John Brennan, consigliere di Obama, spiega la strategia del presidente contro il terrorismo Come al solito non conta la sostanza, ma le definizioni
Testata: Il Foglio Data: 07 agosto 2009 Pagina: 3 Autore: La redazione del Foglio Titolo: «L’uomo ombra di Obama aggiusta il tiro»
Riportiamo dal FOGLIO di oggi, 07/08/2009, a pag. 3, l'articolo dal titolo "L’uomo ombra di Obama aggiusta il tiro ".
John Brennan, consigliere di Obama per il Controterrorismo e la sicurezza interna
Ieri, in uno dei think tank di Washington meglio connessi con l’Amministrazione democratica, il Center for Strategic and International Studies, John Brennan è uscito fuori dall’ombra per la prima volta dalla sua nomina. Per un’ora, il consigliere di Obama per il Controterrorismo e la sicurezza interna ha spiegato la strategia del presidente. Ha iniziato duro, ricordando gli amici e i colleghi dell’intelligence morti o mutilati nella lotta e il fallimento dell’11 settembre, quando lui lavorava nella Cia: “Esattamente la mattina di otto anni fa leggevo l’avvertimento che Osama bin Laden intendeva colpire dentro gli Stati Uniti. Ma il governo non è stato capace di prevenire l’attacco che poi arrivò l’11 settembre”. Poi s’è infilato nei vapori dell’obamismo ortodosso, dove conta la sostanza ma i nomi contano anche di più. Quella contro al Qaida non è una “guerra globale al terrore”. Non è globale perché gli Stati Uniti non combattono contro il mondo, non è contro il terrore perché si tratta di una mera tattica, e una tattica non si combatte, non è nemmeno una guerra contro il jihad perché il conflitto non è morale o religioso. E nessuno pensi, ovviamente, che l’America sia in guerra contro l’islam. Brennan è andato controvoglia sui temi pratici. Quando l’ha fatto ha detto che al Qaida sta progettando altri attacchi dall’Afghanistan e dal Pakistan, e per questo motivo la guerra nel primo paese dev’essere intensa e l’azione nel secondo pure: riferimento cristallino ai bombardamenti mirati, “la leadership di al Qaida è ora tremendamente sotto pressione e già indebolita”. Ma l’obiettivo finale è ambiziosissimo, quasi metafisico: “Un futuro dove un giovane non considererà mai la possibilità di unirsi a un gruppo terroristico”. Per questo l’Amministrazione modellerà le condizioni altrui di prosperità economica e sociale, fino a che non saranno quelle giuste. Obama avrebbe voluto Brennan capo della Cia: ma lui, che su questo ieri ha glissato, è troppo “compromesso” con il vecchio programma di interrogatori dell’era Bush.
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