è il presidente Mahmoud Ahmadinejad: ha detto alla tv di Stato che proporrà la parlamentare 43enne Fatemeh Ajorlu come ministro degli Affari sociali e Marzieh Vahid Dastjerdi, ginecologa ed ex parlamentare di 50 anni, alla Sanità — più una terza donna, non identificata. In serata, intanto, Parigi ha annunciato il rilascio su cauzione di Clotilde Reiss, ricercatrice francese di 24 anni sotto processo a Teheran per spionaggio per aver fotografato le manifestazioni di protesta dopo la vittoria di Ahmadinejad. Resterà nell’ambasciata francese fino al verdetto.
La scelta delle ministre difficilmente placherà l’opposizione, trattandosi di ultraconservatrici. Ajorlu è favorevole al ferreo rispetto delle regole sull’abbigliamento femminile e a quote che limitino il numero delle studentesse universitarie (oggi sono il 70%). Dastjerdi vorrebbe un sistema sanitario separato: medici donne per pazienti donne, uomini per gli uomini. C’è già una donna tra i vice di Ahmadinejad, Fatemeh Javadi (che non ha poteri ministeriali), ma — accusano le attiviste — ciò non vuol dire che lui si curi delle discriminazioni subite dalle iraniane in questioni di divorzio, custodia dei figli, eredità. La notizia ha invece provocato rabbia tra ultraconservatori come Fatemeh Rajabi, moglie del portavoce del governo, che la definisce «apocalittica»: «È inaccettabile che il primo passo dell’esecutivo di Ahmadinejad sia di realizzare gli empi scopi delle femministe e dei laici». Il governo sarà presentato entro mercoledì, il parlamento deve approvarlo, ma l’appoggio degli ultraconservatori non è scontato. La possibile ministra Ajorlu è anche coinvolta nel caso di Abbas Palizdar, sostenitore di Ahmadinejad incarcerato per aver accusato religiosi tra cui l’ex presidente Rafsanjani di corruzione: lei gli avrebbe fornito documenti riservati. Pare che il consigliere degli affari religiosi Heydar Moslehi vicino alla Guida suprema Ali Khamenei sarà ministro dell’Intelligence e l’intransigente capo negoziatore del nucleare Said Jalilim andrà agli Esteri. Promessi anche nuovi volti giovani.
Mentre il processo contro Clotilde e un centinaio di imputati è ancora in corso, altre 28 persone sono apparse ieri in tribunale: tra loro un ragazzo ebreo di 19 anni, Yaghoghil Shaolian. Tra le accuse: «preparare il rovesciamento del sistema islamico» e «aver usato bombe artigianali e granate durante le proteste». Shaolian ha detto di non essere un attivista, di non avere neppure votato, ma di essersi fatto coinvolgere e aver scagliato pietre contro una banca.
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