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Il Foglio Rassegna Stampa
16.07.2009 Parole, parole, parole, una canzone sempre di moda
oggi la canta Hillary Clinton

Testata: Il Foglio
Data: 16 luglio 2009
Pagina: 1
Autore: La Redazione del Foglio
Titolo: «Hillary esce dall'ombra come un falco e mette in guardia l'Iran atomico»

Chissà come saranno contenti tutti quei coraggiosi che hanno riempito di proteste le strade di Teheran, rimettendoci anche la vita in attesa di un aiuto che non è arrivato, se avessero mai l'occasione di leggere quanto ha dichiarato Hillary Clinton: Le riporta il FOGLIO di oggi,16/07/2009, in prima pagina, con il titolo " Hillary esce dall'ombra come un falco e mette in guardia l'Iran atomico ". Parole che abbiamo sentito negli ultimi mesi troppe volte. Parole, appunto, mentre con l'Iran occorrono fatti. Che però non sono in vista. Ecco l'articolo:

 Hillary Clinton, mentre parla, parla,parla...

Washington. Rispondendo a Tina Brown, che ieri mattina chiedeva di “togliere il burqa a Hillary Clinton”, il segretario di stato americano ha tenuto uno dei suoi discorsi più muscolari, dopo mesi in cui, tra l’iperpresidenza obamiana e l’incidente al gomito, era rimasta del tutto nascosta. Al Council on Foreign Relations – davanti a gran parte di quelli che lei definisce i suoi “moltiplicatori di forza”, da Dennis Ross a Richard Holbrooke – Hillary ha detto che l’Iran e gli altri avversari degli Stati Uniti non devono “vivere la volontà americana di dialogare come un segno di debolezza”, e ha aggiunto: “Qualcuno cercherà di sminuire i nostri sforzi. In questo caso, i nostri alleati ci aiuteranno a distoglierli dai loro obiettivi”. Dopo aver condannato la repressione delle proteste a Teheran – “inaccettabile” – Clinton ha detto che il focus su diplomazia e sviluppo “non è un’alternativa al nostro arsenale per la sicurezza nazionale. Non esiteremo a difendere i nostri amici e noi stessi vigorosamente quando necessario, con l’esercito più forte del mondo. Non è un’opzione che cerchiamo, non è nemmeno una minaccia: è una promessa per il popolo americano”. Hillary ha poi elencato i 5 pilastri dello “smart power”: ricostruire le alleanze, trattare con gli avversari, promuovere lo sviluppo economico come parte della politica estera, far collaborare componenti militari e civili delle forze impegnate all’estero, fare leva sulle risorse del potere americano.

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