Riportiamo dalla Stampa di oggi, a pag. 14, l'articolo di Aldo Baquis dal titolo " La polizia chiede l'incriminazione di Lieberman ". Il ministro degli esteri ha dichiarato " le denunce contro di me, come nei confronti di altre figure pubbliche,cadranno ". Non è ancora chiara la funzione che svolgerà il vice ministro Danny Ayalon. Stamane ha ggiunto che se l'Avvocato Generale dello Stato Menachem Mazuz lo incriminerà per frode e corruzione, lui è pronto a dimettersi, aggiungendo però che la procedura richiederà diverso tempo.
Avigdor Lieberman
La politica israeliana è di nuovo entrata ieri in una fase di instabilità quando la polizia ha ufficialmente raccomandato l’incriminazione di Avigdor Lieberman, il leader del partito di destra radicale Israel Beitenu che con le elezioni politiche del febbraio scorso è divenuta la terza lista in parlamento dopo Kadima e il Likud. Se incriminato, Lieberman sarebbe obbligato a rassegnare le dimissioni: uno sviluppo che avrebbe ripercussioni sensibili per la coalizione di Benyamin Netanyahu. Kadima intanto chiede già adesso la rimozione di Lieberman dalla carica di ministro degli Esteri perché, afferma, «nuoce all'immagine di Israele».
In un rapporto molto dettagliato, frutto di indagini svolte in numerosi Paesi - fra cui Russia, Austria e Cipro - gli inquirenti della polizia attribuiscono a Lieberman una serie di reati fra cui riciclaggio di denaro, frode, intimidazione di testimoni, tentativi di ostruire il corso della giustizia e altro. Questi ha subito pubblicato un documento in cui si proclama innocente e lamenta di essere sistematicamente indagato dalla polizia ormai da 13 anni. Più il suo partito si rafforza, denuncia, più gli inquirenti della polizia si mostrano solerti nel tentativo di neutralizzarlo.
Ma l’indagine che lo ha messo nei guai è partita nel 2006 proprio da una delle stanze di Israel Beitenu alla Knesset. Lieberman, secondo una ricostruzione della tv Canale 10, temeva che il suo telefono fosse sotto controllo e quindi aveva l'abitudine di organizzare incontri negli uffici dei compagni di partito. Sarebbe stato uno di questi, Michael Nudelman (che nutriva forte astio verso Lieberman), a scoprire sul proprio tavolo un fascicolo di documenti «scottanti» dimenticati dal leader del suo partito, e a passarlo al Controllore di Stato Micha Lindestrauss per una verifica.
Il sospetto principale che grava su Lieberman è quello di riciclaggio di una somma complessiva di 10 milioni di shekel (1,8 milioni di euro), tramite società fittizie all'estero. Alcune di esse furono affidate alla gestione della figlia Mikhal, appena ventenne. I finanziatori sarebbero uomini d'affari residenti all'estero. Per Lieberman inizia una drammatica corsa contro il tempo. Entro tre mesi l’Avvocatura di stato dovrà esaminare il materiale raccolto dalla polizia ed eventualmente convalidare la richiesta di incriminazione. In quel caso Lieberman avrebbe ancora diritto ad essere ricevuto in udienza dal procuratore di Stato Menachem Mazuz. Ma questi, a dicembre, concluderà il proprio mandato.
Come con l'inizio delle indagini sul premier Ehud Olmert (che avrebbero portato alle sue dimissioni), il mondo politico israeliano è di nuovo in stato di ebollizione. Netanyahu lavora fin d'ora a un piano di emergenza: se Israel Beitenu dovesse dare forfait la sua speranza è di spaccare i centristi di Kadima e a convincere almeno sette deputati a confluire nella coalizione di governo.
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