In attesa di vedere cosa accadrà oggi dopo la preghiera del venerdi, la cronaca di Vanna Vannuccini su REPUBBLICA di oggi, 17/07/2009, a pag.23, dal titolo " Si dimette il capo del nucleare, e Ahmadinejad attacca l'Occidente". Eccolo:
Vigilia piena di aspettative a Teheran per la preghiera del venerdì, che per la prima volta, invece del podio degli oltranzisti, potrebbe diventare la tribuna di coloro che protestano contro la prefabbricata vittoria elettorale di Ahmadinejad; mentre alla frode elettorale vengono anche collegate le clamorose dimissioni del capo del programma nucleare iraniano. Reza Aghazadeh si è dimesso, e ha rinunciato anche alla carica di vicepresidente. Nessuna spiegazione, nessuna motivazione. Le dimissioni sono state presentate tre settimane fa, ha annunciato l´agenzia Isna, e un successore non è stato ancora nominato. Aghazadeh era responsabile da dodici anni di tutti gli aspetti tecnici del programma di cui gli iraniani ribadiscono le finalità civili, mentre l´Occidente sospetta che sotto la copertura civile l´Iran stia lavorando alla costruzione della bomba atomica. Era stato nominato nel 1997 dal presidente Khatami ed è considerato leale al regime, ma non è mai stato un uomo di Ahmadinejad. Secondo l´Agenzia per l´energia atomica dell´Onu l´Iran dispone oggi di 7000 centrifughe, installate a Natanz, di cui all´inizio di giugno erano operative 4920, e ha arricchito finora 1,4 tonnellate di uranio. Il settimanale tedesco Stern ha scritto che secondo i servizi d´intelligence tedeschi l´Iran potrebbe fare un test nucleare già nel 2010; ma l´Aiea lo ritiene improbabile, e sostiene che anche se avesse la capacità di fare un test nucleare l´Iran non disporrebbe del know how e di altre risorse necessarie per utilizzare un´arma nucleare. Sui siti riformatori in rete si moltiplicano gli inviti alla popolazione a partecipare alla preghiera del venerdì, che oggi sarà pronunciata da Hashemi Rafsanjani, alla presenza dei due leader dell´opposizione Moussavi e Karroubi, e dell´ex presidente Khatami. La preghiera del venerdì all´università di Teheran, tradizionalmente strutturata come un misto di religione e politica, è sempre stata un podio per i conservatori, ma Moussavi, con l´appoggio di Rafsanjani, ha colto l´occasione per invitare il popolo dei manifestanti a riunirsi. Il governo non potrà presumibilmente vietare una manifestazione religiosa per eccellenza. E sarà la prima volta che la tv e la radio di Stato dovranno trasmettere la voce dell´opposizione (la preghiera del venerdì viene trasmessa in diretta in tutto il paese). Rafsanjani non aveva più preso la parola dopo il 12 giugno, mentre Moussavi, che si era presentato spesso alle manifestazioni, aveva potuto solo pronunciare brevi frasi al megafono udibili solo dalle persone più vicine e mai trasmesse dalla tv. Ma Ahmadinejad non fa passi indietro. Da Mashad ha attaccato di nuovo l´Occidente per aver cercato di manipolare le elezioni e aver fomentato i successivi disordini. «Dico ai nemici che questa nazione li prenderà a pugni in faccia così forti da far perdere loro la strada di casa», ha detto, e sul programma nucleare ha ribadito che le grandi potenze «non riusciranno a privare l´Iran dei suoi diritti».
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