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Il Manifesto Rassegna Stampa
15.08.2009 Eurabia è in arrivo
Il quotidiano comunista nega l'evidenza

Testata: Il Manifesto
Data: 15 agosto 2009
Pagina: 7
Autore: Michele Giorgio
Titolo: «Mohammed il nome che tiene in ansia la destra estrema»

Riportiamo dal MANIFESTO di oggi, 15/08/2009, a pag. 7, l'articolo di Michele Giorgio dal titolo " Mohammed il nome che tiene in ansia la destra estrema ".

Michele Giorgio sottovaluta i pericoli derivati dall'islamizzazione dell'Europa. 
Il fatto di prendere coscienza, con numeri e dati alla mano, che Eurabia è una realtà, non significa essere di "destra estrema", come recita il titolo.
Giorgio scrive : " 
Numeri, dati, previsioni che fanno venire il mal di mare a Geert Wilders, il leader del Partito per la libertà (islamofobo) uscito incredibilmente rafforzato dalle elezioni europee e che continua a viaggiare a gonfie vele in tutti i sondaggi d’opinione, grazie alla sua campagna sul Jihad che starebbe penetrando non solo l’Olanda e l’Europa ma il mondo intero. ". Dubitiamo che Michele Giorgio abbia mai visto Fitna (nell'archivio video di IC), se no non scriverebbe di Wilders che è un islamofobo. Elencare episodi legati al fondamentalismo islamico avvenuti in Olanda negli ultimi anni non ha nulla a che vedere con l'islamofobia. Per quanto riguarda la penetrazione del terrorismo e del fondamentalismo islamico nel mondo occidentale, basta leggere i quotidiani. Sono sempre più numerosi gli arresti di cellule di Al Qaeda annidate nelle moschee europee.
Poi Giorgio scrive : "
Di recente Wilders ha trovato estimatori anche in Israele, dove il politico olandese si è alleato con Aryeh Eldad, un deputato ultranazionalista che afferma di battersi contro la «progressiva islamizzazione » di Israele. ". Denunciare il terrorismo islamico e i pericoli che comporta significa essere ultranazionalisti?
Giorgio ha ragione quando scrive : "
L’Olanda multietnica, simbolo di convivenza tra culture e religioni diverse, è solo un ricordo.", ma la responsabilità è dell'islamismo e non di Geert Wilders. Gli consigliamo la lettura del reportage in cinque puntate ( 12, 14, 16, 19, 21 maggio 2009) di Giulio Meotti riportato da IC sull'Olanda sempre più euraraba.
Ecco l'articolo di Michele Giorgio:

 Geert Wilders

È Mohammad (Maometto), con tutte le sue variazioni, il nome che non lascia dormire tranquillo chi osserva con timore la progressiva «islamizzazione» dell’Europa cristiana, conseguenza inevitabile dell’«indifferenza» dei deboli governanti europei. Secondo gli ultimi dati disponibili, in diversi paesi del Vecchio Continente il nome del profeta dell’Islam è quello scelto in prevalenza per i nuovi nati, a conferma che imusulmani si riproducono senza sosta e che i cristiani, poco motivati e poco «mobilitati», stentano a tenere il passo. Nel 2050 un europeo su cinque sarà di fede islamica, indicano senza alcuna misericordia le previsioni degli esperti. A correre i rischi più immediati, sottolineava ieri anche un quotidiano italiano impegnato su questo tema, è l’Olanda dove la «minaccia islamica» è arrivata a piazzare ai primissimi posti delle scelte di nome il temuto Mohammad all’Aia e ad Amsterdam, relegando ai piani bassi della classifica i nomi «a norma di fede».Non solo,ma ad Amsterdam l’Islam è già la religione più professata e a Rotterdam i musulmani sono ormai il 25% degli abitanti. Numeri, dati, previsioni che fanno venire il mal di mare a Geert Wilders, il leader del Partito per la libertà (islamofobo) uscito incredibilmente rafforzato dalle elezioni europee e che continua a viaggiare a gonfie vele in tutti i sondaggi d’opinione, grazie alla sua campagna sul Jihad che starebbe penetrando non solo l’Olanda e l’Europa ma il mondo intero. Il film «Fitna», prodotto proprio da Wilders, sui presuntimessaggi di morte e violenza del Corano, è stato condannato dal governo olandese e dal Segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon ma va a ruba in Olanda e in altri paesi occidentali. Di recente Wilders ha trovato estimatori anche in Israele, dove il politico olandese si è alleato con Aryeh Elad, un deputato ultranazionalista che afferma di battersi contro la «progressiva islamizzazione » di Israele. Eldad lo scorso anno non aveva esitato ad invitare ad un convegno a Gerusalemme «sul pericolo jihadista» anche Filip Dewinter, leader del partito neofascista fiammingo Vlaams Belang duramente criticato dalla stessa comunità ebraica belga per la sua forte connotazione razzista. L’Olanda multietnica, simbolo di convivenza tra culture e religioni diverse, è solo un ricordo. E forte del successo riportato alle elezioni europee, Wilders e i suoi sempre più numerosi sostenitori ormai non puntano l’indice solo contro i musulmani e il Corano ma ora si proclamano a favore dell’uscita dall’Ue di rumeni e bulgari, popoli cristiani evidentemente non degni di far parte della famiglia europea.

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