Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein".
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)
Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine.
Stesso giornale, il Corriere, ma il giornalista non è Girardi La cronaca accurata di Davide Frattini
Testata: Corriere della Sera Data: 18 luglio 2009 Pagina: 17 Autore: Davide Frattini Titolo: «E Bruno, erede di Borat, indigna arabi e israeliani»
Stesso giornale, CORRIERE della SERA, stesso giorno, 18/07/2009, stessa pagnia, la 17, ma, per fortuna diverso giornalista. Mentre tale Enrico Girardi racconta bufale, Davide Frattini, che conosce ciò di cui scrive, ci informa di una polemica flltrata con accuratezza attraverso le dichiarazioni di chi si è risentito per l'ironia di Sasha Baron Cohen nel suo ultimo film " Bruno". Non abbiamo ancora visto il film, ma abbiamo seguito le polemiche. Frattini le ha riportate correttamente. Ecco il suo articolo, dal titolo " E Bruno, erede di Borat, indigna arabi e israeliani":
Sasha Baron Cohen nel film " Bruno"
GERUSALEMME — Messaggero di pace in quella che chiama «terra di mezzo», come l’arcana regione nei libri di Tolkien, Brüno è riuscito a portare concordia tra israeliani e palestinesi. Offesi, irritati e pronti alla vendetta — nel caso delle Brigate Al Aqsa — per la scorribanda in Medio Oriente di Sacha Baron Cohen e del suo giornalista di moda omosessuale, avido di celebrità (vuole essere il primo «austriaco» a diventare più famoso di Adolf Hitler). Il gruppo palestinese (in gran parte smantellato, ancora nella lista nera del Dipartimento di Stato americano) avrebbe minacciato il comico per una scena che coinvolge un loro ex leader. Brüno si avventura in Cisgiordania per provare a convincere Ayman Abu Aita a rapirlo, in quello che dovrebbe essere un altro passo verso lo star system. «Voglio che siano i migliori del ramo a sequestrarmi. Al Qaeda è così 2001», invoca con il suo accento iper-gay e iper-tedesco. Per poi suggerire ad Abu Aita di tagliarsi i baffi, «perché il vostro Re Osama sembra una specie di Babbo Natale barbone». Baron Cohen ha raccontato a David Letterman di aver organizzato l’incontro attraverso un agente della Cia. Adesso Abu Aita vuole intentare causa a lui e alla Universal Studios, la casa di produzione (il film è già in vetta agli incassi negli Stati Uniti e in Gran Bretagna). «Quest’uomo non è un uomo, non dice la verità su di me. Mente», attacca il militante in pensione dall’intifada. Hatem Abu Ahmad, il suo avvocato arabo israeliano, smentisce che Abu Aita abbia partecipato ad «attacchi terroristici» ed è preoccupato soprattutto dalla battuta sui baffi: «Sono scherzi pericolosi da queste parti. Non siamo negli Stati Uniti o in Europa. Il mio cliente potrebbe essere ammazzato per una storiella che lo associa agli omosessuali ». Ebreo osservante (la moglie si è potuta convertire dopo tre anni di studi con un rabbino), l’attore britannico ha cominciato a recitare da ragazzino nell’organizzazione sionista- socialista Habonim Dror e ha passato le vacanze nei kibbutz israeliani. Il finto kazhako parlato da Borat — il personaggio che ha preceduto Brüno al cinema — e le sue sparate antisemite sono piene di parole ebraiche. Il rispetto della tradizione kosher non lo ha risparmiato dalla rabbia degli ultraortodossi, quando ha attraversato le vie dei quartieri religiosi a Gerusalemme indossando un abito tradizionale, ritoccato alla Brüno: molto aderente, con pantaloncini extra-corti. «La reazione era prevedibile — commenta Jonathan Rosenblum, editorialista per un giornale ultra-ortodosso, allaAssociated Press —. La scena voleva offendere e il comico ci è riuscito». Oltraggiati si sono sentiti anche Yossi Alpher, ex agente del Mossad, e Ghassan Katib, ex ministro palestinese, convinti di essere stati invitati a un’intervista sul processo di pace. I primi dubbi devono essere sorti alla domanda «perché siete così tanto anti-Hamas? E’ la pita (il pane arabo, ndr) il vero nemico? ». Khatib replica a Brüno con un veloce ripasso: «Lei crede ci sia una relazione tra Hamas e lo hummus? Non hanno nulla a che vedere. Il primo è un movimento fondamentalista, l’altro è cibo: sano e vegetariano ». Al che il dieta-consapevole stilista obbietta: «La crema di ceci è piena di carboidrati». Alpher ha raccontato stizzito l’incontro nella sua rubrica sul giornaleForward: «Non ha ridicolizzato noi, ma il conflitto che ci occupa e preoccupa. Sacha Baron Cohen ha sfruttato questa tragica e dolorosa violenza nel modo più cinico». La risposta di Brüno è nello scambio di battute. Quando prova a ridimensionare lo scontro tra israeliani e palestinesi: «Non è così terribile, molto peggio la guerra Angelina- Jennifer. Perché non condividete questa terra a tempo?». O quando suggerisce che gli «ebrei restituiscano finalmente le Piramidi» e «facciano la pace con gli indù».
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