Su REPUBBLICA di oggi, 21/07/2009, a pag.13, una cronaca da Londra di Pietro Del Re, dal titolo " In esilio a Londra la principessa saudita adultera ". Fortunata ad essere sfuggita alla pena capitale, che in Arabia saudita non guarda allo status sociale, le adultere vengono tutte lapidate, principesse o impiegate non c'è differenza. Quel che avviene nel regno saudita susciterà qualche protesta fra la miriade di sigle sindacal-femministe che esistono in Italia ? O le donne musulmane devono invece essere abbandonate al loro destino ? Ecco l'articolo:
lapidazione a colpi di pietra
LONDRA - Piuttosto che morire lapidata, una misteriosa e adulterina principessa saudita ha chiesto asilo politico alla Gran Bretagna e, nei giorni scorsi, infischiandosene delle probabili conseguenze sulle relazioni diplomatiche tra Londra e Riyad, un tribunale inglese le ha accordato lo statuto di rifugiata. La donna, sposata con un membro della famiglia araba molto più anziano di lei, ha recentemente partorito un figlio nato dalla relazione con un uomo britannico. Se fosse tornata nel suo paese, l´avrebbero quasi certamente uccisa: l´applicazione della sharia prevede infatti la morte dell´infedele assieme al suo bambino, frutto del peccato. Accogliendo la sua richiesta e garantendole l´anonimato, la Corte di Londra ha invece deciso di salvarle la vita. Per una volta, la ragione del cuore ha vinto su quella di stato.
Proveniente da una facoltosa famiglia saudita, la principessa ha conosciuto il giovane inglese, di confessione non musulmana, durante una sua visita a Londra. Da quell´incontro è nata una passione, e da quella, una volta rientrata in Arabia, un pancione difficile da nascondere all´anziano e malfidato marito. La donna è tuttavia riuscita a tornare a Inghilterra, dove ha dato alla luce il bimbo.
Secondo quanto scriveva ieri The Independent, la sconosciuta fedifraga fa parte di un piccolo numero di cittadine saudite le cui richieste di asilo politico vengono tenute segrete sia dal governo di Londra che da quello di Riyad. Alla principessa è stato concesso un permesso di soggiorno permanente nel Regno Unito, riferisce il quotidiano britannico.
Questa storia ricorda quella di un´altra principessa, Mishaal bint Fahd al Saud, anche lei saudita, il cui epilogo fu però drammatico. Mishaal fu infatti uccisa dagli sgherri della famiglia reale dopo aver ammesso l´adulterio.
Nel 2008, per reati che vanno dal traffico di droga alla sodomia, in Arabia Saudita sono state eseguite 102 condanne a morte, quasi tutte per decapitazione. La lapidazione è invece riservata agli adulteri. Dal 1990, quaranta donne sono state brutalmente uccise in questo modo. Senza l´intervento della Corte britannica, presto un´altra saudita sarebbe stata massacrata a sassate.
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