lunedi` 25 novembre 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


Clicca qui






 
Giorgia Greco
Libri & Recensioni
<< torna all'indice della rubrica
Maria Angeles Angrada-Il violino di Auschwitz 20/07/2009

Il violino di Auschwitz
 Maria Angeles Anglada
Traduzione di Margherita D’Amico
Rizzoli Euro 15

 E’ un nuovo prezioso tassello che si aggiunge alla narrativa dedicata all’Olocausto, il romanzo di Maria Angels Anglada, autrice catalana di poesie, opere di saggistica e critica letteraria. Attraverso la storia misteriosa di un violino, la scrittrice ci fa intravedere lo scorcio di una nuova tragedia umana che si colloca entro i confini di un mondo devastato dalla brutalità dei carnefici e dalla perdita di ogni valore e dignità umana. Se i racconti sui campi di sterminio hanno molti tratti in comune, questa storia semplice e toccante è un mondo a parte perché la condizione dell’uomo nel lager e le sofferenze indicibili patite passano in secondo piano dinanzi alla storia di una persona. Ed è proprio da un punto di vista individuale che viene narrata la vicenda, attraverso gli occhi pieni di rabbia e di sofferenza del protagonista: Daniel, di mestiere liutaio. All’arrivo ad Auschiwitz, l’ebreo di Cracovia e apprendista liutaio, dichiara di essere un semplice falegname perché ritiene che quella risposta possa garantirgli qualche speranza di sopravvivenza e così viene destinato al lavoro nella fabbrica IG Farben. Un giorno il comandante del campo, il maggiore Sauckel, lo convoca per riparare il violino di Bronislaw, un celebre musicista ridotto ad esibirsi nell’orchestra del campo dinanzi ai suoi carnefici. L’ufficiale, sorpreso dall’abilità di Daniel, gli ordina di costruire un violino “perfetto come uno Stradivari”: se non dovesse riuscirci una fine peggiore della morte aspetta sia Daniel che il suo amico. Pur avendo a disposizione solo attrezzi e materiali di fortuna e potendosi dedicare al lavoro esclusivamente dopo i massacranti turni di lavoro in fabbrica, Daniel riuscirà nel suo intento. E quel violino, uno strumento così bello e perfetto da riuscire a salvargli la vita in mezzo all’orrore del campo di sterminio, tornerà a suonare anche dopo la guerra e soprattutto sarà restituito alle mani del suo artefice. A narrare questa storia straordinaria, a distanza di cinquant’anni in una Cracovia invernale che celebra il secondo centenario della morte di Mozart, è Regina, primo violino dell’orchestra di Cracovia che nel dopoguerra è diventata proprietaria dello strumento dal timbro “vellutato e pieno”. Il segreto celato nelle pagine che Regina dona a Climent, giovane musicista conosciuto in occasione del concerto in omaggio a Mozart e che costituiscono il fulcro del romanzo, si svelerà al lettore solo alla fine del libro. Attraverso le peripezie del violino e dei compagni di Daniel che gli dovranno la vita o la morte, Maria Angeles Anglada racconta, con cristallina semplicità e con intensa e commovente umanità, la tragedia dell’Olocausto da una prospettiva insolita e toccante. Un libro piccolo e prezioso, un testo di acuta sensibilità – specialmente adatto ai giovani lettori - dalla cui lettura nascono spunti di riflessione che fanno vibrare le corde di un violino interno e profondo. Giorgia Greco


Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT