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Ugo Volli
Cartoline
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Un episodio che testimonia l'isolamento e la stupidità in cui si è confinata la sinistra israeliana 30/07/2009

 Un ratto, il marchio del bar Rogatka di Tel Aviv

Cari amici, immaginate che un locale di Milano o di Roma proibisca l'ingresso ai soldati in libera uscita perché "implicati nella violenza o nel genocidio". La cosa non sarebbe certo presa bene. E però è quel che accade a Tel Aviv in un bar che si chiama Rogatka, che significa in russo fionda:il nome che si dava a quelle usate dai palestinesi durante la cosiddetta prima intifada. Se si presenta un soldato in divisa, come è comunissimo vederne dappertutto in  Israele, dato che il servizio militare dure tre anni, quelli del Rogatka lo cacciano a male parole. Dopo che si è diffusa la voce, un soldato si è presentato con un registratore in tasca e ha tentato di discutere. La conversazione è stata diffusa dalla radio e riprodotta sui giornali ma ve la risparmio per evitarvi l'accesso di rabbia che è venuto a me. Vi espongo solo due considerazioni. La prima è che il bar continua a fare quel che gli pare, dato che Israele è un paese libero e ciascuno si regola come vuole, salvo che sia in gioco davvero la sicurezza collettiva. La seconda è che questo episodio testimonia dell'isolamento e della stupidità in cui si è confinata la sinistra israeliana: sempre più ristretta numericamente, sempre più convinta di essere la sola a possedere la verità e la giustizia in un paese immorale e incapace di comprendere, sempre più distaccata dal sentimento collettivo. In  un paese in cui tutti fanno il servizio militare a lungo (salvo gli ultraortodossi, ma questo è un altro discorso), rifiutare i ragazzi in divisa vuol dire mettersi contro tutti. Tutti, naturalmente salvo Eurabia. I giornali israeliani hanno appena pubblicato la notizia che Martin Day, portavoce dell'ambasciata britannica in Israele, ha rivendicato in un'intervista alla televisione Al-Arabya che il suo paese sta finanziando molti progetti per bloccare lo sviluppo degli insediamenti e ha destinato 450.000 sterline in tre anni all'assistenza degli arabi che sono in lite con l'amministrazione israeliana per questioni di case. Chissà che non dia qualche elemosina anche al bar Rogatka, che si vanta di non usare prodotti provenienti dagli insediamenti.

Ugo Volli

PS: Sono in viaggio per qualche giorno, ricomincerò domenica a mandarvi le mie cartoline


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