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Angelo Pezzana
Israele/Analisi
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Peace Now, Shalom Achshav, Sciocchezze Sempre 15/08/2009

 Ehud Barak

Oltre alla pura e semplice invocazione di "pace adesso", sulla quale credo nessun israeliano avrebbe da eccepire, sempre che l´accordo sia quello giusto, per tutto il resto Peace Now non ha fatto altro che produrre chiacchiere, e nemmeno tutte di buona qualità. L´ultima, in ordine di tempo è quella che ha per protagonista il Ministro della Difesa Ehud Barak, del quale tutto si potrà dire, e qui lo dicono, ma non che sia uomo della destra, anche se fa parte di un governo di coalizione, fatto non inusuale in Israele Quale colpa ha commesso, per attirare l´attenzione su di sè da parte dei "pace con qualunque mezzo e a qualunque costo" ? E´ andato alla sinagoga Ohel Torah la scorsa domenica per festeggiare l´arrivo di nuovi rotoli della Torah. E dov´è il problema ? Il problema sta nel fatto che il Tempio si trova nella zone musulmana della città vecchia, per cui gli zelanti di Pace Adesso gli hanno rimproverato, addirittura, di avere contravvenuto, con la sua sola presenza, il divieto imposto da Stati Uniti e dagli organismi intrenazionali. Poichè non ci sono state proteste formali da parte araba alla presenza di Barak alla cerimonia, devo supporre che i pacifisti israeliani si sono autonominati interpreti di quello che Israele può o non può fare, se entrare in una sinagoga che si trova solo adesso nella zona araba è lecito a un ebreo oppure no. La storia dell´edificio è interessante e aiuta a capire. Il tempio fu costruito nel 1867 (impero ottomano), e in quel quartiere vivevano allora circa 5000 ebrei. Fu poi abbandonato nel 1938, a causa degli atti di terrorismo degli arabi, che costrinsero gli ebrei ad allontanarsi dalla zona (chi governava era il mandato britannico). Ma il tempio, che dista solo 100 (cento) metri dal Kotel (il muro occidentale), è stato riattivato dopo la liberazione di Gerusalemme nel ´67,e la sua attività non ha mai dato adito a screzi con le autorità musulmane. Forse, ai nostri pacifisti, disturba il fatto che l´edificio sia stato riacquistato nel 1994 da quel Irving Moskowitz, che da anni investe capitali (suoi) per aquisire proprietà un tempo ebraiche. Il fatto che ci siano dei venditori e che il tutto si svolga secondo le regole della compravendita, sfugge ai nostri eroi, i quali vedono rosso appena sentono il suo nome. Gerusalemme ha da essere divisa, pensano, ma mentre nella parte ebraica i cittadini arabi ci vivono tranquillamente, quella araba deve essere judenrein. Ragionano così i nostri pacifisti, convinti che Israele corre seri pericoli senza il loro aiuto. Adesso hanno un alleato dalla loro, non di poco peso, che risponde anche lui al nome di Barack (con una c in più del Ministro israeliano), e che di cognome fa Obama. E questo, occorre prenderne atto, è un problema.

Angelo Pezzana


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