Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli
" Javier Solana, lui si che è un bravo eurarabo "
Javier Solana, già pronto alla resa ?
Ogni tanto anche un bravo europeo come me non riesce a evitare di chiedersi a cosa serva l'Unione Europea, oltre a stabilire la lunghezza massima dei cetrioli, i consumi delle macchine e la composizione standard della pizza (e a dare lauti stipendi a qualche decina di migliaia fra burocrati ed europarlamentari sotto-occupati). Ma infine, prima o poi arrivano anche i giorni del riscatto. Spesso accade per merito di Javier Solana, quello che sarebbe stato il ministro degli esteri dell'Unione Europea se fosse stato approvato il nuovo trattato costituzionale e che invece è solo rimasto Alto Commissario a qualche cosa come il Buon Vicinato della Simpaticissima Unione, ma la sostanza non cambia, sempre di politica internazionale si occupa e sempre in maniera rigorosamente politically correct, da quel socialista spagnolo che è. Questo Solana, che certamente ci mancherà quando se ne andrà a novembre, fu descritto con amarezza dal vecchio comunista Vazquez Montalban in questi termini, quando alcuni anni fa appoggiò, come segretario della Nato, i bombardamenti contro la Serbia:
"Mi risulta che una quindicina di anni fa l'attuale segretario generale della Nato, Javier Solana, fosse anti-atlantista: credeva nell'esistenza dell'imperialismo, così chiamato senza provare il bisogno di ricorrere a sottigliezze come dipendenza Nord-Sud o disuguaglianza nelle relazioni Centro-Periferia. Le strade che portano alla verità sono imprevedibili e quelle che hanno condotto Javier Solana all'evidenza che la Nato era necessaria e che bombardare l'Iraq o la Serbia faceva parte della dialettica positiva della Storia del momento, non si conoscono e dubito si conosceranno mai. Fanno parte della verità o menzogna interiorizzata del signor segretario della Nato, l'uomo che secondo la liturgia atlantista deve dare il nulla osta al diritto internazionale di uccidere. Uomo affabile, accusato di sorridere sempre, persino nelle situazioni in cui il sorriso era meno raccomandabile, vedo che nelle sue ultime comparse televisive ha il ciglio aggrottato e si è rivestito della serietà richiesta dalla sua carica."
Montalban però, ottimo scrittore di gialli e gastronomo, era cattivo politico e si sbagliava: Solana si è riscattato e crede sempre all'imperialismo, almeno uno: quello israeliano. E si è anche spazientito per le sue tattiche dilatorie: vuole finalmente concludere l'"occupazione" della "Palestina", adesso, subito. E quindi un paio di giorni fa, senza chiedere il permesso a nessuno, perché grazie al cielo l'Europa non è affatto una democrazia ma i suoi commissari, soprattutto quelli "alti", fanno quel che gli pare senza badare all'opinione eventuale degli europei, ha proposto una nuova strada originale per risolvere il conflitto. Eccola: Trattative? Basta. Accordo fra le parti? Inutile. "Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite dovrebbe imporre una soluzione che includa il riconoscimento di uno stato palestinese indipendente, se non si sbloccasse lo stallo nel processo di pace. [...] Il Consiglio di sicurezza dovrebbe in questo caso riconoscere in modo unilaterale uno stato palestinese, come "membro a pieno titolo dell'Onu. L'Onu dovrebbe inoltre decidere l'applicazione di diverse risoluzioni che riguardano i dossier su cui israeliani e palestinesi non sono arrivati a un'intesa: frontiere di questo Stato, Gerusalemme, la questione profughi."
Bello, no? Il governo autocratico d'Eurabia vuole un governo autocratico dell'Onu. Il quale deciderà naturalmente in un senso "antimperialista", com'è nella sua natura. Avremo allora la Palestina dal Giordano al mare come la sognava Arafat. Peccato che Montalban sia morto e non possa godersi il pentimento di Solana. E peccato, che come ha risposto il ministro degli esteri israeliano Lieberman, Solana a novembre dovrà scendere dalla sua "alta" carica e non vedrà, almeno non di lassù, questo governo mondiale capace di mettere a posto il Medio Oriente "ad nutum", come dicevano i romani, con un gesto.
Resta agli eurabi più fedeli la speranza di una meravigliosa alleanza fra Onu e Unione Europea, cui si unirebbe senz'altro volentieri l'Organizzazione della Conferenza Islamica. Allora sì che il Califfato Universale di cui parla la brava Bat Yeor sarebbe a portata di mano. Ma allora non ci sarebbe bisogno di Solana, alto o basso, antimperialista o militarista che sia. Ci penserebbero gli Ahamadinedjad, gli Assad e i loro amici.