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La Stampa Rassegna Stampa
14.07.2009 Imputato Dick Cheney, colpevole per aver difeso il paese contro il terrorismo
Eurabia esulta, ma come sono andate le cose lo racconta Maurizio Molinari

Testata: La Stampa
Data: 14 luglio 2009
Pagina: 15
Autore: Maurizio Molinari
Titolo: «killer segreti di Cheney»

Tiene banco, con grande evidenza, su tutti i quotidiani, quello che è stato definito lo " scandalo della Cia parallela ", con la conseguente messa sotto accusa dell'ex vice presidente Dick Cheney, accusato di avere autorizzato l'eliminazione fisica dei capi terroristi di Al Queda dopo l'attacco dell' 11 settembre. Nell' ansia di potersi presentare con un'immagine diversa dalla precedente amministrazione, Cheney è la vittima sacrificale ideale, e Obama ne approfitta, con l'aiuto di quel giornalismo investigativo Usa, Seymour Hersch in testa, che di bufale ne ha prese tante ma tante, come ha dimostrato Christian Rocca nelle sue analisi sul FOGLIO.  "Bush addio, torna la Cia buona ", titola esultando la REPUBBLICA, quella  Cia che durante i due mandati di Clinton non si accorse del terrorismo che poi sarebbe esploso con l'attacco alle Torri gemelle.  Fra tutti pezzi usciti sull'argomento, scegliamo quello di Maurizio Molinari sulla STAMPA di oggi, 14/07/2009, a pag.15, dal titolo " I killer segreti di Cheney ", un pezzo equilibrato che ben rende l'atmosfera politica che domina il congresso americano e che spiega con accuratezza l'origine di questa polemica. Anche se il quotidiano torinese gli fa seguire una analisi del sunnominato Hersch, l'esperto in bufale.  Eccolo:

Maurizio Molinari: " I killer segreti di Cheney "

Dick Cheney

Trovare e assassinare i leader di Al Qaeda: era questo lo scopo del programma segreto dell’intelligence autorizzato nel 2001 da Dick Cheney che Leon Panetta, nuovo capo della Cia, ha bloccato dopo esserne venuto a conoscenza. A svelarlo sono fonti dei servizi segreti citate dal «Wall Street Journal», secondo cui l’origine del programma clandestino risale ai giorni immediatamente successivi agli attacchi terroristici dell’11 settembre 2001 contro New York e Washington, quando la Casa Bianca temeva di subire nuovi attentati da parte di Al Qaeda e ordinò così di creare squadre di 007 addestrate per «trovare ed eliminare» i capi jihadisti, ovunque fossero, al fine di impedirgli di agire.
Secondo alcune di queste fonti l’idea di assassinare i capi di Al Qaeda si richiamava all’esempio delle squadre speciali create dal Mossad israeliano negli anni Settanta per eliminare i terroristi palestinesi responsabili della strage alle Olimpiadi di Monaco del 1972, quando un commando sequestrò e assassinò gli atleti dello Stato ebraico. Pete Hoekstra, deputato del Michigan e repubblicano di più alto grado nella commissione intelligence della Camera, assicura che «quest’idea si discusse all’inizio delle misure anti-Al Qaeda» ma restò sempre a uno stadio molto teorico, al punto che i fondi stanziati dallo Stato per realizzarla «sono più vicini ad 1 milione che a 50 milioni di dollari». Le rivelazioni del «Wall Street Journal», confermate nella giornata di ieri da altre fonti di intelligence, non hanno però allentato la tensione a Washington perché la maggioranza democratica ritiene che il «programma segreto» possa aver spinto la Cia a commettere numerose violazioni di legge, come ad esempio addestrare i futuri membri delle «squadre speciali» a praticare anche interrogatori con la tecnica del «waterboarding» - l’affogamento simulato - che viene equiparato alla tortura dall’amministrazione Obama.
Resta poi da appurare se l’ex vicepresidente Cheney abbia avuto la responsabilità di seguire il «programma segreto» dall’allora presidente George W. Bush. Il dubbio esiste in ragione del fatto che solo l’inquilino della Casa Bianca può, con un ordine esecutivo, annullare la decisione presa dal predecessore Gerald Ford nel 1976 di vietare alla Cia di commettere degli assassinii. Ford pose il divieto a seguito dello scandalo del Watergate, che aveva portato a rivelare i molteplici falliti tentativi della Cia di assassinare il leader cubano Fidel Castro, e da allora Carter, Reagan, Bush padre e Clinton rinnovarono la limitazione giuridica all’operato dell’intelligence ma George W. Bush, in risposta agli attacchi del 2001, fece trapelare l’intenzione di agire diversamente. Da qui l’ipotesi della democratica Dianne Feinstein, capo della commissione Intelligence al Senato, che possa esserci l’ex presidente dietro la «licenza di uccidere» assegnata agli 007: in tal caso però dovrebbe esistere un ordine esecutivo in proposito. Per questo il Congresso vuole appurare perché «la Casa Bianca non ci informò mai di questo programma» come osserva Feinstein, secondo la quale «siamo stati tenuti nel buio e ciò non deve poter accadere mai più».
Per l’opposizione repubblicana invece si tratta di una manovra politica tesa a correre in soccorso di Nancy Pelosi, presidente della Camera. Il senatore John Cornyn del Texas lo spiega così: «Pelosi ha accusato la Cia di aver mentito al Congresso durante gli anni di Bush e Panetta ha negato mettendola in difficoltà, ora Panetta sta tentando di aiutarla a venirne fuori svelando l’esistenza di un programma segreto ma è un’operazione debole perché questo programma è sempre rimasto a livello teorico». Incalza Judd Gregg, senatore repubblicano del New Hampshire: «Di certo in questa vicenda c’è solo il fatto che i democratici stanno continuano a minare il morale dei nostri agenti impegnati a difendere la nazione e i suoi cittadini dal rischio di subire nuovi attacchi».

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