Egregio Signor Trombetta, complimenti per il pezzo pubblicato con la sua firma su La Stampa di oggi. Però non è ben chiaro come lei possa scrivere di "eventuali armi" quando, poche righe più sotto, parla di "un deposito di armi esploso accidentalmente". Evidentemente le parole per lei e per me hanno dei significati diversi, direi addirittura opposti. Saranno poi lieti i caschi blu di "non essere nel mirino di Hezbollah, ma di non meglio identificati terroristi". Bella differenza, della quale i nostri militari le saranno riconoscenti per averlo attentamente osservato. A proposito: pensa forse che Hezbollah non sia un movimento terrorista? Dalle sue parole non appare chiaro. E non crede che sarebbe stato doveroso per lei comunicarci anche la posizione dei soldati dell'ONU su questi episodi, e non solo quella della controparte? In fondo avrebbe potuto perfino interrogarli parlando in italiano, cosa davvero semplice per lei. Infine, a dimostrazione del fatto che lei ed io parliamo un italiano diverso, le chiedo che cosa significano queste sue parole: "la seconda parte del messaggio, affidato da Hezbollah al suo deputato, è sicuramente giunto al mittente". Di solito, chi affida un messaggio a terzi desidera che lo stesso arrivi ad un destinatario. Ma forse, come le ho spiegato, i nostri linguaggi sono incompatibili. Adesso capisce perché le ho fatto i complimenti: in poche righe è difficile infilare tante parole fuori posto. Saluti Emanuel Segre Amar