Bill Clinton alla corte di Kim Jong Il Il commento di Piera Prister
Testata: Informazione Corretta Data: 08 agosto 2009 Pagina: 1 Autore: Piera Prister Titolo: «Bill Clinton alla corte di Kim Jong Il»
Bill Clinton alla corte di Kim Jong Il
Bill Clinton alla corte di Kim Jong Il E cosi’ Bill Clinton e’ andato in missione alla corte di Kim Jong Il per perorare il rilascio delle due giornaliste americane, Laura Ling e Euna Lee. “Missione compiuta”, cosi’ ha riferito l’ex presidente americano al presidente in carica Barack Obama che subito si congratulava con lui per la liberazione delle due donne che erano state condannate da una Corte di Giustizia nordcoreana a 12 anni di lavori forzati solo per aver varcato accidentalmente il confine. Certamente e’ stato un bel successo personale per Bill Clinton che e’ ritornato sotto i riflettori della ribalta e che ha dato anche lustro all’attuale governo americano che vuole dimostrare che la nuova strategia della Casa Bianca basata sulla diplomazia funziona, che e’ vincente e che e’ la sola in grado di risolvere tutte le controversie internazionali, capace chissa’ anche di sventare un altro attacco terroristico imminente. Ma che cosa in verita’ Bill Clinton abbia promesso in cambio al dittatore comunista nord coreano e che cosa nasconda dietro, solo lui lo sa. Noi possiamo solo immaginarcelo. Sicuramente Clinton avra’ fatto concessioni sul programma nucleare nordcoreano dato che chi e’ andato ad aspettarlo all’aeroporto di Pyongyang e’ stato stranamente proprio Kim Kye Gwan, che e’ il negoziatore nucleare in capo nella Corea del Nord, (North Korea’s chief nuclear negotiator). Che c’entrava lui se la missione di Bill Clinton e’ stata definita “umanitaria”? Quale e’ stato il prezzo? Chi paghera’ per questa politica di ammansimento dei nemici? Speriamo che non sia Israele che sempre nella storia, soprattutto in periodi di grave pericolo, ha dimostrato invece unita’, serieta’ e lungimiranza nella Difesa del paese, e che con Menachem Begin non ha esitato a bombardare i siti nucleari di Saddam e poi con Ehud Olbert quelli siriani. Un buon esempio da seguire Il dittatore comunista non nasconde certo la sua belligeranza, ha gia’ fatto esplodere una bomba nucleare della potenza pari a quella di Hiroshima e ha lanciato missili ballistici. Nel 2007 aveva annunciato al mondo lo smantellamento dei suoi arsenali nucleari mentre segretamente, in cambio di grano, aveva mandato reattori nucleari in Siria che furono distrutti prontamente dall’aviazione israeliana. Vende armi e tecnologia nucleare all’Iran e al Pakistan ed e’una minaccia per il Giappone, Corea del Sud, Taiwan e Cina. Non si illudano i clintoniani e gli obamiani, il dittatore comunista non e’ tipo da far concessioni agli amici figuriamoci ai suoi nemici. E certamente Kim Jong Il e’ il nemico giurato dell’America e anche di Israele e di tutte le democrazie. Per chi vuole saperne di piu’ navighi su Inernet per vedere con i propri occhi a qual punto di efferatezza sia arrivato quel genio del male, guardi quelle fotografie aeree del paesaggio nordcoreano sottostante prese dall’alto. Tutte quelle strane collinette regolari e simmetriche che si estendono per chilometri, sono macabre fosse comuni, veri e propri sepolcreti di massa in cui sono sepolti un enorme numero di nordcoreani letteralmente morti per fame nelle carestie causate dal regime. La Corea del Nord e’ un regime fortemente militarizzato e il cui bilancio e’ dominato dalla spesa militare, con i soldati che marciano al passo dell’oca, con tanto di insegne, stendardi e bandiere di color prevalentemente rosso e nero che richiamano alla mente, per colori e per scenografia, quelle del III Reich, con l’immancabile ingrediente delle gigantografie del dittatore. Kim Jong Il governa il suo popolo attraverso un immenso apparato militare e propagandistico, controllando capillarmente ogni aspetto della vita del paese; il potere se lo tiene tutto per se’ e per i suoi generali, e’ un tiranno che non solo non concede al suo popolo un briciolo di democrazia ma lo depriva persino del cibo con cui sfamarsi. Chi scende a patti con questi regimi del male ancora non sa o fa finta di non sapere che ogni patteggiamento richiede prima o poi un prezzo da pagare che, come una cambiale, diventa sempre piu’ esoso con la maggiorazione dell’interesse. Lo si puo’ rimandare ma la resa dei conti arriva minacciosa e implacabile sempre per tutti, ma gli stolti non l’ hanno ancora imparato. Piera Prister Bracaglia Morante