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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
13.07.2009 Il piano 'segreto' di Cheney per la guerra al terrorismo
Ha evitato altri attentati contro l'occidente. Cronaca di Guido Olimpio

Testata: Corriere della Sera
Data: 13 luglio 2009
Pagina: 11
Autore: Guido Olimpio
Titolo: «Licenza di colpire, il piano segreto di Cheney»

Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 13/07/2009, a pag. 11, la cronaca di Guido Olimpio dal titolo " Licenza di colpire, il piano segreto di Cheney  ", l'articolo più equilibrato sull'argomento.

 Dick Cheney

WASHINGTON — Barack Obama ha ribadito più volte che preferisce «guardare avan­ti e non al passato». Formula per tenere negli archivi quan­to fatto — di legale e illegale — dall’amministrazione Bush nella lotta al terrore e provare a mantenere quei sistemi che si sono rivelati utili. Come i raid dei Predator e certe azio­ni clandestine. Ma quel «pas­sato » non ne vuole sapere di rimanere chiuso negli archivi dell’intelligence. E costringe la Casa Bianca ad occuparsi di due dossier delicati ed esplosi­vi.
Il primo riguarda un pro­gramma di anti-terrorismo della Cia che è rimasto segre­to per ordine del vice presi­dente Dick Cheney. Un piano, chiuso dal nuovo capo del­l’agenzia Leon Panetta il 23 giugno, del quale il Congresso non è mai stato informato. Di cosa si tratta? Poiché era top secret bisogna affidarsi alle speculazioni. Fonti anonime citate dal New York Times af­fermano che non sarebbe mai divenuto «completamente operativo», anche se è prose­guito con training e pianifica­zioni fino a quest’anno. Altre voci parlano di operazioni che hanno portato all’eliminazio­ne di un gran numero di terro­risti in Iraq. Un’azione che ha combinato forze speciali, ap­parecchiature sofisticate e tec­niche non rivelabili. Un pro­getto così ambizioso da essere paragonato dal giornalista Bob Woodward — il primo a farne cenno — al programma che portò alla costruzione del­l’atomica.
Un altro cacciatore di sco­op, Seymour Hersh del
New Yorker, ha alluso «al cerchio degli assassini». Elementi di Al Qaeda sarebbero stati ucci­si in Paesi terzi da un’unità se­greta delle «Special Opera­tions ». Non dovevano rispon­dere a nessuno — ha detto il giornalista in un’intervista — tranne che a Bush e Cheney. Ma la storia, in realtà, sembra confermare quanto già si sape­va. Dopo l’11 settembre la Ca­sa Bianca ha autorizzato la «li­quidazione » dei terroristi e al­tre iniziative per contrastare i militanti. Come disse un alto funzionario della sicurezza: «Catturate Bin Laden, uccide­telo e portate la testa dentro una scatola piena di ghiaccio secco». Un sistema condotto sotto la supervisione di esper­ti legali.
Ma le garanzie di ieri forse oggi non sono più accettabili. Membri democratici del Con­gresso annunciano un’inchie­sta sul programma segreto. Mossa che si somma ad un’al­tra iniziativa, imminente, del
responsabile della Giustizia Eric Holder. Alla fine del mese potrebbe essere nominato un procuratore speciale che do­vrà indagare sulle torture com­messe dagli agenti segreti sui detenuti qaedisti. Richieste in questo senso erano già emer­se nel partito democratico ma la Casa Bianca aveva sempre resistito pur sacrificando il candidato di Obama alla gui­da della Cia, John Brennan, ac­cusato dai liberal di essere coinvolto nelle violazioni. Am­bienti governativi precisano, tuttavia, che l’inchiesta riguar­derà solo quei casi dove gli 007 sarebbero usciti dai palet­ti fissati dai consulenti legali della presidenza Bush.
A Washington si attendono forti tensioni con i repubblica­ni tutti a difesa di una strate­gia che, a loro giudizio, ha pro­tetto il Paese da nuovi attenta­ti. Con la battaglia che potreb­be poi estendersi ad altri temi. Gli osservatori non escludono che i repubblicani possano fa­re le barricate contro la rifor­ma
sanitaria.

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