Riportiamo dal MANIFESTO di oggi, 12/07/2009, a pag. 6, l'intervista di Michelangelo Cocco a Omar Barghouti dal titolo " La Francia ha fatto deragliare la metro dei coloni. Ora tocca all’Italia ".
Una chiacchierata fra due professionisti dell'odio contro Israele.
Barghouti sostiene che la guerra a Gaza sia stata di aggressione da parte di Israele e non di difesa. Le responsabilità di Hamas, che ha bersagliato quotidianamente gli israeliani con razzi Qassam per anni e che ha usato scudi umani durante l'operazione Piombo Fuso, non sono menzionate.
Nel corso dell'intervista, Barghouti arriva a sostenere che i negoziati non servono e che l'unico modo per abbattere i "privilegi dell'occupazione" è la "resistenza". Boicottare Israele, lanciare razzi contro i civili israeliani, opporsi ai negoziati, questa sarebbe la tattica vincente per migliorare le condizioni di vita dei palestinesi?
Ecco l'intervista:
Omar Barghouti
ARoma per una giornata di lavoro sul boicottaggio promossa da International solidaritymovement Italia, ForumPalestina e Sguardo sul Medio Oriente, Omar Barghouti non si scoraggia per «le difficoltà dell’Italia nell’adesione al movimento di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni (Bds)» contro Israele. L’intellettuale palestinese promotore del Bds racconta l’esperienza della Francia, dove nel novembre 2008 francesi e palestinesi hanno iniziato il boicottaggio della Veolia, la società che sta costruendo la metropolitana che collegherà le colonie di Gerusalemme occupata al centro della Città. «Da allora - ricorda Barghouti - Veolia ha perso 8miliardi di dollari in contratti in Francia, Svezia, Gran Bretagna, Iran e Australia ed ha annunciato che si ritirerà dal progetto».
I massacri di Gaza hanno fatto guadagnare consensi alla campagna Bds. Come procede il vostro lavoro?
Durante la guerra d’aggressione contro Gaza (1.417 palestinesi uccisi, ndr), la risposta è stata emotiva. Dopo i massacri, la campagna non si è fermata ma ha fornito uno strumento di protesta istituzionalizzato contro le politiche israeliane. E negli ultimimesi abbiamo registrato adesioni in paesi finora «freddi» come Francia, Italia, Olanda, Belgio. In Francia ha aderito la Fédération syndicale unitaire (insegnanti, 168.000 membri). In Italia la Fiom, anche se il suo boicottaggio è più simbolico che operativo.
L’Autorità palestinese (Anp) collabora con Israele e Stati Uniti, Hamas cerca un riconoscimento internazionale e la società civile palestinese propone il boicottaggio. Non sono troppe tre strategie differenti?
A partire dal processo di Oslo, l’Anp non ha raggiunto alcun risultato per i diritti dei palestinesi. I cosiddetti «negoziati » tra dominatori e schiavi si sono dimostrati completamente inutili, perché l’unico modo per abbattere i privilegi dei colonizzatori è la resistenza. E ora la leadership di Hamas sta provando a percorrere la strada già intrapresa dall’Anp negli anni ’90. La maggior parte della società civile però è per la resistenza e il Bds è una forma di resistenza non violenta.
Perché volete isolare Israele?
Il nostro appello è per porre fine all’oppressione israeliana dei palestinesi, in particolare l’occupazione/colonizzazione, il sistema di discriminazione razziale nei confronti dei cittadini non ebrei dello Stato d’Israele e la negazione del diritto al ritorno dei profughi palestinesi. Queste tre condizioni persistono, e l’occupazione/colonizzazione si sta facendo più dura. Imotivi per il boicottaggio sono sempre più validi. In quattro anni abbiamo ottenuto molto più di quanto l’Anp abbia raccolto in 15 anni di inutili negoziati: siamo riusciti a isolare Israele in settori sempre più ampi della società civile internazionale. Non abbiamo ancora visto risultati sul terreno,ma i nostri compagni sudafricani hanno avuto bisogno di 25 anni per raccogliere i primi frutti.
Cosa proponete di boicottare?
Una decisione morale e individuale anzitutto: non acquistare prodotti israeliani, perché sono sporchi di sangue palestinese. Poi vanno boicottate le istituzioni, sulle quali si regge l’occupazione. E, in alcuni casi, gli individui: non capisco perché in Italia sia stata invitata la cantante Noa, che ha appoggiato e giustificato i massacri di Gaza. Se un cantante ghanese, americano o brasiliano avesse sostenuto che le donne non sono esseri umani, sono sicuro che gli italiani l’avrebbero boicottato. Perché quest’ipocrisia quando si tratta d’Israele. Perché accettare che uno stato si comporti al di sopra delle leggi delle nazioni?
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