il problema dell´ acqua in questa regione non esiste, semplicemente perche´ l´acqua non c´é.
Nel senso che non esistono fonti che possano soddisfare al 100% il fabbisogno . Semplicemente ci si affida alla speranza di un prossimo inverno denso di precipitazioni che permettano al principale bacino acquifero (il Kinneret – Lago di Tiberiade) di mantenere un certo livello delle proprie acque. Bacini di raccolta sono disseminati un po´ dappertutto e da essi partono sistemi di smistamento in grado di garantire il rifornimento idrico di base (uso domestico, irrigazione). Israele ha investito miliardi su miliardi in progetti di ingegneria idrica ed ha in programma ricerche a non finire, tra le quali spiccano quelle concernenti la desalinizzazione dell´ acqua marina ed il suo possibile sfruttamento. Tral´altro, gli esiti di queste ricerche vengono condivisi con numerosi governi arabi (si, ha capito bene. Anche con i governi di quei paesi arabi nei quali solo a pronunciare il nome Israele viene considerato reato...).
Lei non é il primo e non sará nemmeno l´ ultimo a chiedersi come mai „i poveri palestinesi“ recriminino costantemente la mancanza d´ acqua nei territori da loro occupati, nonostante fino ad oggi siano piovuti nelle loro casse centinaia di miliardi in fondi ed aiuti.
Mi viene in mente un detto: „terra sassosa, gente rissosa“. Chissá, forse è proprio questo che sta alla base del loro “problema” e se tanto ci da tanto possiamo pure liberamente speculare sul motivo per cui la soluzione sembra essere ancora lontana piú che mai.
La saluto e le auguro un buon fine settimana.
Paolo Scanferla - Israele