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Informazione Corretta Rassegna Stampa
01.08.2009 Strage di Bologna: un incidente della resistenza palestinese
L'analisi di Piera Prister

Testata: Informazione Corretta
Data: 01 agosto 2009
Pagina: 1
Autore: Piera Prister
Titolo: «Strage di Bologna: un incidente della resistenza palestinese»

Strage di Bologna, chi sono gli autori ?
E’ una domanda retorica di cui gia’ si conosce la risposta, la sanno ormai tutti anche se nessuno vuole ammetterla, perche’ la verita’ fa male e come! Anzi se qualcuno osa dirla, apriti cielo, le piu’ aspre ed indegne contumelie si abbattono come un turbine sul malcapitato di turno perche’ ancora si vuole ostacolare il cammino della verita’ e negare l’evidenza del crimine. Perche’ al momento tra le toghe e tra i politici non c’e’ ancora nessuno che voglia riaprire il processo sulla strage di Bologna o continuare con la benemerita Commissione Mitrokhin, togliere i lacci e laccioli del segreto di stato e gli impedimenti e dirimenti che hanno ostacolato la procedura della legge. L’anno scorso l’ex presidente Cossiga ha fatto delle straordinarie rivelazioni dichiarando che la strage e’ stata “un incidente della resistenza palestinese”, suffragate in parte dalla testimoninza di Bassam Abu Sharif leader storico dell’OLP. Le parole di Cossiga e di Abu Sharif pubblicate sul Corriere della Sera non hanno suscitato reazioni, come avrebbero dovuto. Pochi ci fecero caso e nessuno vi presto’ una grande attenzione. Va bene che c’era il solleone e tutti erano al mare, ma e’ stato anche un comodo alibi per coloro che, come nella celebre similitudine del Carducci, sono molto somiglianti nella loro ignavia a quell’asino bigio che, fra i cipressi di Bolgheri rosicchiando un cardo rosso e turchino non si scomodo’ al passaggio della vaporiera e tutto quel chiasso non degno’d’uno sguardo e a brucar l’erba serio e lento seguito’. Ma per noi furono delle confessioni straordinarie in grado di deviare il corso di qualsiasi possibile istruttoria. Ma tutti, giornalisti, toghe e politici compresi han fatto gli gnorri. Noi invece abbiamo prestato un particolare interesse alle vicende della strage di Bologna anche perche’ proprio in quel periodo abitavamo in quella bella citta’ e abbiamo respirato tutto quel clima di odio acceso subito dopo l’attentato, abitavamo in via Sanfelice da dove, per un breve tratto sotto i portici si arriva in un baleno in via Ugo Bassi e poi a Piazza Maggiore, di fronte al palazzo D’Accursio sede del Comune di fronte al Palazzo del re Enzo, punto di raccolta da dove pensiamo si snodera’ anche quest’anno il lungo corteo di migliaia e migliaia di persone che come un serpentone percorrera’ via Indipendenza fino alla Stazione Ferroviaria, per la commemorazione di quello che maledettamente accadde li’ il 2 agosto del 1980 quando scoppio’ la bomba che assassino’ 85 persone nella sala d’aspetto vicino al binario Ancona-Chiasso. Fu quella un’esplosione potente che fu avvertita in ogni parte della citta’. Per tutti i bolognesi e’ stata una ferita al cuore che ancora non si e’ cicatrizzata come anche per tutti gli Italiani. Purtroppo la verita’ tutti la conoscono ma nessuno la dice. E’ arrivata l’ora di parlarne per chiedere la riapertura e la revisione del processo perche’dopo molti anni la verita’ sta emergendo. I postfascisti hanno fatto un’opera di autocritica e di revisione del loro passato, i postcomunisti devono ancora farla. Che si incominci dalla strage di Bologna e dai suoi autori; dalla disamina attenta di quel periodo storico della storia d’Italia in cui la cultura, il pensiero e l’arte erano egemonizzati dalla sinistra. In politica estera poi la sinistra “flirtava appassionatamente” con i Palestinesi che sin da allora erano sanguinari terroristi e non “gli amici della resistenza”. Si disse subito che quella era una strage fascista e l’abbiamo bevuta tutti, noi compresi perche’ in una citta’ rossa una strage non poteva essere che fascista. Bologna allora era una citta’ molto politicizzata, attiva ricca e imprenditoriale con libera circolazione di merci di persone e di capitali, laddove coesistevano contraddittoriamente l’ideologia comunista e i capitali della piccola e media imprenditoria, una citta’ con un benessere e un reddito pro-capite impensabile nell’Urss, la citta’ delle Cooperative Operaie e delle feste dell’Unita’ nella verde sede dell’ex Manifattura Tabacchi. Una citta’che ricordava anche tutte le stragi naziste commesse durante l’occupazione tedesca in Italia. E’ chiaro che fosse un terreno fertile in cui riaccendere l’odio gia’ preesistente verso i fascisti. La connotazione fascista della strage parti’ proprio dal governo cattocomunista che con il Lodo Moro gia’ s’era profondamente compromesso con l’integralismo islamico antisemita e che offri’ satanicamente una copertura ai terroristi palestinesi che in quegli anni operavano con le Brigate Rosse nostrane e terroristi tedeschi, dando loro licenza di trasportare armi e bombe; e anche licenza di uccidere purche’ non si colpissero obiettivi italiani. Discriminarono gli Italiani tra ebrei e non ebrei, invece poi furono colpiti tutti indiscriminatamente…Il sangue sgorgo’ a fiotti una strage dopo l’altra. I governi cattocomunisti poi osarono ancora di piu’, avvolsero nel segreto di Stato la strage impedendo a livello istruttorio che la verita’ emergesse. Certo e’ che dietro ci sono state menti occhiute e diaboliche per poter fare opera di depistaggio, di ribaltamento della verita’ e di occultamento di indizi. Faceva un po’ troppo comodo a tutti che fosse cosi’, come faceva troppo comodo scaricare la responsabilita’ del crimine sui tre neofascisti autori di altri delitti perche’ poi un crimine in piu’ o in meno che differenza fa? Nessuno avrebbe indagato per saperne di piu’. Un delitto perfetto, anzi una strage perfetta con tanto di imputati che nessuno si sarebbe mai sognato di difendere.
Piera Prister Bracaglia Morante


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