Vita di Teodoro Herzl Baruch Hagani
Talete Euro 16,50
Fra i testi pubblicati sulla vita di Theodor Herzl, precursore del sionismo, quello di Baruch Hagani recentemente riproposto dalla casa editrice Talete occupa un posto di tutto rilievo. L’autore, nato a Vilna nel 1885, rappresenta una delle figure pił importanti del sionismo europeo in un’epoca in cui pochissimi intellettuali ebrei abbracciavano le idee sioniste. Il libro di Hagani, arricchito da una bella prefazione di Francesco Ruffini del 1919, l’eminente giurista il cui pensiero fu ampiamente influenzato dalle opere dello scrittore lituano, conserva intatta la sua attualitą e il suo valore storico. La vita di Herzl č conosciuta: nato a Budapest in una famiglia agiata dopo la laurea in legge comincia a collaborare con il prestigioso giornale “Neue Freie Press” . Inviato dal quotidiano viennese a seguire il processo Dreyfus, Herzl subisce una metamorfosi; da ebreo che credeva fermamente nell’assimilazione riscopre la sua identitą dinanzi al caso dell’ufficiale francese ingiustamente accusato di spionaggio a favore della Germania, abbandona il sogno illuminista e si volge al sionismo. Nel suo libro “Lo Stato ebraico” Herzl espone la sua tesi su come avrebbe dovuto essere il nuovo Israele e i passi necessari per ottenerlo (ovviamente attraverso la diplomazia). Secondo Herzl – spiega l’autore – l’antisemitismo non poteva essere estirpato se non con la costituzione di uno stato ebraico capace di garantire la sicurezza degli ebrei, di accoglierli in caso di pericolo e di difenderli con la presenza di un esercito. Per dare vita al suo sogno Herzl si recņ dal kaiser tedesco Guglielmo II, si rivolse al sultano Abdul Hamit, al ministro russo Plevhe, all’inglese Chamberlain e persino al Papa fino a che tredici anni dopo la sua morte prematura nel 1917 si arrivņ alla pubblicazione della dichiarazione Balfour. Fu grazie a Herzl, osteggiato dalla maggior parte degli ebrei dell’epoca – racconta Hagani – che i sionisti poterono dare vita a una nuova realtą in una terra deserta, quasi disabitata e lontana dalla realtą ebraica di quegli anni. Il libro di Hagani, la cui prosa scorrevole invita alla lettura, č non solo un’opera storica di valore ma anche l’ ereditą preziosa di uno scrittore che si č impegnato a dare all’ebraismo una dignitą nuova, al di lą dei principi di assimilazionismo esistenti all’epoca, la cui vita si č drammaticamente conclusa in un campo di concentramento nel 1944 come quella di molti altri ebrei travolti dall’orrore nazista. Eppure il sogno di Herzl, dopo cinquant’anni come aveva profetizzato il Mosč di Budapest e passando per immani tragedie si č realizzato: gli Ebrei hanno una loro casa.
Giorgia Greco