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La Repubblica Rassegna Stampa
30.07.2009 A Beirut 'taxi rosa' per sole donne
Per difenderle da violenza e stupri

Testata: La Repubblica
Data: 30 luglio 2009
Pagina: 32
Autore: Francesca Caferri
Titolo: «Arrivano i 'taxi rosa', l´idea al femminile che divide Beirut»

Riportiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 30/07/2009, a pag. 32, l'articolo di Francesca Caferri dal titolo " Arrivano i 'taxi rosa' l´idea al femminile che divide Beirut ".

 Taxi rosa a Beirut

Nelle strade di Beirut dopo qualche settimana hanno smesso di creare sensazione: le Peugeot rosa shocking si sono mischiate agli Hummer gialli, alle Lamborghini bianche e alle Ferrari rosse che, da settimane ormai, segnalano il ritorno dei ricchi nella capitale del divertimento del mondo arabo. Ma sui blog e sulla stampa la polemica, fra alti e bassi, non è mai finita: le macchine rosa che da marzo sfrecciano nelle vie di Beirut infatti non sono l´ultima stranezza di un´estate che - complice la stabilità politica - ha riportato in Libano migliaia di turisti, ma un servizio di taxi per sole donne che, nella più liberale delle città del Medio Oriente, ha creato non poche discussioni.
Da quando, nel marzo scorso, Nawal Yaghi Fakhry ha creato Banettaxi (letteralmente, il taxi delle ragazze), i giornali non hanno smesso di interrogarsi sull´iniziativa: idea brillante per consentire a donne e ragazze di rientrare a casa tardi in tutta tranquillità o piuttosto un pericoloso passo verso la separazione fra i sessi che parte della società libanese respinge con orrore ma non dispiace ai settori più conservatori? Sono o non sono i taxi rosa un attentato alla tanto decantata "eccezione libanese", quella libertà di costumi e di pensiero che rende il Libano così unico nella regione?
«Io tutta questa polemica non la vedo: anzi, personalmente non ho raccolto nessuna reazione negativa - risponde dal suo ufficio di Beirut Fakhry - questo servizio è stato creato per dare tranquillità alle donne. Una donna può capire meglio di un uomo cosa vuole un´altra donna. E una madre affida i propri figli, bambini o teenager, più volentieri a una donna che non a un uomo». La signora Fakhry - cristiana, come la zona dove ha voluto aprire il suo quartier generale, e amante del rosa, di cui si circonda spesso - sul suo sito internet dice di ispirarsi apertamente ai Pink Taxi di Londra, creati per garantire un rientro sicuro alle donne e da allora copiati in tutto il mondo. E racconta che l´idea di affiancare al suo primo business - un centro di bellezza - una compagnia di taxi al femminile le è venuta in Thailandia, durante un viaggio alla ricerca di prodotti di bellezza per i suoi saloni. «La persona che mi portava in giro era una donna - spiega - e ogni volta che le chiedevo di qualche posto speciale lei chiamava amiche o parenti. Ho capito quanto potesse essere speciale un servizio solo per donne e ho cominciato a pensare a Banettaxi».
Che di qualcosa come un "Taxi per le ragazze" ci fosse bisogno a Beirut lo avevano pensato già in parecchie: tre anni fa la drammaturga Lina Khoury aveva raccontato con tono ironico gli approcci pesanti che i tassisti riservano alle donne che camminano in strada. Nadine Labaki nel suo pluripremiato film Caramel dedicava un cammeo a un tassista impiccione e inopportuno. E non sono poche le donne che preferiscono chiamare un autista di fiducia, anche a costo di pagare di più e aspettare, piuttosto che affidarsi a un guidatore qualunque, seppur provvisto di licenza.
Eppure la scelta di Fakhry è stata accolta da più critiche che plausi, almeno in rete: «Andiamo verso la segregazione dei sessi sul modello di quel che succede nei paesi del Golfo da dove arrivano i turisti che invadono le nostre strade», scriveva qualche settimana fa su un blog una ragazza di Beirut. Un´accusa respinta al mittente dalla titolare di Banettaxi: «Non dimentichiamoci che dietro a questo business c´è una donna che ha scelto di rischiare e di lasciare un posto sicuro in banca per mettersi in proprio e le mie clienti mi stanno dando ragione». Di certo c´è che la flotta di tre macchine e 12 autiste non basta più a rispondere a tutte le richieste e che Fakhry pensa già a comprare nuove macchine (25) e a espandersi nei Paesi vicini, come Siria e Giordania. Qui, c´è da giurarci, le macchine rosa shocking non passeranno inosservate come a Beirut.

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