Da plauso l'articolo di Marco Imarisio sul CORRIERE della SERA di oggi, 18/07/2009, a pag.22 dal titolo " Il paese dove i < bravi ragazzi > imitano la gioventù hitleriana ". La morale del racconto sta tutta nella dichiarazione del sindaco di Naturno, Andreas Heidegger, " Da mesi so dell’esistenza di questo fenomeno, ma non ci avevo dato troppo peso. " Ecco, non ci aveva dato peso, come se fosse una cosa normale. I ragazzi di Naturno non sono poi così diversi dagli adulti, se ragionano come il sindaco. Ecco l'articolo:

A Naturno un neonazista ogni 10 abitanti, ma il sindaco non ci aveva fatto caso...
NATURNO (Bolzano) — Le fioriere in legno sono colme di gerani, le strade così pulite che si potrebbe mangiare sull’asfalto. I negozi di artigianato espongono prodotti locali e si alternano a quelli di griffe importanti, che si tratti di orologi, gioielli o abbigliamento da montagna. I soldi ci sono, tanti. La natura intorno è una meraviglia, la camminata sulle alture, con sosta in uno dei sette masi, è una delle mete preferite dei turisti della zona. Oltre 30 associazioni si occupano della vita sociale, in un posto di soli 5.000 abitanti. Non manca nulla, a Naturno, dove il 97 per cento degli abitanti è di madrelingua tedesca. In tanta perfezione c’è una macchia nera, che appare e scompare. Alla stazione, nei parchi, alle sagre. Ogni tanto qualcuno la nota e tira dritto, «di queste cose non si parla».
A Naturno ci sono i ragazzi della Hitler- Jugend . Cantano gli inni nazisti, riempiono i loro diari di svastiche e cretinate antisemite, si danno appuntamento via Internet. Ma vanno un passo oltre lo stereotipo del naziskin. Si definiscono appartenenti alla Gioventù hitleriana, vogliono rifondarla. Siamo nel centro del Val Venosta, cuore di quella Italia apparente che prende il nome di Burgraviato e ha in Merano la sua piccola capitale.
L’epicentro della riscoperta giovanile delle svastiche è questo. L’ultima inchiesta della magistratura, chiamata «Operazione Odessa », risale all’aprile 2008, 16 arresti, altri 60 indagati per istigazione all’odio razziale. Sarà anche vero che il fenomeno è «sotto costante controllo» delle forze dell’ordine, come recitano i comunicati ufficiali. Ma poi arriva il dossier sul neonazismo del servizio giovani della Provincia di Bolzano, che invece di prodursi in analisi generiche elenca una manciata di Comuni «infiltrati», il primo dei quali è Naturno, dove la Hitler- Jugend può contare su 70 adepti, età compresa tra 14 e 19 anni. Settanta, cifra tonda e robusta. Un neonazista in pectore su dieci, in un paese che all’anagrafe registra poco meno di 700 residenti compresi in quella fascia d’età.
«Non sarà mica venuto qui per quella cosa?». La faccia e la voce del sindaco sono tutt’altro che allegre. Costernato, è questo l’unico aggettivo che può definire Andreas Heidegger. «Non minimizzo, ma non voglio che Naturno venga identificato come il paese della Hitler- Jugend . Da mesi so dell’esistenza di questo fenomeno, ma non ci avevo dato troppo peso. Credo che la nostra realtà sia simile a quella di altri comuni della zona ». Adesso il sindaco è preoccupato, molto preoccupato. Dal dossier potrebbe discendere una etichetta poco simpatica per un paese che vive, e bene, di turismo. Non c’è solo questo ad attutire l’impatto di numeri e situazioni, blandamente contestati dal primo cittadino («70 è una esagerazione, sono al massimo una trentina»). La nascita di una Hitler- Jugend rappresenta un passo ulteriore della degenerazione neonazista, ma il concetto non passa, non fa breccia nella politica locale. L’argomento crea imbarazzo ma induce a giocare al ribasso, qualche proclama e poi passare ad altro. «Bisogna fare tutto il possibile — è la linea dettata da Luis Durnwalder, presidente della provincia di Bolzano e dominus dell’Svp —, ma senza esagerare, siamo in linea con l’Europa». Ai tavolini dell’Eis Café Dolomiti l’atteggiamento è lo stesso. Molti dicono di non aver mai visto parate pseudomilitari, e tanto basta. Quindi, argomenta Mathilde Tappeiner, artigiana, «significa che non sta succedendo niente». La presa di coscienza di una realtà scomoda è affidata alla libera iniziativa. Gudrun Poll, assessore alla Gioventù, ripete il consueto mantra, «fare pubblicità a questi fatti è dannoso», ma poi cambia registro. «Dobbiamo ammettere di avere un problema nella nostra comunità. Il primo passo da fare è questo. Guardarci bene in faccia. Tutti » .
A Naturno non manca davvero nulla, dall’inizio di luglio a settembre c’è anche la «Notte delle luci», con i negozi che restano aperti fino alle 23 e la Hauptstrasse, la via principale, che si riempie di chioschi con birra e frittelle, festoni colorati, musica dagli altoparlanti. «Ecco, sono quelli». Hugo, giovane operatore di strada meranese, indica tre ragazzi con magliette nere e jeans seduti al tavolino di un bar. Hanno appena finito di montare uno stand, bevono birra, chiacchierano e ridono. Capelli a zero, nessun slogan sulla t-shirt, aria persin mansueta. Uno di loro, sostiene di chiamarsi Klaus e di avere 17 anni, si limita a non negare: «Non facciamo male a nessuno — dice —, e la passione per la politica non è certo un crimine».
La «passione politica» per il Terzo Reich viene vissuta all’aria aperta, senza fingimenti. Alle feste di paese, ai raduni organizzati nei parchi. Lo confermano i volontari del Centro giovanile, bar e sala concerti dietro gli uffici della Croce bianca. «Nei giorni pari li trovi in qualche frazione vicina — dice Heide Wolf, studentessa —. In quelli dispari sono alla birreria sotto casa. Normali, ben inseriti. Inutile dare la colpa alle famiglie. È qualcosa di diverso, è l’aria che respirano ». I tre ragazzi con la maglietta nera intanto si sono alzati. « Auf Wiedersehen ». Uno di loro alza il braccio per il saluto nazista, poi ci ripensa. A Naturno, e in queste valli, non sta succedendo niente. Ma solo per chi non vuole vedere.
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