L'articolo da voi pubblicato a firma di Manlio Dinucci è tutto pieno di falsità. Credo che potrebbe bastare, a questo proposito, l'affermazione che l'Iran è soggetto ai controlli dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica. Possibile che Dinucci non conosca i rifiuti ricevuti dall'Agenzia che voleva visitare determinati centri? Potrei ricordare poi all'articolista che è ben noto ed accertato che a Gaza le armi arrivano tranquillamente, tramite i tunnel di Rafah e dintorni. Non si può quindi scrivere, come egli fa, "non è credibile che nella striscia di Gaza arrivi un flusso di armi". Io direi piuttosto che non è credibile che alla redazione del Manifesto credano veramente che le armi non arrivino anche a Gaza. E i missili sparati, uno anche oggi? i Grad non sono costruiti, ma solo assemblati a Gaza. Come vi arrivano? Ma ora vorrei farvi una domanda alla quale siete pregati di rispondere: Israele si sente minacciata dall'atomica iraniana; ha due alternative. Aspettare che questa arrivi a distruggerla, come Ahnadinejad proclama continuamente (anche se evita astutamente di dire come pensa di distruggerla, ma è fin troppo chiaro), oppure prevenirla con armi convenzionali. Per voi è preferibile questa seconda alternativa, o piuttosto che l'Iran scagli un missile su Israele con testata atomica, e che da qualche sottomarino israeliano parta la risposta ancora atomica? in tal caso due paesi sarebbero distrutti, nel primo caso solo la fabbrica dell'atomica iraniana. Che cosa è preferibile, per voi? In attesa di una risposta, invio i miei saluti Emanuel Segre Amar