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Le accuse contro Israele, punto per punto con risposta 26/07/2009

Eravamo in dubbio se pubblicare queste e-mail ( sono due, inviate una dopo l'altra, per comodità le abbiamo riunite), perchè sono pura espressione di propaganda. L'autrice, si firma Alice, parla per slogan, sembra il risssunto di un discorso della Morgantini. Poi abbiamo pensato che questi slogan fanno parte del povero bagaglio degli odiatori di Israele, per cui ci siamo armati di buona volontà pedagocica e abbiamo risposto punto per punto. Forse non servirà ad Alice, ma almeno a far conoscere, attraverso un breve riassunto, la nostra posizione.

Sono stata nel vostro amato Israele e anche nei territori palestinesi
occupati da Israele. Cosa sapete dirmi per giustificare un muro (alto 8-9
metri, mentre quello di Berlino era di 3) construito nei territori
palestinesi (non sul legittimo confine di Israele, ma nei territori occupati
militarmete) , come giustificate il fatto che la città di Qualquiliya (di
46000 abitanti , il 60% sotto i 18 anni) è tutta circondata dal muro, con
una sola uscita e ci sono degli orari in cui i chuck point chiudono e quando
sono chiusi la popolazione civile non può uscire? Come giustificate il fatto
che a Hebron 220000 palestinesi vivono sotto il controllo di 400 coloni
protetti da 1500 militari circa, cioè 4 soldati ogni colono? (Questo c'è
scritto anche sulle guide turistiche), vi sembra tutto legittimo solo perchè
c'è la tomba di Abramo e Sara? Come giustificate il fatto di aver fatto un
santuario a  Baruch Goldstein che ha ammazzato 29 mussulmani in preghiera
oltrettutto di spalle. E come giustificate il fatto che in un villaggio
palestinese i bambini vanno a scuola accompagnati dai militari perchè i
coloni dell'insediamento vicino picchiavano o prendevano a sassate i
volontari (anche italiani) che accompagnavano i bambini a scuola (e di
questo ci sono le foto). Avete le strade che attraversano territoti
palestinesi riservate agli israliani, i palestinesi con le targhe verdi
passano in quelle sotto, Israele usa anche le bombe al fosforo per
bombardare Gaza dove ci sono un milione e mezzo di civili che dal '92 non
possono uscire, le bombe al fosforo e altre armi sono vietate dal
regolamento internazionale. Molti militari hanno confessato di aver usato
dei civili come scudo umano. Abbiate il coraggio di dire che siete a favore
dell'apartheid, dei ghetti, degli insediamenti coloniali (che usano l'80%
dell'acqua, mentre hai villlaggi palestinesi rimane il 20%) invece che
negare tutto questo ammettete che siete a favore di tutte queste cose e
spiegate perchè non volete ammettere che i palestinesi (parlo dei civili)
hanno diritto a vivere e ad avere uno stato come tutti i popoli, come è
giusto che ci sia lo stato di Israele. Cosa vi da il diritto di negarne uno
anche a loro?  E invece che insultare la gente, argomentate quello che dite,
insultare è tipico di chi non sa controbattere e non ha niete di sensato da
dire.  Tenete anche presente che queste cose non le ho inventate io, le ho
viste e me le hanno dette membri dell'oun, medici e avvocati che lavorano in
quei territori, alcuni israliani stessi che come sicuramente sapete hanno
scritto molti libri su questo argomento  e i soldati di breaking the
silence.
E dato che siete tutti adulti sapete benissimo che escludere l'organo di
stampa israliano dalla federazione internazionale dei giornalisti fa parte
del boicottaggio e boicottare un paese non vuol dire discriminarlo, ma
esprimere un forte dissenso verso la sua politica. Voi conoscete un altreo
modo per esprimere dissenso a parte quello di scrivere ariticoli e liberi
che tanto vengono assolutamente ignorati da Israele? E' molto comodo mettere
in mezzo la discriminazione in tutto ciò che non sia a favore di israele e
accusare quelli che non sono d'accordo con la sua politica di antisemitismo.
Essere contro la politica di uno stato non vuol dire per niente essere
contro tutti i suoi cittadini o discriminarli. Ma sono convinta che voi lo
sapete benissimo. Solo che insultare e usare la scusa della discriminazione
è comodo e serve a tappare le bocche e aggirare il problema.  Chi sostiene
che  le persone israliane e quelle palestinesi dovrebbero avere gli stessi
diritti  compresto quello ad uno stato non discrimina uno dei due ma li
ritiene entrambi uguali nei diritti. Non è obbligatorio sostenere che tutto
quello che fa Israele sia giusto.
Alice

- Non si può paragonare un muro che serviva a trattenere i cittadini che
volevano fuggire dalla tirannide comunista verso la libera Germania, con una
barriera ( "muro"  per circa il 5% soltanto della sua lunghezza) che dimostra la propria efficacia per impedire le infiltrazioni di terroristi che vogliono
compiere stragi in Israele.
- Ad Hebron gli ebrei hanno vissuto per migliaia di anni. Ci vuole spiegare
Alice per quale ragione se ne dovrebbero andare via? Già nel 29 gli arabi
hanno massacrato gli ebrei  residenti  a Hebron (ed allora non vi erano né stati che "non si riconoscevano", né territori occupati). Come giustifica questo? Non pensa che sia piuttosto da condannare che dei soldati debbano proteggere cittadini che vivono in casa loro, senza far nulla di male?
- Goldstein: in Israele i criminali sono considerati tali da tutte le
amministrazioni pubbliche, e così vale anche per Goldstein, al quale lo
stato non ha dedicato nessun monumento. Al contrario in Palestina, sia i
moderati del Fatah, sia gli estremisti di Hamas e di Hezbollah ,onorano
tutti  i terroristi martiri e anche gli attentatori usciti illesi
dalle loro azioni criminali.
- Quando lei parla dei militari che accompagnano a scuola i bambini
palestinesi (proprio come devono fare talora anche per quelli ebrei, in
altre zone) dovrebbe riconoscere che Israele, da unico stato democratico
della zona, assicura a tutti i propri cittadini i diritti fondamentali, tra
i quali quello dell'istruzione. Istruzione che non è assicurata in pari modo
dai due regimi palestinesi (basta vedere i programmi televisivi per bambini
dei quali si è occupata spesso IC, normalmente diffusi dalle TV
palestinesi).
- Non ci risultano strade aperte solo agli israeliani o ai palestinesi. Al contrario ci risulta che in quasi tutti i paesi islamici non possono neppure entrare cittadini di qualsiasi paese che si siano macchiati del "reato" di aver un visto di Israele sul passaporto.
- Di frontiere chiuse, nel mondo, ve ne sono tante, e il mondo, come pure la
nostra lettrice, non se ne preoccupa. Ma se anche l'Egitto, dopo aver
abbandonato la striscia di Gaza al suo destino con la firma del trattato di
pace con Israele, tiene chiusa la propria frontiera coi fratelli
palestinesi, non viene nulla in mente alla nostra lettrice? Non la fa
pensare che Israele, unico caso al mondo, tramite la frontiera "chiusa" fa
pervenire ai propri "nemici" di Gaza elettricità e centinaia di camion con
ogni genere di beni?
- Bombe al fosforo: certamente Alice è stata sul posto e si è bene
informata; peccato che le sue fonti discordino da quelle ufficiali
internazionalmente riconosciute.
- Quando poi la lettrice parla di "armi vietate dal regolamento
internazionale", si è chiesta se i 10.000 razzi sparati da Gaza sono "ammessi
dal regolamento internazionale"? Come mai non ne parla?
- Dichiarazioni dei militari: vuole la nostra lettrice permettere di
arrivare alla conclusione delle inchieste, che in Israele sono sempre rapide
e rigorose? Quante volte queste hanno smentito le iniziali accuse? E
comunque stia tranquilla la nostra lettrice: in Israele, se colpevoli, anche
i politici e i militari vengono condannati, senza tanti complimenti.
- IC non è mai stata "favorevole a nessun tipo di apartheid, di ghetto, di
colonialismo". Nessuno ci potrà accusare.
- Acqua: Israele, firmando il trattato con la Giordania, ha rapidamente
trovato anche un accordo sul difficile problema della spartizione
dell'acqua; coi palestinesi si potrà arrivare ad un simile accordo quando
anche da loro avranno un leader autorevole (come il defunto re Hussein)
che voglia realmente firmare un accordo con Israele.
- Stato Palestinese: i governi israeliani tutti, i cittadini israeliani
(nella grande maggioranza), e anche IC, sono  desiderosi di veder
nascere uno stato palestinese che viva a fianco dello stato di Israele in
pace; il problema è che non pare che i palestinesi siano disponibili ad
avere uno stato che conviva in pace con Israele. Basti vedere, a questo
proposito, come anche il "moderato" Abu Mazen si faccia sempre fotografare accanto a carte che rappresentano uno stato palestinese che occupa tutto il territorio ad ovest del Giordano, e dal Libano ad Eilat. E così dice anche nei suoi discorsi in lingua araba. Non ci sembra che in tal modo voglia riconoscere lo stato di Israele, d'altronde dichiaratamente riconosciuto "non accettabile" sia da Fatah sia da Hamas in quanto stato ebraico.
- Come vede le nostre risposte, a differenza di quanto da lei sostenuto, non
contengono alcun insulto (sarebbe bene che la lettrice, invece di accusare a
vuoto, portasse dei fatti specifici).
Quanto poi agli israeliani che forse ha incontrato, e che la pensano come
lei, si rassicuri: anche noi li incontriamo nei nostri viaggi  in Israele.
Israele è uno stato democratico, a differenza di tutti quelli che lo
circondano, e vi è libera circolazione anche per le idee più aberranti (pensi per esempio ai rabbini che sono andati ad abbracciare ed
onorare Ahmadinejad: lei, lettrice Alice, che ne dice? O pensi
all'associazione B'Tselem che, a distanza di anni, ha dovuto riconoscere di
aver accusato falsamente l'esercito israeliano. Basta avere pazienza, ed
informarsi a fondo di quel che succede nel mondo).
- Quanto poi al problema del boicottaggio dei giornalisti israeliani,
ebbene, cara lettrice, si informi meglio. Le sue parole sono perfino
contraddette da quanto scritto da Siddi, segretario della Federazione, e da
Serventi Longhi, rappresentante della stessa. In Israele non si è data
grande importanza a questa ignominia. Ma protestano giustamente i
giornalisti italiani che hanno scoperto, a cose fatte (pur essendo magari
consiglieri della Federazione italiana), che anche loro italiani avevano
votato per l'espulsione (e non per il boicottaggio, cara lettrice; le
parole hanno un significato ben preciso). Il boicottaggio è tutta un'altra
cosa.  Bisogna avere il coraggio di chiamare le cose col loro nome.
Questi giornalisti, dei quali IC ha riprodotto gli articoli, hanno preso
duramente posizione contro quello che non può trovare giustificazione in un
paese civile. Infatti, a differenza di quel che lei falsamente scrive, in
Israele viene pubblicato di tutto. I giornali israeliani accolgono anche
articoli di giornalisti palestinesi, ed arabi in genere. Le risulta forse
che ciò avvenga nei paesi arabi? Pensi solo all'Egitto che, pur in pace con
Israele, ha nel proprio governo un ministro che promette di bruciare i libri
di autori israeliani che eventualmente trovasse in una libreria.
- Insomma, per chiudere la nostra risposta, cara Alice, non è
obbligatorio sostenere che tutto quello che fa Israele è giusto, e su questo
concordiamo con lei, ma non è neppure obbligatorio sostenere che tutto
quello che fa Israele è sbagliato, o che tutto quello che fanno gli islamici
è giusto (nella sua lettera non vi è traccia di nessuna critica verso
alcunché di islamico). Ma è obbligatorio, da parte dei giornali, descrivere
correttamente quello che avviene nel mondo; se questo non succede, IC è
pronta a scriverlo e a stigmatizzarlo. Questo è il nostro impegno.

La redazione di IC



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