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Il Manifesto Rassegna Stampa
05.08.2009 La strage di Bologna e la pista palestinese. Il quotidiano comunista si oppone
Ali Rashid e la sua debole difesa degli arabi

Testata: Il Manifesto
Data: 05 agosto 2009
Pagina: 5
Autore: Ali Rashid
Titolo: «A che servono i palestinesi»

Riportiamo dal MANIFESTO di oggi, 05/08/2009, a pag. 1-5, l'articolo di Ali Rashid dal titolo " A che servono i palestinesi ".

Ali Rashid si indigna all'idea della pista palestinese per la strage di Bologna e scrive: " È facile accusare i palestinesi, che non solo non hanno la forza di difendersi, ma non hanno più neanche le lacrime per piangere contro questo accanirsi". Non vediamo l'accanimento contro gli arabi che Rashid descrive nelle sue righe. Si sta solo cercando di fare luce sull'accaduto e la pista palestinese non è da scartare. Non va dimenticato che in quegli anni l'OLP di Arafat collaborava intensamente con il terrorismo in Europa. Di sinistra (RAF) e anche di estrema destra neonazista. Il nemico comune era Israele, cioè gli ebrei. Nei vari campi dove i fedayin si esercitavano (Libano, Romania ecc.) l'addestramento militare era comune. Più che possibile quindi che la matrice palestinese, con l'aiuto del terrorismo italiano, sia stata alla base dell'attentato.
Poi Rashid scrive : "C
on la Palestina e la tragedia del suo popolo mantengo radici e appartenenza ". Ma l'argomento non era la strage di Bologna? Come al solito una critica a Israele ci deve essere...
E ancora : "
Con molta amarezza scopro che i palestinesi per qualcuno sono ancora utili e oltre ad essere al centro di un conflitto, molto più grande di loro, e che ha a che vedere con l’equilibrio o lo squilibrio di dimensioni mondiali, serve anche per nascondere i tarli domestici e le deviazioni casalinghe. I palestinesi sono stati tirati in ballo tutte le volte che si è voluto occultare i veri e potenti mandanti. ".
Leggendo l'articolo di Rashid gli arabi sembrano vittime indifese di innumerevoli complotti orditi dall'Occidente e da Israele.
La verità è all'opposto: il terrorismo islamico contro le democrazie occidentali è una realtà. Il desiderio dei palestinesi di distruggere Israele  più che di avere un proprio Stato, pure.
Ecco l'articolo:

 Strage di Bologna

Non si tratta di un colpo di sole, ma ormai è una normale follia che accompagna tutte le stagioni. Non c’è più il senso del limite né il senso del pudore, e chi nel bene o nel male ottiene una certa soglia di visibilità, s’ingegna ad offrire del paese un’immagine bizzarra. Si utilizza questo momento di stanchezza e smarrimento di un paese che si scopre in declino, per spargere ancora maggiore confusione nel tentativo di assolvere poteri forti e poteri criminali che hanno fatto strage del suo progresso, del suo benessere e della sua stabilità democratica. Nella triste ricorrenza per la strage di Bologna, riaffiorano vecchie e nuove stravaganti interpretazioni tese a negare una matrice ideologica di destra eversiva, che è stata accertata da condanne definitive e commissioni di inchieste parlamentari. Un colpo mortale è inflitto alla credibilità dei mezzi di informazione, se mai ne avessero ancora una, che riportano in lettere capitali la pista palestinese, rilanciata dai sospettati e poi condannati protagonisti della strage medesima, con tanto di dietrologie fantasiose, per allontanare lo sguardo dal marcio che alberga dentro la casa, e tutti lo sanno. Basterebbe, a questi illustri sapientoni, leggere le carte dell’inchiesta Anselmi per conoscere il marciume casalingo da cui l’Italia continua ad essere assediata. È facile accusare i palestinesi, che non solo non hanno la forza di difendersi, ma non hanno più neanche le lacrime per piangere contro questo accanirsi degli stessi poteri forti che ancora governano il mondo e che di tanto in tanto cambiano i propri strumenti. Da anni è in corso il tentativo di mettere in dubbio «il dogma della strage fascista, riaprendo il caso Mambro- Fioravanti» a favore di un revisionismo che consolida i poteri oscuri, svanisce e annacqua le sue valutazioni e implicazioni politiche, e di conseguenza impone la priorità di liberare il paese dalla gabbia che tiene in ostaggio il suo futuro. Sento mio il dolore e l’avvilimento dei familiari, i parenti delle vittime, ho tutti gli elementi necessari che mi rendono vicino a loro e mi aiutano a capirli. Con la Palestina e la tragedia del suo popolo mantengo radici e appartenenza, non copro da anni nessun ruolo rappresentativo, emi metto a loro disposizione per indagare in tutte le direzioni senza eccezioni, per onorare le vittime nell’unico modo possibile, stabilendo la verità e perché questa storia drammatica, come tante altre, non sprofondi nel relativismo e non diventi enigma fino a sprofondare in rivoli romanzeschi. Con molta amarezza scopro che i palestinesi per qualcuno sono ancora utili e oltre ad essere al centro di un conflitto, molto più grande di loro, e che ha a che vedere con l’equilibrio o lo squilibrio di dimensioni mondiali, serve anche per nascondere i tarli domestici e le deviazioni casalinghe. I palestinesi sono stati tirati in ballo tutte le volte che si è voluto occultare i veri e potenti mandanti. Se questo potesse servire a mettere in pace la coscienza degli italiani si potrebbe anche attribuire ai loro servizi deviati e alla loro mafia tutte le stragi d’Italia, a partire da quelle di Brescia e di Capaci. Peccato che non hanno mai avuto l’aviazione militare, altrimenti sarebbe stato possibile incriminarli anche per Ustica. Hannah Arendt nel suo libro La banalità del male scriveva: «I fatti sono al di là dell’accordo e il consenso. Un’opinone sgradita può essere discussa, respinta o si può raggiungere un compromesso su di essa, ma i fatti sgraditi possiedono una esasperata ostinazione che può essere scossa soltanto dalle pure e semplici menzogne ». Quante menzogne sono state raccontate in Italia, comprese quelle degradanti che caratterizzano l’odierno dibattito politico. Se serve a qualcuno, si possono aggiungere anche quelle a danno dei palestinesi.

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