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Ugo Volli
Cartoline
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Ma vi sembra giusto non ricordare neanche un po' questi disgraziati pestati a morte dagli sgherri del buon Abu Mazen? 12/08/2009

E' sempre bene prendere sul serio quel che dicono i nemici dell'umanità, per quanto crudeli siano. Quando enunciano i loro programmi, spesso lo fanno con una sincerità sconcertante, come quella di Hitler nel "Mein Kampf", di Ahmadinedjad in tanti discorsi, e anche di Arafat, quando parlava di risolvere la questione con Israele a colpi di stragi. La tentazione consolatoria di pensare che siano solo esagerazioni retoriche è forte; ma chi pensa cose del genere è di solito abbastanza folle e criminale da cercare di realizzarle.
Ma anche quando litigano fra di loro i terroristi vanno ascoltati con attenzione. Vengono fuori particolari sconcertanti. Per esempio, nei giorni scorsi Hamas ha pubblicamente accusato l'Autorità Palestinese di aver torturato a morte un suo uomo. Torture a morte, fra palestinesi, concittadini, compagni di "lotta" e fedeli della stessa religione... non è un dettaglio insegnificante. Lo sventurato, Fadi Hosni Hamadeh, 28 anni, miliziano di Hamas proveniente dal villaggio di Assireh Shamaliyeh vicino a Nablus e detenuto da giugno in una prigione del West Bank, secondo i suoi carcerieri dell'Autorità Palestinese si sarebbe suicidato. Guarda un po', suicidato in carcere, chissà perché. I parenti escludono tassativamente che si sia ammazzato da sé, "perché era molto religioso" e il suicidio è proibito; e naturalmente lo esclude anche Hamas, che promette vendetta eterna ai responsabili. Questo è il secondo caso dall'inizio del mese di morte sospetta di detenuti nelle carceri dei "palestinesi buoni", quelli che piacciono ai pacifisti e ai difensori dei diritti umani. Il 4 agosto era morto, dopo un'inutile ricovero in Giordania, Kamal Abu Toyamah, un membro importante di Hamas. E non si tratta affatto di un caso isolato: le torture sono diffuse nei carceri del West Bank e ci lasciano le penne in decine.
Bisogna dire che quelli di Hamas non sono affatto da meno dei loro nemici: vi ricordate tutti dei miliziani di Fatah buttati giù dai 15 piani del più alto grattacielo di Gaza al momento della presa del potere di Hamas; erano solo gli esempi più spettacolari di una repressione sanguinosissima compiuta durante e dopo il colpo di stato degli islamisti e continuata in seguito senza interruzioni. Durante  l'operazione "piombo fuso" i quadri di Fatah uccisi da Hamas per scoraggiare l'opposizione interna furono decine e altrettanti i gambizzati. Molti stanno in carcere e vengono torturati, e anch'essi abbastanza spesso muoiono per il trattamento.  Se ci aggiungete quelli picchiati e ammazzati per il loro comportamento irregolare, per esempio sul piano sessuale; quelli che pagano con la vita il fio di aver dato fastidio a qualche capobastone, o per il sospetto di essere in qualche modo legati a Israele, parecchie decine negli ultimi anni, scoprirete che i palestinesi si ammazzano fra di loro forse più di quanto non cadano nella "lotta" contro Israele.  Del resto la strage interna era stata iniziata già all'inizio degli anni Venti dal buon muftì di Gerusalemme, al-Husayni, quello che era finito a fare propaganda nazista a Berlino durante la II guerra mondiale: appena arrivato al potere si era messo ad ammazzare i suoi nemici e in particolare tutti quelli che poteva raggiungere del clan rivale degli Nashashibi, accusandoli di voler fare la pace con gli ebrei... poi era stato ammazzato per la stessa ragione negli anni Quaranta in piena moschea di Al Aqsa anche il bisnonno dell'attuale re di Giordania e tanti altri, con torture o senza. Insomma, si ammazzano fra loro, si torturano, si reprimono, belle premesse per il futuro del loro stato, così desiderato da tutti.
E però. Qualcuno di voi ha mai visto Amnesty International, Human Right Watch, il PDCI, Vattimo, la Morgantini, l'Onu ed Eurabia, i pacifisti e gli ultrasinistri, gli islamici locali, la croce rossa, insomma chiunque protestare contro questa continua strage di civili che certamente decapita la parte più impegnata politicamente della società palestinese? Una vera emorragia, che colpisce civili in palese violazione della convenzione di Ginevra e contro ogni minimo senso di umanità... Mai sentito protestare contro la tortura a Ramallah o Gaza?
Pensate che manifestazioni se in una prigione israeliana succedesse un incidente, chessò una gamba rotta scendendo le scale, a gente che ha organizzato qualche decina di omicidi come quel Boughouti che è il nuovo favorito dei "realisti" che vogliono il "dialogo" fra Israele e palestinesi: manifestazioni, appelli al boicottaggio, paragoni col nazismo, non la finirebbero più. Ma per i poveri Kamal e Assireh (poveri, si fa per dire, se devo dirla tutta immagino che non fossero certo delle pecore innocenti), neanche una manifestazione, un concerto, qualche scrittore o cantante che protesta, un bravo ebreo di sinistra che propone un appello, neanche l'idea di un piccolo boicottaggio, chessò, il dieci per cento sui milioni di euro che Eurabia regala ogni mese all'AP... Niente.
Ma vi sembra giusto non ricordare neanche un po' questi disgraziati pestati a morte dagli sgherri del buon Abu Mazen? A me no. Se facessimo noi una bella manifestazione con lo slogan "Palestina libera?" Libera dai torturatori, naturalmente, dai terroristi, dai capobanda, dai tagliagola, dai torturatori, dai funzionari corrotti e sanguisughe e dai mullah islamici? Libera per davvero? Con questa Palestina libera si potrebbe forse anche fare la pace... magari senza temere che ti accoltellino il giorno dopo

Ugo Volli


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