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Ugo Volli
Cartoline
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Basta andare in Israele, pardon in 'Palestina', oggi per vedere quanta apartheid c'è 28/07/2009

 Royal Ontario Museum

Una buona notizia euraraba (o piuttosto canadianaraba) ci viene da Toronto. Pensate, il Royal Ontario Museum ha avuto la faccia tosta di presentare al pubblico una ventina di rotoli del Mar Morto in parte mai esposti, addirittura in collaborazione con il Museo di Israele a Gerusalemme. Capite che l'incrocio fra reali e sionisti era insopportabile: bisognava proprio intervenire. L'ha fatto la "Coalizione contro l'Apartheid di Israele", una federazione di gruppi vari, particolarmente equilibrata e perspicace, capace di vedere l'aspetto di apartheid nell'esposizione di testi biblici (per esempio l'episodio di Giuseppe e la moglie di Putifarre nella Genesi, un chiaro esempio di apartheid razzista), con commenti e materiali religiosi vari, come libri colonialisti apocalittici e roba del genere, scritti probabilmente 2.300 anni fa. Che coraggio far vedere roba del genere ai bravi cittadini canadesi, del tutto immuni dal vizio del colonialismo, essendosi insediati duecentocinquant'anni fa su territori del tutto sprovvisti di popolazione india!
La brava coalizione ha organizzato un boicottaggio attivo della mostra, con picchetti e manifestazioni .Ma non dovete pensare che ce l'abbiano con la cultura, anzi: "We do not object to the Dead Sea Scrolls being accessible to the public," hanno detto: "The issue we raise relates to Israel's looting of Palestinian artifacts and the ROM's complicity by lending legitimacy to it by hosting the exhibit." [Non abbiamo obiezioni al fatto di rendere i rotoli del mar morto accessibili al pubblico. Il problema che solleviamo riguarda il saccheggio israeliano dei beni culturali palestinesi e la complicità del museo che dà legittimità ad esso ospitando l'esposizione].
Trovo geniale questa coalizione. Assolutamente geniale! Capite: brani della Torah e commenti ad essa, scritti più o meno nel III secolo a.C. da una setta probabilmente essena di sacerdoti in dissenso col Tempio di Gerusalemme diventano manufatti o beni culturali palestinesi! Saccheggiati dagli ebrei! Certo, stavano vicino a Gerico sul Mar Morto, su territori che circa mille anni dopo sarebbero stati conquistati da tribù di arabi beduini, che in quel momento probabilmente vagavano con le loro capre dalle parti dello Yemen: ma come si permettono quei rotoli così politically uncorrect di esistere? Lo sanno tutti che la terra del'Islam è tale per sempre, prima e dopo della conquista araba! E che la "Palestina" è sacra al Profeta che non ci ha mai messo piede, non la cita una sola volta nel Corano, insomma la ignora del tutto... E poi quei rotoli pretendono di dimostrare l'esistenza del Tempio e l'antichità del legame ebraico con tutto il territorio che giustamente i nostri boicottatori chiamano "Palestina". Come si permettono? Intendono dimostrare un legame con la Palestina che naturalmente non hanno mai avuto fino alla fondazione coloniale dell'entità sionista! Che faccia tosta, che hutzpah questi ebrei, saccheggiatori di falsi manoscritti palestinesi, falsari e colonialisti!
Così, con qualche corto circuito mentale, probabilmente ragionano i nostri antiboicottatori. I manoscritti appartengono al popolo palestinese, sono stati saccheggiati, e inoltre non devono dire quel che dicono. Geniale...  Un pensiero storico da far invidia alla pertinace negazione di Arafat dell'esistenza di un tempio ebraico a Gerusalemme... o alla dichiarazione che esista un'apartheid israeliana oggi... Basta andare in Israele, pardon in "Palestina", oggi per vedere quanta apartheid c'è. Ma la realtà non conta, qual che è importante per la Coalizione e per i suoi simili in tutto il mondo è l'ideologia. sono dei fedeli, sono puri. Non potete far cambiar loro idea ragionando. O mostrando loro dei pezzi di pergamena millenari

Ugo Volli


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